
Albino: Corso di Erboristeria

La frase di un imperatore cinese risuona ancora valida:
“la forza del tuo corpo è nel succo della pianta”
E’ un estratto integrale della pianta spogliata delle fibre, opaco, assomiglia in qualche modo al sangue.
Si ottiene con un processo meccanico e non con solventi che tendono a estrarre le sostanze più simili a loro per polarità.
Può essere ottenuto con una centrifuga, meglio sarebbe un estrattore, oppure la pianta viene pestata in un mortaio e poi strizzata dentro a uno straccio, appena inumidito o pressata con un torchio.
Il succo contiene tutte le classi di principi attivi, tutte le vitamine lipo e idrosolubili, tutta la vitalità (che è ancora più spiccata quando utilizziamo una pianta spontanea) e tutti i sali minerali, così importanti quando il sangue tende ad acidificarsi abbassando le sue difese naturali.
Altra cosa importante è che il succo conserva integri i rapporti fra i principi attivi che quindi agiscono in piena sinergia all’interno del proprio fitocomplesso ricchissimo, più che mai.
Attraverso il succo si riordina l’organismo riportandolo su binari naturali; Vengono risvegliate la vitalità e la capacità di reazione del corpo alle malattie.
Come la sua composizione è integrale, anche la sua azione è globale… Non è unilaterale come quella dei farmaci che mirano a curare solo il sintomo della persona, invece il succo cura l’organo nel suo insieme.
Isolare pochi principi attivi o uno singolo, alcune volte ne riduce l’effetto e altre volte, il principio diventa pericoloso, si crea disarmonia nel corpo e con essa le malattie iatrogene che sono ⅓ delle malattie curate con la medicina ufficiale, tipiche di questo l’isolamento del principio attivo.
La dose del succo normalmente è 2-3 cucchiai al dì, diluiti in acqua.
Si conserva per 1 giorno ed è da consumare come gli idroliti, quanto prima nella giornata.
Per conservarlo ulteriormente bisogna trasformarlo in:
POMATA o oleolita, 1/9 il rapporto fra il succo e il grasso.
Il grasso serve oltre che come conservante anche per migliorarne l’ingresso attraverso la pelle.
In questo caso la conservazione è di una settimana in frigo.
SCIROPPO il rapporto fra il succo e lo zucchero e di ½ e si conserva da sei mesi ad un anno, anche fuori dal frigo.
A essere più precisi occorrono 180 gr di zucchero ogni 100 gr di succo.
Lo zucchero viene sciolto in esso attraverso il bagnomaria mantenendo bassa la temperatura sotto i 60 gradi centigradi.
ALCOLATURO è una forma erboristica che si presta alla conservazione del succo, ma normalmente prevede la precipitazione di molti sali minerali del succo per l’alto grado alcolico usato nell’alcolaturo.
Infatti il rapporto fra il succo e alcol puro è di 1/1.
Usando l’acquavite al 38%, la precipitazione dei sali diminuisce e per permetterne la conservazione il / fra il succo in grammi e il distillato è di ½. Basta che il grado alcolico è > di 20 – 25% e si conserva molto.
POLVERE DI SUCCO
Si conserva 6 mesi e il succo della pianta viene asciugato sulla polvere di una stessa pianta.
Viene asciugato il tutto in vaschette riposte nel forno a 40°C meglio con la ventilazione.
Si ottengono in questo modo delle specie di biscotti medicinali.
SUCCO GHIACCIATO
Ne è l’esempio il decotto di Bardana e si conserva oltre 1 anno.
Questo decotto della radice di Bardana viene filtrato e versato nelle vaschette per fare i ghiaccioli in freezer e poi all’occorrenza sciolto e utilizzato. Similmente si può procedere con il succo della stessa pianta che sarà ancora più ricco di proprietà.
Si potrebbero anche ottenere dei ghiaccioli medicinali.
SUCCO PASTORIZZATO
E’ ottenuto da un estrattore che attraverso il vapore bollente scioglie le proprietà della pianta o frutta o verdura, e viene subito imbottigliato bollente.
Questo succo si conserva almeno 6 mesi.
Il tipo di pentole impiegato è formato da 3 strati sovrapposti.
Il primo in basso contiene l’acqua che viene portata a ebollizione ponendolo direttamente sui fornelli.
Sopra poniamo un secondo strato della pentola, che ha dentro un imbuto e infine su questo sovrapponiamo l’ultimo strato, dotato di una griglia in cui riponiamo la nostra frutta, verdura o alcune piante curative.
La primavera è il momento ideale per assumere i succhi specialmente Ortica, Tarassaco e Sedano dato che accelerano il metabolismo, migliorando l’adattamento più veloce alla nuova stagione, drenano, mineralizzano e donano una nuova vitalità all’organismo.
Il sangue trascorso l’inverno è più pesante, si muove lentamente ed è povero di ossigeno, non è un caso che in primavera ci si senta stanchi, fiacchi e depressi, ma la Natura, proprio in questo periodo, ci aiuta nella nostra rigenerazione.
Vi riporto molte piante curative già impiegate per ottenere i succhi, oltre alle loro proprietà, sperimentate in questa forma.
ASSENZIO
Stimola la secrezione gastrica,
purifica, stimola e corrobora lo stomaco,
aiuta contro il catarro gastrico e attiva la digestione.
Il succo di assenzio favorisce il flusso biliare
e tonifica i muscoli gastro intestinali.
Quindi contrasta l’inappetenza,
ma anche gli spasmi gastrointestinali.
AGLIO COMUNE E AGLIO ORSINO
Sono utili entrambi per contrastare l’ipertensione e l’arteriosclerosi e migliorano la circolazione del sangue, utile anche nei sintomi di senescenza.
Il loro succo agisce sia come fluidificante del sangue, sia come vasodilatatore delle arterie e sia perché eliminano le incrostazioni dei vasi formate da grassi depositati o indurimenti veri e propri dei vasi.
L’aglio disintossica l’intestino e riarmonizza la flora intestinale, uccide i germi, ma stimolando la secrezione dei succhi acidi è controindicato nei casi in cui si soffre già di acidità gastrica.
ARGENTINA
L’argentina è antispasmodica gastro-intestinale, utile come antispasmodico nei disturbi femminili e come regolarizzante nei disturbi della menopausa. Insieme al succo di Millefoglio ne favorisce l’azione.
AVENA
Il suo succo è molto ricostituente essendo ricca di sali minerali.
Viene impiegata nei casi di esaurimento, insonnia.
E’ indicata per la spossatezza e come corroborante dei nervi.
BETULLA
La Betulla aiuta a ridurre l’ipercolesterolemia, pulisce il sangue dall’acido urico, quindi è anche utile per i disturbi dell’artrite.
Purifica e stimola le vie renali rivelandosi un buon diuretico, dove ha un ruolo anche antinfiammatorio e si rivela utile per il catarro vescicale, per la sciatica, contro la lombalgia, artrite, reumatismo collegati al ricambio,
da cui elimina alcune sostanze del sangue.
BIANCOSPINO
Rinforza il cuore e regola la circolazione e la pressione.
Adatto anche per i disturbi del cuore di origine nervosa.
Anche nell’ipertensione è valido.
Favorisce l’irrorazione sanguigna ed è utile anche contro la congestione cerebrale e le funzioni di ricambio del cuore.
Stimola bene la circolazione e l’attività cardiaca.
Migliora anche la sensazione di freddo alle articolazioni.
E’ indicato anche nei sintomi di senescenza legate a problemi di circolazione e cuore stanco.
BARBABIETOLA
Aumentando le difese dell’organismo è utile nella febbre.
Attiva le difese, ossigena le cellule, ricostituisce il sangue.
BORRAGINE
Il succo stimola lo spirito di iniziativa e incrementa il rendimento.
Ha una azione ormonale e di riflesso psichica dove ha una azione antidepressiva. Utile nella nevrastenia e come equilibrante psichico.
CIPOLLA
Anticatarrale e malattie da raffreddamento. Asma.
Con i suoi oli essenziali esercita un’azione regolatrice nella digestione e serve nelle flatulenze. E’ anche emolliente.
Contrasta le difficoltà di respiro.
CAMOMILLA
Il suo succo è antispasmodico per dolori di stomaco e antiacido.
Allevia il dolore, inoltre è antinfiammatoria, utile nel mal di gola e gengiviti.
CAROTA
Contiene provitamina A, Fosforo e Calcio e favorisce l’appetito.
Per i bambini corrobora lo stomaco.
Spesso come rimineralizzante viene abbinata al succo di Pomodori.
CARCIOFO
Corrobora il fegato, lo stimola e lo disintossica.
Agisce sul metabolismo del colesterolo.
Diminuisce anche la colesterolemia.
