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Compendio piante edibili
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I Gemmoderivati
I gemmoderivati o macerati glicerinati o meristematici sono preparati utilizzando i tessuti ancora giovani, come le gemme, in cui le cellule non si sono ancora differenziate per diventare foglie o fiori, radichette, ecc.
Le molecole dei principi attivi in questi tessuti non sono ancora formate: le cime di piante considerate velenose come il Tamaro e la Vitalba, per esempio, vengono inclusi fra gli spinaci selvatici e quindi edibili, in quanto i tessuti di questi germogli non hanno ancora preso forma e così anche le loro molecole nocive.
Fra questi tessuti meristematici troviamo:
le gemme, le radichette, la corteccia delle radichette e dei rami giovani e i semi freschi, tutti questi tessuti contengono il 90% di acqua.
Giovani getti con il 75% di acqua e il 25% di secco.
Semi secchi contengono il 50% di acqua.
Linfa che verrà considerata come una unità
Questi tessuti ancora in embrione sono chiamati meristemi, e sono ricchi in qualità e quantità di sostanze non presenti nei tessuti già formati come: gli ormoni vegetali tipo le auxine e le gibberelline,
gli enzimi, gli acidi nucleici, gli aminoacidi, le vitamine, le proteine, ecc.
L’insieme di queste sostanze estratte nel macerato glicerinato agiscono sul “terreno” della malattia ovvero non sui sintomi come le molecole chimiche formate e cristallizzate, ma in profondità e in maniera dolce sul corpo fisico.
Stimolano cioè gli organi emultori come i reni, il fegato, l’intestino, i polmoni, la pelle, il sangue e la linfa, promuovendo una profonda depurazione del corpo,
auspicabile questa anche prima di una terapia omeopatica.
Viene stimolato il reticolo endoteliale a produrre le cellule macrofaghe e quindi vengono alzate le difese immunitarie e tutto il corpo viene disinfiammato.
Questa fitoterapia, parte dalla pianta fresca nel fare la macerazione come la tintura madre ma è molto più diluita ( il rapporto droga secca / estratto è di 1 a 20 a cui segue un’ulteriore diluizione, alla prima decimale omeopatica).
Il grado alcolico finale dell’estratto è più basso di quello della tintura madre cioè intorno ai 30°alcolici, e le molecole chimiche non sono ancora formate, sono invece presenti i fattori di crescita, (sopra citati)
Per tutti questi motivi indicherei questa terapia anche ai bambini che presentano un corpo molto più sensibile e ai quali si darà un dosaggio giornaliero ancora più basso.
Il gemmoderivato si conserva per 5 anni essendo superiore ai 25°alcolici indispensabili per la conservazione di una tintura.
Si ottiene macerando i tessuti in alcool puro, che penetra bene i tessuti più duri estraendo bene le virtù vegetali, veicola bene la vitalità della pianta, quì molto presente ed è un ottimo conservante.
La glicerina vegetale, o il miele suo sostituto, estraggono bene dalle gemme i fitormoni.
Esempio di preparazione:
Si parte da una piccola quantità, data la alta diluizione che verrà fatta. Scelgo le gemme,100 g di gemme, contengono il 90% di acqua e il 10% di sostanza secca, cioè 10 g che moltiplico per per 20 e ottengo la quantità di solvente espressa in grammi, cioè 200 g ripartiti in parti uguali fra l’alcol 100 g e altri 100 g di miele. Quindi per 30 giorni metto i miei 100 g di gemme triturate in 200 g della miscela di alcool e miele.
Durante questo periodo agito bene il macerato ponendolo sempre al buio e al fresco.
Quindi torchio e filtro, eventualmente rabbocco con alcol e miele fino ad arrivare con l’estratto al peso del solvente iniziale, cioè 200 g e a questo punto eseguo su un campione di estratto per esempio di 20 g la prima diluizione decimale dell’omeopatia.
20 g moltiplicati per 9 ottengo 180 g di nuovo solvente in cui poi diluirò 20 g del mio estratto precedente, che ne saranno appunto un decimo.
Il solvente per questa diluizione è ora costituito dal 50% di miele cioè 90 g,(la metà di 180), 30% di alcool sempre di 180 g che fa 54 g di alcool e 20% di acqua che su 180 g totali sarà 36 g di acqua.
Diluiti i 20 g del primo macerato in questa miscela di miele , alcool e acqua in tutto 180 g, ottengo 200 g di estratto pronto per essere assunto 35-50 gocce in poca acqua tre volte al giorno.
I liquori
Per preparare un buon liquore si prepara come prima cosa una tintura, mettendo a macero per qualche settimana o un mese, le spezie che ci interessano, o erbe spontanee, o frutta fresca matura ma ancora molto buona, in un litro di alcool, o di grappa molto forte e alla fine del periodo della macerazione si prepara a parte uno sciroppo sciogliendo 700 g di zucchero (anche di canna) in 1 litro di acqua, scaldando l’acqua con lo zucchero sul calore dei fornelli ma girando per non formare il caramello, oppure si scalda a bagnomaria.
Sciolto lo zucchero nell’acqua ci si aggiunge la tintura filtrata è poi metto il tutto ancora circa due settimane o un mese a macerare insieme e quindi il nostro sciroppo è pronto, esso deve macerare al buio e in luogo fresco, più è lunga la macerazione e migliore sarà il liquore.
La quantità di spezia, erba spontanea (ad esempio la genziana),o frutta varia come quantità per un litro di alcool da 300 g a 1 kg a seconda di quanto è forte il sapore che vogliamo per soddisfare i nostri gusti personali oltre che naturalmente dalla quantità di acqua contenuta nel vegetale che intendiamo usare, la frutta fresca per esempio ne ha molta.