CRAUTI
Regolano e normalizza la flora intestinale (Succo di crauti fermentati).
CODA CAVALLINA
Rinforza i tessuti e viene consigliata nel catarro vescicale.
Contiene molto silice. Previene le difficoltà di respiro quali l’asma e la tubercolosi. Aumenta le difese immunitarie.
CRESCIONE
Rispetto ai disturbi epatici risulta purificante, evacuante.
E’ stimolante, favorisce l’emopoiesi. Ha un’azione ghiandolare.
FARFARA
Scioglie il catarro, è espettorante utile nel catarro bronchiale.
FAGIOLO
Il suo succo porta all’evacuazione. Sedano e Fagiolo insieme sono diuretici. Disidrata e per questo è stato indicato nei disturbi del cuore, anche se di origine nervosa.
GINEPRO
E’ purificante ed evacuante, utile nel reumatismo.
IPERICO
Disturbi del respiro di origine nervosa, asma.
L’Iperico ha una azione ricostituente indicata per il nervosismo.
MILLEFOGLIO
Calmante, antispasmodico, migliora la circolazione perché è un vasodilatatore, antinfiammatorio, distensivo sui vasi e psiche.
Viene impiegata nei disturbi della menopausa.
Equilibratore vascolare in menopausa.
Azione rassodante sui tessuti connettivi.
Aiuta nell’ipertensione, irrorazione sanguigna scarsa.
Sensazione di freddo alle articolazioni.
MIRTILLO
Antispasmodico.
LICOPODIO
Indicato per l’ipertiroidismo, dove ha una funzione sedativa.
Riduce la secrezione ghiandolare.Magrezza, disturbi psichici.
A questo scopo, in seguito, viene aggiunto il succo di Valeriana.
ORTICA
Stimola e sollecita il ricambio. Obesità. Ricca in ferro e sali minerali.
Aumenta il metabolismo basale. Mineralizzante e depurativa.
Viene indicata anche nella sciatica e negli sfoghi infetti. Anemia.
PATATE
Per bruciori di stomaco, quando il succo gastrico è troppo abbondante.
Attenua la secrezione gastrica.
PIANTAGGINE
Antinfiammatorio, depurativa.
Purifica le vie respiratorie.
Difficoltà di respiro. Asma.
POMODORO
Induce a produrre i succhi pancreatici (per gli adulti).
Contrasta l’inappetenza
PREZZEMOLO
Aiuta a eliminare le impurità della pelle, non infettiva, alcune sostanze attive specifiche.
Stimola l’attività renale, viene indicato per il catarro vescicale. Insieme al Crescione e all’Ortica sono indicati per l’ipofunzione ghiandolare.
ROSA CANINA
Vitaminizzante, contiene vitamina A,B, D, E.
Mobilita le difese con vitamina C e provitamina A.
Incrementa le difese delle mucose, ed è utile nelle influenze.
(Usata per il succo la purea del frutto a piena maturazione).
RAFANO
Antispasmodico e stimola il flusso biliare, è indicato nei problemi della bile, bevuto alternativamente al succo di Tarassaco, aiuta a dissolvere i calcoli della bile e curano l’itterizia.
SEDANO
Antitossico, stimola i reni a eliminare le scorie del sangue.
Per la ritenzione idrica viene alternato al succo di Fagiolo.
Porta sollievo alle articolazioni per disidratazione. E’ diuretico.
SALVIA
E’ coleretica. Come disinfettante nei gargarismi per la faringite.
Pulisce e rinforza le gengive come colluttorio.
SPINACI
Contengono ferro e acido folico, favorisce la formazione del sangue.
E’ indicato anche nella sensazione di freddo alle articolazioni.
E ’inoltre consigliato nei disturbi della crescita.
TIMO
Per gli attacchi di tosse convulsa e difficoltà di respiro, asma.
Disinfetta le vie respiratorie e favorisce l’espettorazione.
TARASSACO
Azione distensiva sulle vie biliari, coliche biliari, coleretico.
Stimola le funzioni del fegato. Utile per l’itterizia.
Scioglie le scorie, stimola il fegato e l’intestino e aumenta il peso specifico dell’urina. E’ adatto per il rinnovo del sangue.
E come l’Ortica e il Sedano è utile negli sfoghi infettivi.
Depurativo del fegato, dei reni e del sangue.
VALERIANA OFFICINALE
Calmante dei nervi, indicata nei disturbi della menopausa.
Facilita il sonno e calma durante il giorno.
FARRO
Scioglie il catarro
Queste informazioni si devono all’intenso lavoro di:
Walther Shoenenbergher che ha scritto un libro intitolato: Sani con succhi di piante.
In biologia le regole matematiche non contano più: 3 più 3 non fa 6 ma 8 -10 se c’è sinergia (come cè all’interno del succo o fra succhi compatibili), oppure 5 o 2 se c’è antagonismo.
Non mescolerei mai piante saturnine con piante solari, opposte fra loro.
Altre piante utilizzate per fare i succhi sono:
GALIUM APARINE
Utile nell’ipertrofia prostatica, e dermatiti anche come impacco.
ACETOSELLA
Per ulcere gastriche, assumere diluiti 3-5 gocce ogni ora (Maria Treben).
SEMPREVIVO
Impacchi e colliri diluiti in acqua sterile, indicato per ustioni della pelle e congiuntiviti.
SALICARIA
Antinfiammatoria e antidolorifica.
LASSANA
Galattofuga, sia per uso interno che esterno.
ERISIMO
Il suo succo migliora e cura la voce dei cantanti.
BORRAGINE
Il succo cura la tristezza e la malinconia
GRAMIGNA
Calcoli e infiammazione del rene e della vescica.
BARBABIETOLA
Da 2000 anni viene adoperata contro i tumori dato che contiene una sostanza anti cancerogena per la leucemia. Essa riduce i leucociti.
ZUCCA
Stimola e depura l’apparato renale, facilita la diuresi ed è utile nei disturbi della prostata.
BORRAGINE
Insufficienza cardiaca di origine nervosa, melanconia e ipocondria.
Il suo massimo rendimento come succo è quello della pianta in fioritura.
CRESCIONE
E’ impiegato per eczemi ribelli da intossicazione.
CAVOLO CAPPUCCIO
Stimola, depura. Protegge le pareti dello stomaco e dell’intestino.
Il metodo di cura basato su microdosi è nato in Messico… I rimedi sono molto diluiti (quasi al livello omeopatico) e, di fatto, rimane solo una traccia della sostanza da cui sono ricavati per diluizione.
Si impiegano rimedi già esistenti come il farmaco di sintesi, l’olio essenziale, la tintura madre e tessuti animali.
Il loro tipo di azione è completamente diversa dagli altri metodi: essendo Neuro-Ormonale viene stimolato l’ipotalamo ed il sistema nervoso a trasmettere le qualità del medicamento.
Il rimedio, opportunamente diluito, viene posto sopra e non sotto la lingua, come si fa con i rimedi omeopatici.
Praticamente è il cervello che media le proprietà, disponendo l’organo bersaglio al suo riequilibro con messaggi ormonali ed impulsi elettrici, molto più veloci della molecola chimica.
In questo caso la guarigione è più rapida e radicale e non c’è inquinamento (intendendo che non ci sono effetti collaterali).
Si verifica il principio del giuramento Ippocratico, tanto importante per chi vuole diventare medico:
”primum non nuocere”
Negli ospedali del Messico, con strumenti diagnostici della moderna medicina, sono state comprovate l’azione delle microdosi e confrontate con quelle degli stessi farmaci allopatici, da cui sono stati ricavati.
Questi controlli sono stati testati con l’elettroencefalogramma, osservando che con la microdose del fenobarbital in 10 secondi si otteneva la stessa risposta del farmaco nella sua azione chimica, e perdipiù si riscontravano degli effetti più marcati.
E’ stata poi diluita 12000 volte, secondo la preparazione della microdose, la dose allopatica di digitale, impiegata comunemente nell’aritmia, nell’insufficienza cardiaca e nella tachicardia.
In quest’altro caso, in pochi secondi l’azione della microdose è stata confermata simile al farmaco dall’elettrocardiogramma.
Il chiaro motivo per cui questa tecnica non si è ancora diffusa è che con l’alta diluizione del medicamento non c’è più un guadagno e non ci sarebbero più le malattie iatrogene.
Queste costituiscono ⅓ di tutte le malattie adesso presenti.
La spesa sanitaria, riferita ai pensionati e ai malati cronici, verrebbe molto ridotta, ma anche nella fitoterapia e negli oli essenziali il risparmio economico sarebbe elevatissimo, e con grande vantaggio della Natura, pensate anche soltanto ai numerosissimi alberi di tea tree, abbattuti per la sua essenza.
Inoltre molti oli essenziali, efficacissimi, vengono usati solo esternamente per la loro possibile tossicità, legata soprattutto alla forte concentrazione delle sostanze attive degli stessi.
Con la loro diluizione in microdose invece possono essere impiegati oralmente.
Molte piante potrebbero estinguersi, tranne il salice che invece è stato fortunato, dato che sinteticamente è stata prodotta la sua molecola più importante, quella dell’acido acetil salicilico.
Una dose di medicamento giornaliero viene quì diluito da 1000 a 15000 volte e questa tecnica non poteva che nascere” in un un paese, in cui gran parte della gente è economicamente povera come nel Messico.
La diluizione delle microdosi supera di poco lo zero di avogadro, avvicinandosi alle prime 2 diluizioni centesimali dell’omeopatia di Hahnemann.
Non si tratta di rimedi omeopatici, per i quali vale il principio curativo dei “simili”; in questo caso invece come nell’allopatia, vale il principio dei “contrari”( dove nell’infiammazione utilizzerò l’antinfiammatorio).
Unica controindicazione è l’allergia che si può avere per una qualsiasi sostanza, anche se questa fosse assunta a dosi minime.
Mentre la modalità di assunzione per le microdosi preparate dall’olio essenziale, dalla tintura madre e dai numerosissimi e diversi farmaci è identica, la preparazione delle microdosi dai farmaci, richiede un passo in più.
Nel senso che nel caso del farmaco, la diluizione iniziale varia per ogni medicinale ed essendo numerosissimi i farmaci utilizzati in microdose, vi rimando al libro scritto da Marco Santello e Marcella Saponaro, che ne parla dettagliatamente.
Invece per preparare la microdose partendo dal un qualsiasi olio essenziale, basta diluire due gocce in 20 ml di un distillato qualsiasi, tipo Vodka o altra soluzione idroalcolica al 33% circa, versando il tutto in un boccettino da 20 ml con il contagocce.
Per preparare la microdose partendo dalla tintura madre, anche in questo caso ci vuole solo un passaggio, ma il numero di gocce da mettere nel boccettino da 20 ml, in cui c’è alcool al 33%, varia da pianta a pianta.
In questo caso se ne usano da 6 a 150 gocce e non solo 2 gocce, dato che la tintura è molto più diluita rispetto all’olio essenziale.
Come posologia si assumono nella prima ora del primo giorno 2 gocce del boccettino, ogni 10 minuti (in cui sono stati diluiti uno dei vari rimedi come T. Madre, O. Essenziale, farmaco o rimedio animale).
Dalle altre ore del primo giorno si assume sempre 2 gtt sopra la lingua, da adesso fino alla fine della giornata, ogni ora.
Nei giorni seguenti ( 2°, 3°,- 4° ecc…) bastano 2 gocce, 4 volte al giorno, prendendoli una volta al risveglio e prima di addormentarsi e le altre 2 volte a stomaco vuoto (sempre 2 gocce sulla lingua).
In veterinaria hanno ottenuto effetti molto interessanti, usando farmaci antibiotici e antinfiammatori in microdose.
Per i bambini la quantità in gocce dei vari rimedi, diluiti nei 20 ml, resta la stessa di un adulto, ma si sostituisce buona parte dell’alcool, o tutto l’alcol con il miele o con uno sciroppo naturale.
In questo caso la microdose si conserva per poco, rispetto all’uso dell’alcool, dato che l’alcool è un ottimo conservante.
Generalmente la microdose si conserva per 5 anni.
Questo metodo di cura è stato messo a punto in Messico dal medico Eugenio Martinez Bravo, una trentina di anni fà, con “tali risultati positivi”, che si diffuse in tutto il mondo fra quasi 50000 medici.
Un mio conoscente, molto preparato in materia, pur conoscendo gli altri metodi della naturopatia, scelse questo metodo e lo adottò per 23 anni, dicendo che a differenza degli altri rimedi, in questo caso l’effetto andava aumentando con il tempo, pur mantenendo così minima e diluita la microdose.
La cura viene prolungata per il tempo doppio rispetto a quando i sintomi spariscono, quindi se si guarisce in 3 settimane, per evitare che i sintomi ricompaiono si prosegue per altre 3 settimane.
Non si creano dipendenza né fisica che psichica.
Anzi, con questa tecnica si può disintossicare il corpo da varie sostanze ( farmaci, ormoni sintetici, droghe allucinogene, come la marijuana, l’hashish, l’alcool e dalla nicotina delle sigarette).
Se utilizziamo farmaci in microdose, sono meglio quelli che contengono un solo principio attivo.
Ma il paziente potrebbe soffrire di più disturbi, in questo caso si preparano molti flaconcini diversi di microdosi e vengono somministrati, uno dopo l’altro, a distanza di 1 minuto.
Riguardo alle piante, si impiegano solo piante fresche per beneficiare di tutto il loro complesso biochimico ed enzimatico.
Per concludere questo metodo è rapido, semplice, efficace, molto economico, privo di effetti collaterali, non crea dipendenza fisica e non ci sono interazioni con i farmaci.
In questo articolo affronterò la tintura (da pianta secca) o alcolito, la tintura madre (da pianta fresca) e l’alcolaturo (da pianta fresca)
Si chiama tintura perché la soluzione idroalcolica si tinge.
I principi attivi infatti apportano colore, odore e sapore alla soluzione.
In maniera artigianale le tinture possono essere ottenute riempiendo un barattolo di vetro per metà con piante medicinali secche (x ottenere la tintura o alcolito) o per ⅔ del barattolo se sono fresche (Tintura Madre). Per poi coprirle con il solvente quasi fino all’orlo del vaso, lasciando 1-2 dita di spazio libero per permettere l’agitazione.
Nel caso delle tinture da piante secche, dato che contengono pochissima acqua si potrà impiegare come solvente di estrazione anche un semplice distillato che si trova in commercio (es: grappa, vodka, brandy, ecc).
Le piante secche contengono mediamente ancora il 10% di umidità che si mescola con l’alcol dei distillati, il quale, ha in partenza, circa il 38% di alcol, che sarà poi un po diluito.
Comunque la tintura si conserva se presenta il 25% di grado alcolico.
Nelle tinture madri invece si utilizza la pianta fresca che è ricca di acqua e quindi ci servirà un alcol ad alta gradazione dato che verrà diluito moltissimo nella sua gradazione iniziale ( circa 80°- 90°) e la pianta fresca sarà sminuzzata, o pestata con mortaio il più possibile.
Una tintura alcolica ufficialmente si conserva per 5 anni.
Dopo aver messo nel barattolo la pianta ( che viene ben triturata per favorire l’uscita dei principi attivi) e il solvente, si chiude con coperchio e si ripone il tutto in un posto buio e fresco per conservare bene l’estratto. Si agita il tutto una volta al giorno per 20-30 giorni, quindi si filtra aiutandoci con un imbuto e carta da filtro.
Sarebbe utile spremere bene il residuo che rimane nel filtro con un torchietto dato che esso contiene spesso ancora molto estratto e filtrare anche quest’ultimo che viene aggiunto al resto della tintura.
L’alcol oltre a essere un buon conservante estrae bene i principi attivi.
Della tintura ottenuta, in base alla pianta impiegata si prenderanno in genere dalle 15- 20 alle 45 gocce 3 volte al giorno diluite in poca acqua e il dosaggio giornaliero potrà essere graduato molto meglio rispetto a un infuso.
Per essere invece precisi l’ALCOLITO prevede un preciso rapporto fra la droga secca ed il solvente utilizzato di ⅕ , cioè macero 20 g di erba secca in 100 g di liquido.
Normalmente l’alcolito viene preparato utilizzando un alcol a 70°, cioè 30 parti di acqua e 70 parti di alcol.
L’alcolito è comodo da preparare dato che rispetto alla tintura madre classica non occorre calcolare la quantità di umidità contenuta nella pianta fresca e poi può essere preparato quando vogliamo dato che la droga secca che useremo ha un lungo tempo di conservazione,(circa un anno o anche 2 anni se la droga è legnosa come le radici o le cortecce).
Dalla pianta secca i principi attivi vengono estratti più velocemente, specialmente se si usa l’alcol ad alta gradazione dato che anche in piante molto legnose esso penetra molto bene i tessuti lignificati delle cortecce e delle radici.
Nella TINTURA MADRE classica il rapporto fra il secco (contenuto nella pianta fresca che utilizzeremo nella nostra estrazione) e il liquido impiegato per fare la macerazione è di 1/10.
Si dice che la tintura madre sia più efficace anche se meno concentrata di altri preparati, perché utilizzando la pianta fresca, permette di estrarre dalla pianta una maggiore varietà di principi attivi e anche il loro rapporto di sinergia risulta ancora integro, e questo rapporto è molto importante nel fitocomplesso.
Facciamo un esempio pratico di questa preparazione.
La prima cosa da fare è pesare un campione della pianta fresca, metterla nel forno e poi pesarla e rimetterla nel forno fino a quando non scende più di peso. In questo modo ottengo i grammi di pianta secca, presenti in percentuale nella pianta fresca che utilizzerò per calcolare quanta tintura madre posso ottenere.
Per differenza del peso della pianta fresca pesata all’inizio con quello della pianta seccata nel forno, ricaviamo i grammi di umidità che essa conteneva da fresca.
Moltiplicando i grammi del secco trovato, per dieci, trovo i grammi di Tintura Madre da ottenere (rispettando così il rapporto 1/10 fra droga secca e solvente, caratteristico della tintura madre).
In genere la tintura madre prevede una soluzione idroalcolica finale, (cioè a macerazione avvenuta), del 60% e cioè il 60% della tintura sarà alcool puro ed il resto dei grammi sarà composta da acqua( fornita quest’ultima in parte dalla pianta fresca, ricca di umidità, e in parte sarà acqua pura della soluzione idro-alcolica).
I grammi totali di questa acqua, della soluzione, meno l’umidità contenuta nella pianta fresca, mi fornisce la quantità in grammi di acqua pura da miscelare all’alcol, nei quali metterò a macero la quantità di pianta fresca stabilita.
Vediamo un esempio pratico partendo da 300g di una pianta fresca.
Metto in stufa un campione di 100 g freschi e lo peso più volte, sempre dopo averlo asciugato in stufa ulteriormente, fino a che il suo peso è costante. Ottengo per esempio 30 g di secco e l’umidità sarà per differenza 70 g. Moltiplico questi due dati per tre dato che parto da 300 g e quindi miei 300 gr di fresco conterranno 90 g di pianta secca e 210 g di umidità.
Dai 90 g moltiplicati per 10 ottengo 900 g di Tintura Madre che devo ottenere.
900 g per esempio al 60% di alcool, cioè mi occorreranno in questo caso 540 g di alcol puro e 360 g di acqua.
Da questi ultimi 360 g di acqua sottraggo l’umidità contenuta nella pianta fresca , cioè 210 g e ottengo 150 g dell’acqua distillata che unirò ai 540 gr di alcol puro nel quale mettere a macerare i 300 g di pianta fresca per ottenere a fine estrazione 900 g di Tintura Madre al 60% di alcool e con un rapporto Droga secca/Solvente di 1/10.
Volendo velocizzare i calcoli saltando la fase della stufa pur sapendo che sarò un po meno preciso considero che i fiori contengono il 90% di umidità, le foglie tenere ne contengono circa l’80% (es Melissa), le foglie grasse (es. Rosmarino) contengono circa il 70-75% di umidità, le radici il 75%, le cortecce ne contengono il 66% e i frutti asciutti come le bacche di ginepro contengono circa il 50% di acqua.
Nella tabella seguente vedremo i gradi alcolici ideali da raggiungere con la macerazione, necessari a estrarre maggiormente le categorie di principi attivi più interessanti erboristicamente nella pianta scelta.
Per esempio le piante che risultano interessanti per il loro contenuto in amari, o mucillagini o tannini in genere saranno da estrarre con un grado alcolico compreso fra il 25% e il 45%. Piante ricche in Saponine e alcuni Glicosidi richiedono un grado alcolico compreso fra i 45% e il 60%, mentre con il 60 % di soluzione idroalcolica finale estraggo la maggior parte dei principi attivi. Fra i 60- 70% si estraggono bene Alcaloidi e Olii Essenziali e fra i 70-90 Resine e Oleoresine.
Comunque per essere più esatti nel considerare l’insieme della pianta nel suo fitocomplesso esistono tabelle che indicano il grado alcolico più adatto per ogni pianta, indicata per questo tipo di preparazione, che riporto qui di seguito.
TABELLE DEI GRADI ALCOLICI ADATTI NELLE DIVERSE TINTURE MADRI, considerando che l’alcol puro che si compra è al 95% e non al 100% e dosaggio di queste T. Madri suggerito in fitoterapia.
Achillea (Achillea millefolium L.)30-40 gocce 2-3 al dì. | 60° | 565 g alcol al 95% con 435g di acqua |
Aglio (Allium sativum L.)30-50 gocce 2-3 al dì | 65° | 619g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Agrimonia (Agrimonia eupatoria L.)30-40 gocce 3 volte al dì | 45° | 410g alcol al 95% con 590 g di acqua |
Angelica (Angelica archangelica L.)30-40 gocce 2-3 volte al dì | 60° | 565 g alcol al 95% con 435g di acqua |
Arnica (Arnica montana L.)solo uso esterno, diluito in acqua al 20% | 60° | 565 g alcol al 95% con 435g di acqua |
Bardana (Arctium lappa L.)40-50 gocce 2-3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Betulla (Betula pendula e pubescens)40 gocce 2-3 volte al giorno | 45°50° | 435g alcol al 95% con 565 g di acqua |
Biancospino (Crataegus oxyacantha L.)30-40 gocce 2-3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Borsa del pastore (Capsella bursa-pastoris L.)40-50 gocce 2-3 volte al giorno | 45° | 410 g alcol al 95% con 590 g di acqua |
Calendula (Calendula officinalis L.)40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Camedrio (Teucrium chamaedrys L.)40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Camomilla ( Matricaria recutita L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Carciofo (Cynara scolymus L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 50° | 460 g alcol al 95% con 540 g di acqua |
Cardiaca (Leonurus cardiaca)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Cardo mariano (Silybum marianum L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 50° | 460 g alcol al 95% con 540 g di acqua |
Celidonia (Chelidonium majus L.)10-15 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Cipresso Cupressus sempervirens L.)20-30 gocce 3 volte al giorno | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Cren (Armoracia rusticana)30 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435g di acqua |
Crescione (Nastrutium officinale R. Br.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 45° | 410 g alcol al 95% con 590 g di acqua |
Echinacea (Echinacea angustifolia e purpurea)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Edera (Hedera helix L.)la T.M. diluita al 10%5-10 gocce 2-3 volte al giorno | 60° | 560 g alcol al 95% con 435g di acqua |
Edera terrestre (Glechoma hederacea L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435g di acqua |
Elicriso (Helichrysum italicum)30-40 gocce 2-3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Epilobio (Epilobium angustifolium L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Equiseto (Equisetum arvense L.)30-50 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Erisimo (Sisymbrium officinale L.)20-30 gocce 3-4 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Eufrasia (Euphrasia rostkoviana)30 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Farfaraccio (Petasite hybridus L.)30 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Fieno greco (Trigonella foenum-graecum L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Fumaria (Fumaria officinalis L.)20-30 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Galega (Galega officinalis L.)30-40 gocce 2-3 volte al giorno | 50° | 460g alcol al 95% con 540 g di acqua |
Gelso (Morus alba L.)20-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435g di acqua |
Genziana (Gentiana lutea L.)15-20 gtt. 3 volte al dì o 30 gtt. prima dei pasti | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Ginepro (Juniperus communis L.)20-30 gtt 3 al dì per 3-4 settimane e non oltre | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Ginkgo (Ginkgo biloba L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Gramigna (Agropyron repens L.)40-50 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Iperico (Hypericum perforatum L.)30 gocce 3 volte al giorno | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Ippocastano (Aesculus hippocastanum L.)15-20 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Lavanda (Lavandula angustifolia Mill.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Luppolo (Humulus lupulus L.)20-30 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Margheritina (Bellis perennis L.)30-40 gocce 2-3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Marrubio (Marrubium vulgare L.)30 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Marrubio d’acqua (Lycopus europaeus L.)30 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Meliloto (Melilotus officinalis L.)30-40 gocce 2-3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Melissa (Melissa officinalis L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Menta (Mentha piperita L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Mirtillo(Vaccinium myrtillus L.)40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Olivo (Olea europaea L.)40 gocce 3 volte al giorno | 50° | 460 g alcol al 95% con 540 g di acqua |
Ononide (Ononis spinosa L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Ortica (Urtica dioica L.)40-50 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Passiflora (Passiflora incarnata L.)20-30 gocce 2-3 volte al giornoo 50 gocce prima della notte | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Pepe d’acqua (Polygonumhydropiper L.)40-50 gocce 3 volte al giorno | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Pervinca (Vinca minor L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Piantaggine (Plantago major L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 50° | 460 g alcol al 95% con 540 g di acqua |
Pilosella (hieracium pilosella L.)40-50 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Pimpinella (Pimpinella major L.) 30-40 gtt 3 al dì | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Potentilla (Potentilla anserina,erecta L.) 30 gtt 3 al dì | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Prunella (Prunella vulgaris L.)30-40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Regina dei Prati (Filipendula ulmaria L.) 40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Ribes nero ( Ribes nigrum L.)30 gocce 3 al dì | 50° | 460 g alcol al 95% con 540 g di acqua |
Rosmarino (rosmarinus officinal.L.)30 gocce 3 al dì | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Pungitopo (Ruscus aculeatus L.)30-40 gocce 3 al dì | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Salvia (Salvia officinalis L.920-30 gocce 2-3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Sambuco (Sambucus nigra L.)30- 40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Tarassaco (Taraxacum officinalis Weber) 40-50 gocce 3 al dì | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Trifoglio fibrino (Menyanthes trifoliata) 20-30 gocce 2-3 volte al dì | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Uva ursina Arctostaphylos uva-ursi L.) 20-30 gocce 3 volte al giorno per 15 giorni | 45° | 410g alcol al 95% con 590 g di acqua |
Valeriana rossa (Centranthus ruber L.)20-30 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Verbasco Verbascum polmonoides L.) 40-50 gocce 2-3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Verbena (Verbena officinalis L.)40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Verga d’oro (Solidago virgaurea L.) 30- 40 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Viola (Viola tricolor L.)40-50 gocce 3 volte al giorno | 60° | 565 g alcol al 95% con 435 g di acqua |
Zenzero (Zingiber officinale)30- 40 gocce 3 volte al giorno | 65° | 619 g alcol al 95% con 381 g di acqua |
Si chiama tintura madre perché è stata scelta come preparazione base per ottenere i medicamenti omeopatici, ma è anche il punto di partenza per preparare sciroppi e cosmetici idroalcolici oltre a essere impiegata come validissimo fitoterapico di per sé.
La pianta fresca pur contenendo molta acqua in cui diluisce i suoi principi attivi, presenta ancora tutta la sua vitalità rispetto alla pianta secca, fatto importantissimo nell’omeopatia.
Ci sono piante che seccate diventano poco efficaci come l’Erica, il Gallium, la Bardana, la Valeriana, l’Edera, il Capelvenere, l’Acetosella, la Cardiaca, il semprevivo, la Coclearia, la Pimpinella, ecc.
Perfino in alcuni oleoliti, dove normalmente si utilizzano piante secche per evitare che l’olio si irrancidisca, si usano fresche: esempio le foglie di Melissa e Malva, i fiori di Iperico, Arnica, Rosa gallica e Ligustro, la radice di Carota, i coni di Luppolo, il mallo di Noce, le gemme di Pino e di Pioppo, la corteccia di Salice, dato che anche queste piante essiccate prima, renderebbero nell’oleolito molto mento del loro valore curativo.
Nella tintura madre tutti i principi attivi estratti entrano in sinergia nel determinare le proprietà della pianta, molto più efficacemente che se operassero separatamente e sarebbe ancora meglio se la pianta venisse raccolta nel suo habitat naturale.
Nel momento della raccolta occorrerà un mortaio e pestello se la pianta è coriacea, un coltellino se raccolgo cortecce, un piccone se recupero radici profonde e un paio di guanti se raccolgo ortiche, oltre ad un paio di forbici robuste per sminuzzare il tutto.
Serviranno almeno 3 settimane di macerazione, prima di filtrare la tintura madre. Se essa dovesse essere come quantità inferiore alla quantità che prevedevo di ottenere, allora impregno il residuo rimasto nel filtro di altro alcol puro e lo strizzo di nuovo, meglio con un torchietto, per poi rabboccare con il filtrato ottenuto la tintura madre.
Quando si fanno i calcoli per poi procedere praticamente con la preparazione della tintura madre, spesso nelle piante in cui si utilizzano i fiori freschi o le foglie tenere, sempre molto ricche di acqua che le gonfia, la loro immersione da parte della soluzione idroalcolica è difficoltosa. In questo caso conviene macinare bene la pianta in modo che la sua fibra precipita e quindi viene ben coperta dalla suo liquido.
Lo stesso problema può verificarsi con la pianta secca ricca di fibra dato che la sua umidità è stata evaporata per la conservazione.
In qualche caso la fibra della pianta ingloba molta aria e questo ne aumenta il volume creando la difficoltà di coprirla con il mestruo di macerazione.
Ancora una volta occorrerà triturare finemente l’erba, favorendo inoltre una migliore estrazione dato che i questo caso aumenta la superficie di contatto fra la droga e il solvente impiegato.
ESEMPI PRATICI DI PREPARAZIONE DI ALCUNE TINTURE MADRI PARTENDO DA PARTI DIVERSE DELLA PIANTA
Volendo velocizzare i calcoli, saltando la fase della stufa pur sapendo che sarò un po meno preciso considero che i fiori contengono il 90% di umidità, le foglie tenere ne contengono circa l’80% (es Melissa), le foglie grasse (es. Rosmarino) contengono circa il 70-75% di umidità, le radici il 75%, le cortecce ne contengono il 66% e i frutti “asciutti” come le bacche di ginepro presentano ancora circa il 50% di acqua.
Esempio di calcolo per la tintura madre da BACCHE ( di Ginepro)
Utilizzerò 100 g di bacche,
il 50% del peso delle BACCHE è dato dalla loro umidità, di conseguenza anche il secco sarà circa di 50 g (cioè seccando completamente le bacche pesano 50g)
Moltiplico 50 g di secco per 10 ottenendo i grammi totali di tintura madre che preparerò da questa dose di bacche, cioè 500 g di soluzione idroalcolica, rispettando il rapporto stabilito per preparare la tintura madre secondo i criteri della farmacopea Francese, cioè Droga secca / Soluzione mista (di acqua e alcol) di 1/10 = 1 g droga secca ogni 10 g di soluzione idroalcolica.
In questa preparazione si tiene conto di 2 cose;
sia del grado alcolico da raggiungere alla fine della macerazione della tintura madre, sia del peso, espresso in grammi, dell’umidità contenuta ancora nella pianta fresca.
Con il metodo della tintura madre sono abbastanza costanti anche la quantità dei principi attivi estratti.
Ogni tintura madre della pianta di Ginepro deve essere al 60% di alcol.
500 per 0.60 = 300 di alcol puro e 500 – 300 = 200 gr di acqua.
Quindi ci serviranno 300 g di alcol puro e 200 g di acqua in totale.
Ma le bacche fresche contengono già 50 g di umidità, che saranno quindi sottratti ai 200 g di acqua totali, e otterrò che mi servono 150 g di acqua da aggiungere all’alcool puro.
Fatta la mia raccolta metterò 100 g di bacche fresche e contuse in 450 g di soluzione idroalcolica, ottenuta con 150 g di acqua e 300 g di alcol puro.
Ripongo il tutto nel barattolo, che poi chiudo e agito ogni giorno per 21 giorni.
Il barattolo, deve essere abbastanza voluminoso da rimanere in parte vuoto per permettere l’agitazione.
Dopo 21 giorni o più, si filtra la nostra tintura madre e se anche dopo aver strizzato il residuo solido rimasto nel filtro, in tutto non si ottengono 500 gr di TM, riimpregno il residuo solido di nuovo alcol puro e lo ristrizzo per ottenere altro estratto con cui rabbocco la tintura madre precedente.
Tintura madre RADICE di Valeriana
Altro esempio:Torno dai campi e peso 144 g RADICE fresca, che di solito contiene il 75% di umidità e il 25% di sostanza secca.
Moltiplico 144 g per 0,25 ( = 25%) e ottengo 36 g di secco
Moltiplico 36 g x 10 = 360 g di tintura madre che dovrò ottenere.
Dalla valeriana si estraggono bene i valepotriati e poi i baldrinali ( principali principi della valeriana) con un alcol al 60%.
360 x 0,60 = 216 g di alcol puro.
360 x 0,40 = 144 g di H2O (acqua) totali utili.
144 gr acqua della tintura – 108 g (144 gr radice x 0,75 = 108 gr, l’umidità già presente in 144 g di radice fresca ) = 36 g di H2O da versare in 216 g di alcol puro e per poi aggiungere sminuzzata i 144 g di radice raccolta ancora fresca.
(NB: diversi valori numerici coincidono e possono portare confusione!)
T.M. con FOGLIE grasse di rosmarino
Ho 100 g di foglie di rosmarino, le foglie contengono il 75% di umidità, cioè 75 g e 25 g di sostanza secca.
Moltiplico i 25 g x 10 = 250 g di soluzione idroalcolica da ottenere, che per il rosmarino deve avere un titolo di 65° alcol.
Quindi 250 x 0,65 = 162.5 g di alcol puro e 250 g -162,5 = l’acqua totale 87,5 gr.
Ora tolgo agli 87,5 gr l’acqua della pianta 75 g e ottengo 12,5 g di H20 che aggiunti all’alcol puro da mettere nell’alcol della tintura, cioè 162,5 g più i 100 g di foglie.
T.M. di FOGLIE tenere di Melissa
Parto da 200 g delle sue foglie, che conterranno circa 80% di umidità,
cioè 200 g x 0,80 = 160 g di umidità delle foglie fresche.
Poi moltiplico 200 g x 0,20 = 40 g di residuo solido e secco, questo valore lo moltiplico x 10 = 400 g di tintura madre da ottenere, che deve essere al 60% come grado alcolico.
400 x 0,60 = 240 g di alcol puro e 400 x 0,40 = 160 gr di H2O totale della soluzione.
160 gr della soluzione idroalcolica -160 gr di umidità della pianta = 0.
Quì devo coprire i 200 g della mia pianta con 240 g di solo alcol e dato che le foglie di melissa sono molto voluminose dovrò macinarle molto bene, anche aiutandomi con un estrattore se possibile, oppure pestarle manualmente in un mortaio di pietra.
Tintura madre con i FIORI di Calendula al 60% di alcol
parto da 60 g di fiori freschi, i fiori in genere contengono il 90% di H2O, cioè 54 g e 6 g di secco che moltiplico x 10 = 60 g di tintura madre, che deve essere al 60 %
cioè 36 g di alcol e 24 g di H2O totale. Ma l’umidità dei fiori è superiore (= 54 g)
Dovremmo fare 24 – 54 ma viene -30, in questo caso una parte della pianta dovrà essere prima seccata, o non strizzata più di tanto durante la filtrazione dato che nella fibra dei loro fiori (nel filtro) rimane raccolta ancora buona parte di questa umidità.
ALCOLATURO
E’ un’altro tipo di tintura che come la tintura madre viene ottenuta partendo dalla pianta fresca o dal suo succo, messa a macero in eguale quantità espressa in grammi di alcol puro.
Il rapporto fra la pianta fresca e l’alcol puro è di 1/1 e alla fine della macerazione il grado alcolico sarà intorno ai 50-60 gradi.
La tintura madre potrebbe somigliare a questa preparazione, solo che a seconda di dove viene raccolta, o in una stagione ricca di pioggia, anche i principi attivi dell’alcolaturo saranno più o meno diluiti, e quindi da un punto di vista fitoterapico essa è meno facilmente gestibile, data la loro variabilità. Un altro punto che la penalizza è che con essa non si determina, sulla base dell’umidità contenuta nella pianta, il grado alcolico ideale per estrarre soprattutto i principi attivi più efficaci per una determinata azione curativa.
Da questo punto di vista la concentrazione di principi attivi contenuti in un alcolaturo, ma anche in un alcolito, rimane sempre molto limitata rispetto alla concentrazione degli stessi che si raggiunge nel farmaco.
L’ALCOLATO invece è il distillato di una tintura
L’IDROLATO è l’acqua aromatica che più pesante si condensa sotto l’olio essenziale, durante la distillazione dello stesso.
Le piante sono esseri viventi e come gli animali assorbono dall’ambiente circostante non solo aria, acqua e sali minerali, ma anche energia vitale, chiamata anche prana.
I vegetali quindi, oltre che tramite i propri principi attivi, possono aiutare gli animali anche grazie alla propria specifica vitalità.
Tra l’altro le piante e gli animali, includendo l’uomo, vuoi attraverso l’alimentazione, la millenaria cura erboristica, la continua relazione fisica, l’ossigeno che noi inspiriamo e che le piante, nel loro intimo, producono, trasformano e inglobando a loro volta l’anidride carbonica che noi, animali, traspiriamo.
Ecco, tutto ciò ha reso la comune biochimica molto simile, fra noi e le piante, ma possiamo anche dire che chi ci ha creati ha volutamente pensato a queste consonanze biochimiche fra i vari regni per favorirne l’interazione e lo scambio reciproco.
Spesso l’uomo prima di avere dei sintomi di una malattia, nel corpo fisico presenta uno squilibrio nella sua vitalità, mentre le piante essendo costantemente aperte nello scambio fra il cielo e la terra tendono ad essere più equilibrate e verso di noi equilibranti.
Ogni giorno della settimana predomina un tipo di energia e non è un caso che i nomi dei giorni della settimana contengono i nomi di queste energie diverse, usate normalmente per indicare i sette pianeti principali.
Indicherò quali sono le caratteristiche salienti di queste ENERGIE e noterete, che anch’esse sono una chiave per decifrare la Segnatura.
La LUNA si sà, ha effetto sulle maree e su tutti i liquidi ed il nostro corpo è costituito principalmente da acqua, quindi la luna, soprattutto quella interna a noi influenza bene i nostri umori, specialmente se sei del cancro che è un segno lunare.
Dico “interna a noi” perché nel microcosmo uomo in piccolo ci sono tutti i pianeti, o meglio le loro energie.
Quindi molte piante lunari saranno diuretiche e drenanti linfatiche, come il Galium aparine o avranno la loro influenza sul cervello, altro organo lunare, tipo la Lunaria, la Salvia, la Pervinca, ecc.
In passato alcune piante lunari venivano impiegate nell’epilessia.
Capita di notare in alcune piante lunari, la forma dei loro semi a luna, penso al Galium Aparine, alla Lunaria ecc.
Ma la luna influenza anche la crescita e il nutrimento e molte piante lunari infatti sono commestibili, come la Portulaca, la lattuga, anzi tutte le piante da orto sono lunari, e non per niente servono come alimento.
Le persone lunari possono essere molto femminili, impressionabili, fantasiose, sentimentali e “lunatiche” appunto… su di esse le piante lunari saranno quelle che esercitano il maggior effetto curativo, data la loro consonanza energetica.
Ancora, le piante lunari possono manifestare il colore bianco, magari anche solo attraverso il loro lattice bianco, tipo la lattuga, la pervinca, gli oppiacei, che riducono la pressione psichica, agendo talvolta sul sistema nervoso come calmanti, ma anche quando compare la luna nel cielo, stanchi ci si calma e ci si prepara per andare a dormire.
A questo riguardo molte piante sono ipnotiche, o sedative anche del dolore come la morfina del Papavero da oppio e altre.
Alcune di esse stimolano la impressionabilità, caratteristica lunare e con essa migliorano la memoria.
Possono apparirci come piante molto fluide, mi viene in mente la Betulla, che anche se alta e con una grossa chioma, quando arriva il vento si flette, mentre alberi più rigidi come l’abete possono spezzarsi.
La Betulla è fondalmente pianta di venere ma con la sua corteccia bianca e la sua azione sui liquidi, come diuretico avrà certamente anche qualche influenza lunare.
Spesso nelle piante, a differenza dei minerali e dei metalli, l’influenza energetica globale è il risultato di un misto di energie diverse e anche per questo incontrerete molti autori in disaccordo, solo perchè ognuno ha un punto di vista differente.
All’inizio questa cosa ci confonde ma poi ci arricchisce.
Alcune piante lunari come la carota, stimolano la maternità, il suo fiore composto, se lo osservate, alla maturità si chiude in sé formando un nido, che ci ricorda la culla. Inoltre le carote contengono molto betacarotene, iodio, ferro organico, calcio, vitamina A, B6, C e molta fibra che favoriscono il buon sviluppo nel feto di occhi, ossa, denti, pelle, cervello, sistema immunitario e prevengono le infiammazioni intestinali e la stitichezza, come la decalcificazione della mamma in questo periodo.
All’interno del fiore di carota potete osservare un puntino scuro, un tempo, molto usato dai miniaturisti per colorare e per analogia il nascituro porterà uno spiccato colore nuovo nella vita dei suoi genitori.
Queste piante, in genere presentano un sapore ed un odore poco pronunciato e in effetti non devono stimolarci, bensì calmarci, a differenza delle P. solari.
Possono manifestare uno sviluppo veloce, pensate alla spiccata crescita del Salice, che tralaltro sceglie spontaneamente di vivere in un ambiente lunare, come lo sono i corsi d’acqua prediletti dal Salice.
Sono piante che possono avere forme infrequenti, possono essere emetiche e anche il vomito è liquido.
Gli organi sessuali e il cervello vengono anche rappresentati dalla luna, e queste piante possono stimolare la sessualità, pensate alla Lattuga virosa, che a piccole dosi è calmante, mentre a dosi elevate risulta afrodisiaca, e a questo riguardo infatti veniva fumata nelle feste come eccitante.
Anche la salvia stimola come infuso il processo del pensiero e la memoria, mentre come profumo è afrodisiaca, come tintura riduce i liquidi del sudore, ed è comunque considerata pianta estrogenica.
MARTE viene assimilato alle guerre, alle arti marziali” e le piante marziane tenderanno a stimolare le difese dell’organismo e loro stesse manifestano bene questa caratteristica difendendosi nell’ambiente in cui si trovano, magari attraverso le spine.
Possono stimolare la tiroide come il metabolismo. Marte viene chiamato anche il pianeta rosso e il rosso in questo caso evoca il fuoco metabolico, bruciare i grassi, allontanare le tossine.
Molte piante marziane presentano il colore rosso, pensate ai frutti del Peperoncino, del Tamaro, del Biancospino, il frutto del Pepe lasciato maturare sulla pianta si colora di rosso intenso: il pepe rosso.
La radice di Rabarbaro, con i suoi antrachinoni, molto irritanti, stimola fortemente le funzioni intestinali nell’espellere all’esterno il contenuto intestinale.
I peduncoli delle sue foglie sono di un rosso vivo.
Anche le Barbabietole rosse, sotto terra presentano un tubero voluminoso di un fortissimo colore rosso, e tralaltro riforniscono di ferro, elemento marziano, il sangue, contrastando bene l’anemia.
Anche l’Ortica e un pò meno il Romice contengono ferro.
Queste piante possono presentare un sapore piccante, esempio lo Zenzero, il Rafano, la Senape, l’Aglio, la Cipolla, il Peperoncino, ma anche il Pepe nero ha un gusto bruciante se esagerate.
Altre piante marziane si difendono con le spine.
Fra queste alcune sono la Rosa, il Biancospino, il Calcatreppolo, il Cardo benedetto, il Luppolo, l’Ortica, la Salsapariglia, il Crespino, il Prugnolo, ecc…
Spesso anche il sapore è molto forte, pensate alla Genziana, all’Assenzio, all’Aloe, le foglie deterrenti di Coriandolo che anche da lontano odorano di cimice.
Queste piante in genere sono asimmetriche nella loro forma, sono toniche, stimolanti, afrodisiache, rubefacenti, stimolano la cistifellea, il sistema muscolare e sono fra le prime a spuntare in primavera, dato il loro forte vigore, tipo l’ Acetosa.
Le persone del segno dello scorpione come dell’ariete, se in loro predomina o è in squilibrio l’energia marziana le piante con questa vibrazione saranno quelle che si riveleranno più curative.
MERCURIO richiama subito la comunicazione, lo scambio di informazioni che avviene attraverso la mente, il sistema nervoso con i suoi impulsi elettrici o il sistema respiratorio, tutte forme di comunicazione compresa la voce e l’udito in essa coinvolto.
Ci saranno molte piante mercuriane con virtù curative verso questi aspetti.
Di solito queste piante tendono a presentarsi curvate, possono colpirci con i loro colore giallo o arancio vivo, possono produrre un aroma e un sapore dolce,
Possono manifestare una crescita molto veloce e agire oltreché come calmanti, o antidolorifiche e sulle funzioni respiratorie.
Le persone nervose o con problemi respiratori, velocissime nella logica e tendenzialmente mercuriane, come tipo di energia predominante, saranno aiutate maggiormente da questo tipo di piante.
Alcune di queste piante sono, la Valeriana, che stimola e sostiene l’intelletto, ma calma il sistema nervoso, la Lavanda migliora la percezione psichica e interviene come calmante dell’ansia, la Digitale che interferisce sull’impulso elettrico (nervoso”) coinvolto nelle contrazioni cardiache, e così la Maggiorana espande la mente e riduce lo stress, la Cannabis utilizzata come medicina per migliaia di anni, e ancora oggi risulta utile contro il dolore neuropatico e nei dolori della sclerosi multipla, anche se meglio conosciuta come pianta psicoattiva.
E ancora, troviamo la Liquirizia, tipica per la sua radice molto gialla, la Carota dalla radice arancione,
La Tussilaggine, dai fiori gialli ma che agisce anche sulle vie respiratorie e esempio contro la tosse, l’erba Morella dalle antere dei fiori di un colore giallo e un tempo impiegata in chirurgia come antidolorifica, agendo sul sistema nervoso, la Dulcamara dai fiori gialli ed i frutti aranciati-rossicci dai colori molto vividi, e come dice il suo nome ha un gusto dolciastro, la Mandragora, ottima narcotica e sedativa, usata anche nei confronti della tosse, e ancora l’Enula campana, dai fiori giallo vivo e impiegata come mucolitico ed espettorante delle vie respiratorie.
Altro esempio è il Nocciolo, dai fiori unisessuali, cioè la stessa pianta porta sia fiori maschili che femminili.
anche nel simbolo del mercurio sono compresenti il sole e la luna, il principio maschile e femminile.
La riproduzione di questa pianta è anemofila e avvenendo grazie all’aria, elemento di mercurio, indica la sua appartenenza alle piante di mercurio.
In più i suoi fiori sono amenti gialli e in gemmoterapia viene impiegata in molti problemi respiratori.
Il giallo, ricordiamolo è il colore di mercurio.
GIOVE riguarda la giovialità e la tendenza a interessarsi un po a tutto sia che si tratti di politica, di religione o di questioni sociali.
Fisicamente è il pianeta più grande del sistema solare.
Questa tendenza all’espansione può riguardare anche il corpo che tende a ingrassare, il fegato organo più pesante, i polmoni che con ogni inspirazione si espandono e l’ipofisi, detto re dei re, che regna sul suo sistema ghiandolare, ma giove riguarda anche l’espansione di coscienza e l’intuizione che avviene nell’area dell’ipofisi dove i corpi sottili si incontano.
La crescita e l’alimentazione legata al metabolismo degli zuccheri e dei grassi e collegabile a giove.
Giove riguarda anche le vene e le piante che appartengono a questo tipo tendono a essere più efficaci sulle persone che hanno questo tipo di energia.
Giove ha un campo magnetico molto grande, fornisce energia al pianeta terra e analogamente riguarda la conservazione dell’energia da parte del corpo umano, riguarda il consumo di cibo, la digestione, il metabolismo dei carboidrati e il processo di l’assimilazione, e non è casuale se molte piante di giove intervengono dove non c’è moderazione, e dove ci sono malattie del fegato, dove c’è una cattiva digestione, congestione e sangue impuro.
Giove interviene anche sulla muscolatura e molte di queste piante sono antispasmodiche utili nelle convulsioni.
Giove induce in noi un temperamento ottimista, non a caso viene anche chiamato la grande fortuna.
Fra le piante di giove troveremo piante dal gusto amaro che stimolano il fegato, tipo il Carciofo che oltre ad essere amaro, se lo osservate rispetto alle altre piante è molto voluminoso, anche la Bardana, pur essendo di solito considerata venusina, alcuni la considerano gioviana come Patrick Rivière, probabilmente perchè è molto amara e stimola il fegato, ma anche perché crescendo diventa molto voluminosa da adulta.
L’Altea, chiamata anche bismalva, ha le proprietà della malva quadruplicate e rispetto a quest’ultima è molto grande, anche il Verbasco ha foglie molto grandi e cura le vie respiratorie, la Centaura invece è piccola ma amarissima.
Fra le piante di giove troviamo ancora la Cicoria che con il suo amaro è un toccasano per il fegato, la Fumaria sul fegato è anfo coleretica e depurativa del corpo, inoltre è utile dove il fegato è sofferente e la persona tende alla tristezza.
L’ Epatica, lo dice il nome, è stata utilizzata per i problemi al fegato e presenta un colore violaceo simile al fegato, invece la Polmonaria, che ha foglie molto particolari e grandi rispetto al resto della pianta, e le foglie sono per analogia legate alle vie respiratorie, aiuta i polmoni in varie problematiche.
Giove riguarda anche la circolazione del sangue e in questo caso troviamo il mirtillo, l’ippocastagno, il Frassino excelsior, anche antispasmodico che cresce fino a raggiungere i 40 metri.
Per il facile metabolismo degli zuccheri vediamo il comune Fico, mentre per i traumi muscolari è utilissima l’Arnica montana che omeopaticamente migliora la respirazione e la circolazione.
Quindi, come vedete ogni tipo di energia agisce su più organi.
VENERE è la bellezza, l’armonia che si raggiunge quando sono state integrate le energie opposte e le piante venusine portando armonia e salute.
Questa armonia si ritrova nell’arte, specie della musica e nella bellezza anche di alcune piante come la Betulla, che agisce sulla funzione renale, la Filipendula, chiamata anche regina dei prati per la sua bellezza, che agisce come drenante, la Saponaria, anch’essa dai fiori rosa, che cura la bellezza della pelle, la Bardana, essa depurando il fegato è indicata per tutti i problemi di pelle.
Venere è l’intelligenza che regna sulla materia, è sempre una energia femminile come la luna, ma ha una valenza di completezza con il maschile.
I reni sono organi venusini.
SATURNO riguarda la profondità delle valli e molte piante saturnine crescono nelle valli ombrose, lontane dalla comune frequentazione umana.
Queste valli incutono infatti un certo sentore sinistro.
alcune di queste piante sono considerate palingenetiche, cioè favoriscono il trapasso, ma anche l’ascesi, che è una sorta di trapasso e alcune piante di questa categoria crescono in cima ai monti. Saturno è anche detto la porta che da un lato separa la materia e il determinismo e dall’altro si apre alla libertà e quindi al cielo.
Non è un casuale che dopo sabato viene domenica.
Quindi riguarda da un lato la massima concentrazione della materia, si dice che saturno è il fuoco congelato nella materia, il fuoco divenuto materia solida, la concretezza, la solidità delle pietre, le ossa, le piante cicatrizzanti e mineralizzanti a livello fisico.
Fra queste piante troviamo l’Equiseto, che aiuta a indurire le ossa essendo ricco di silice ( elemento saturnino), la Consolida che da 2000 anni è stata utilizzata per rinsaldare le ossa fratturate e ogni genere di ferita della pelle, la Borsa pastore, che coagula molto bene il sangue e fortifica i cedimenti muscolari, ecc…
Ma saturno, come abbiamo detto riguarda anche piante che agiscono più come interiorizzanti e infatti come ghiandola corrisponde all’epifisi, utile per la ricezione dell’energia cosmica.
Il Pino silvestre aiuta ad andare in profondità in noi stessi, come anche la Primula.
Saturno è lo spirito di sacrificio e di adattamento a situazioni avverse, in vista di un fine ultimo positivo.
Fra queste piante ci sono molte piante con dei principi così potenti e concentrati che vengono adoperate specialmente in omeopatia, esempio:
Aconito, Bella donna, Cicuta, Giusquiamo, Veratro, Tasso, Sigillo di salomone, ecc…
Saturno riguarda la depressione e la malinconia.
Le piante di saturno si sviluppano molto lentamente e figurano nel complesso allungate.
In genere con il loro gusto sgradevole, allontanano gli erbivori.
SOLE è invece il pianeta che corrisponde al cuore e analogamente riscalda, rivitalizza e illumina la vita delle persone.
Le piante solari in genere stimolano la circolazione, sono rivitalizzanti e anti depressive.
Come la luce del sole va dall’interno verso l’esterno, contrariamente a quella di saturno che invece al contrario favorisce la concentrazione.
Le persone solari tendono a manifestare esternamente la propria interiorità e a occuparsi della realtà esterna, (infatti si tratta di persone tendenzialmente realiste) dirigendola, rallegrandola, riscaldandola, illuminandola” un po” come fa il sole. Queste piante si riconoscono perché presentano un sapore e un odore intenso, penso al Noce, alla Celidonia, alla Angelica, allo Zafferano che è fortemente antidepressivo, ma anche l’Iperico è conosciuto come antidepressivo, al Rosmarino, alla Ruta, all’Alloro. Possono essere piante alte ed erette.
Volendo sintetizzare e avere una visione olistica della pianta potremmo considerare fondamentalmente tre aspetti: l’origine, l’essenza e il fine.
L’ORIGINE della pianta che può essere rintracciata nel tipo di energia che si condensa in molte delle sue caratteristiche fisiche e chimiche, incluse le sue virtù curative.
Il secondo aspetto fondamentale è la conoscenza dell’ESSENZA della pianta manifesto nella sua forma esteriore, quindi nel colore, nel sapore, nel profumo, nell’interazione che essa ha con l’ambiente circostante minerale, animale e vegetale, l’ambiente di crescita e le leggende.
Il terzo aspetto che normalmente è l’unico che viene considerato è IL FINE, cioè le sue proprietà curative.
Ma alcune piante sono portate più ad agire sui corpi sottili e quindi non presentano molecole chimiche con azione sintomatica e la loro utilità viene indovinata” attraverso il linguaggio della segnatura, la quale considera soprattutto l’origine della pianta e la sua essenza, e poi confermata dall’esperienza clinica.
Nel seguito vediamo di distinguere molte piante in base alla qualità dell’energia predominante in esse.
PIANTE SOLARI | PIANTE LUNARI | PIANTE MARZIANE |
Alloro | Agnocasto | Aglio |
Anagallide | Acanto | Assenzio |
Angelica | Bietola | Acetosa |
Arancio | Broccolo | Aloe |
Bergamotto | Carota | Ananas |
Carlina | Crescione | Alliaria |
Camomilla | Convolvulo | Avena Sativa |
Celidonia | Cardamina l. s. | Anemone |
Calendula | Curcuma longa | Basilico |
Cicoria | Colza | Biancospino |
Cannella | Citriolo | Brunella |
Camomilla romana | Cavolo | Berberis Vulgaris |
Calamo aromatico | Esclarea | Bosso |
Chiodi di garofano | Fagiolo | Caglio |
Centaurea | Fico | Clematis V. |
Curcuma | Funghi | Cipolla |
Dittamo | Fava Issopo | Caprifoglio |
Drosera | Gallium Aparine | Cassia Obovata |
Eufrasia | Iris | Cardo benedetto |
Ecchio | Mercorella | Coriandolo |
Fragola | Lunaria | Calcatreppolo |
Fragola selvatica | Ligustro | Elicriso |
Ginestra | Lonicera | Genziana |
Ginepro | Lattuga | Gelso |
Girasole | Nastrutium | Marrubbio |
Inula | Ortensia | Noce Vomica |
Iperico | Piretro | Ortica |
Limone | Primula | Origano |
Ligustro | Portulaca | Peperoncino |
Noce | Pisello | Prugnolo |
Mughetto | Patata | Piantaggina M. |
Olivo | Pomodoro | Pepe Nero |
Oleandro | Papavero Sonn | Pino |
Parietaria | Papaya | Ranuncolo |
Passiflora | Prugnolo | Rabarbaro |
Peonia | Pilosella | Rafano |
Pimpinella | Piantaggine | Romice |
Pepe | Pervinca | Susino |
Potentilla Reptans | Sedano | Scilla Sabina |
Riso | Sassifraga | Senape |
Ruta | Stellaria Media | Salsapariglia |
RosaCanina | Salvia | Tabacco |
Rosmarino | Sassifraga | Tormentilla |
Ranuncolo | Veronica | Zenzero |
Senape | Zucchina | |
Salice | ||
Vite | ||
Zafferano |
PIANTE MERC. | PIANTE GIOVIANE | PIANTE VENUSINE | PIANTE SATURNINE |
Avena | Agrimonia | Alchemilla | Agrifoglio |
Brionia | Arnica Montana | Aquilegia Acetosa | Aconito |
Cerfoglio | Basilico | Achillea | Amaranto |
Canapa | Cicoria indivia | Betulla | Borsa Pastore |
Dulcamara | Centaurea Benedetta | Balsamina | Bistorta |
Digitale | Castagno | Bardana | Belladonna |
Erba Mora | Carciofo | Ciliegio | Cipresso |
Farfara Tussillago | Cannella | Edera Terrestre | Colchico |
Finocchio Dolce | Epatica | Erba roberta | Calluna |
Inula Elenium | Edera | Fagiolo | Consolida |
Ligustro | Eleuterococco | Filipendula | Crespino |
Lavanda | Fumaria | Ligustro | Cicuta |
Luppolo | Frassino | Regina dei P. | Cuscuta |
lavandino | Fico | Rosa damasc. | Centinodio |
Liquirizia | Gelsomino | Rasa canina | Carpino |
Menta | Ginseng | Saponaria | Cannabis |
Mughetto | Hepatica Nobilis | SolidagoVergad | Digitale |
Marrubbio | Iperico | Prezzemolo | Dulcamara |
Maggiorana | Imperatoria | Vulneraria | Epilobio |
Mercurialis | Mirtillo | Verbena | Erica |
Noccialo | Melissa | Elleboro Nero | |
Origano | Mirra | Equiseto | |
Parietaria | Meliloto | Frangula | |
Serpillo | Polmonaria | Fumaria | |
Santoreggia | Pervinca | Mais Orobanca | |
Verbena | Pompelmo | Maggiociondolo | |
Timo, Verbasco | Quercia | Pungitopo | |
Tasso Barbasso | Salvia Sandalo | Pino P.Mugo | |
Santoreggia | Pioppo | ||
Semprevivo | Primula | ||
Tanaceto | Ricino | ||
Tiglio | Sigillo d Salom. | ||
Tarassaco | Sambuco | ||
Verga Doro | Sorbo Domestic | ||
Scilla | |||
Tasso |