I liquori possono durante la macerazione essere tappati con un tappo in sughero ma se si intende procedere a un lungo invecchiamento allora conviene sigillarli ulteriormente con la ceralacca, cioè immergere il tappo, che è nella bottiglia, nella cera sciolta che poi si indurisce all’aria.
Gli strumenti fondamentali per preparare un buon liquore casalingo sono un vaso di vetro ermetico, un imbuto con filtro e una bottiglia di vetro. Il vaso di vetro serve per la macerazione in alcol degli aromi. Sarebbe opportuno sceglierne un modello con apertura piuttosto larga per agevolarne il travaso. Non utilizzate contenitori in plastica, perché potrebbero cedere sostanze all’alcol.
L’imbuto deve essere dotato di scanalature a spirale per evitare che il filtro aderisca alle pareti. Il materiale migliore è la carta bibula, tranne per i liquori molto scuri e densi per cui è preferibile la tela.
ALCUNE RICETTE
Dato che le piante impiegate e la loro umidità può variare moltissimo si avranno anche molte ricette di cui vi riporto una parte.
LIQUORE D’ASSENZIO
Ingredienti: 400 g di alcool a 95°, 10 g di assenzio, 3g di menta piperita 45 g di anice, 40 g di finocchio, 30 g di mandorle amare, 15 g di coriandolo, 400 g di acqua, 300 g di zucchero.
Preparazione: Pestate le spezie nel mortaio e ponetele a macerare con l’alcool in un vaso chiuso per una decina di giorni. Aggiungete lo zucchero e l’acqua, amalgamate il tutto rimestando bene e lasciate riposare un giorno. Filtrate ed imbottigliate inceralaccando. il liquore sarà pronto per essere degustato dopo sei mesi. Mezzo bicchierino al dì prima o dopo i pasti. Se corrisponde al vero il detto popolare che “più un’erba è amara tanto più è salutare”, allora state tranquilli: di erbe amare come l’assenzio non ce ne sono.
LIQUORE DI GINEPRO (CON ALCOOL)
Ingredienti: 300 g zucchero, 300 g acqua, 250 g alcool a 95°, 100 bacche di ginepro.
Mettere le bacche di ginepro pestate al momento, insieme all’alcol, in un vaso a chiusura ermetica e lasciar macerare il tutto per 4 settimane. Preparare uno sciroppo, facendo bollire lo zucchero con g 300 di acqua, poi lasciare che si raffreddi del tutto. Filtrare il liquido nel quale ha macerato il ginepro, dopo di che aggiungervi lo sciroppo; imbottigliare poi lasciare stagionare il liquore per almeno 8 mesi prima di consumarlo.
LIQUORE AL GINEPRO (CON GRAPPA)
Ingredienti: una manciata di bacche di ginepro, due etti di zucchero, un litro di grappa.
Preparazione: pestare le bacche sminuzzandole il più possibile, quindi versarle nella grappa insieme allo zucchero. Lasciare riposare per tre settimane e poi filtrare e imbottigliare. Proprietà: è un liquore che aiuta la digestione difficile. Non superare í due cucchiai al giorno, specialmente se uno ha una cistite acuta.
LIQUORE DI MORE
Ingredienti: 1 litro di alcool a 95°, 1 Kg di more di rovo selvatico, 600 g di zucchero, 600 g di acqua.
Preparazione: Lavare ed asciugare le more, metterle in infusione nell’alcool per 10 giorni. Preparare lo sciroppo di acqua e zucchero e unire all’alcool filtrato. Lasciare riposare per 20 giorni.
LIQUORE LIMONCELLO
Ingredienti: 1 litro di alcool a 95°, 700 gr di zucchero, 7 limoni grandi non trattati, 1 litro di acqua.
Preparazione: Lavare bene la buccia dei limoni e tagliarla in fettine sottili evitando assolutamente la parte bianca. Farla macerare nell’alcool 2 settimane. Filtrarla bene. Sciogliere perfettamente lo zucchero facendolo bollire con 1 litro d’acqua, aggiungervi il preparato, imbottigliarlo ben chiuso. Consumare dopo che ha riposato 15 giorni
LIQUORE AL BASILICO
Ingredienti: 1 litro di alcool a 95°, 1 Kg di zucchero, 50 gr di foglie di basilico fresco, 500 g d’acqua.
Preparazione: Far macerare nell’alcool le foglie di basilico lavate e sfilettate per 7 giorni. Filtrate bene. Sciogliere perfettamente lo zucchero col ½ litro d’acqua, aggiungervi il preparato, imbottigliarlo ben chiuso. Consumare dopo che ha riposato 2 mesi. Il liquore va servito a temperatura ambiente. Il suo aroma originale e fresco lo renderà gradito soprattutto in estate, ma le proprietà del basilico ne fanno un ottimo digestivo e un buon rimedio contro l’insonnia durante tutto l’anno.
LIQUORE AL CAFFE’
Ingredienti: 1 litro di alcool a 95°, 1 Kg di zucchero, 1 Kg di caffè (qualità forte)
Preparazione: Sciogliere zucchero e caffè a fuoco molto lento e attendere che si raffreddi. Unire l’alcool, mescolate e imbottigliarlo ben chiuso. Consumare dopo che ha riposato 1 mese
LIQUORE ALLA MENTA
Ingredienti: 1 litro di alcool a 95°, 1 Kg di zucchero, 50 gr di foglie di menta fresca, 1 manciata di sementi di anice, 500 g d’acqua.
Preparazione: Far macerare nell’alcool le sementi di anice e le foglie di menta lavate e tagliuzzate per 7 giorni. Filtrate bene. Sciogliere perfettamente lo zucchero col ½ litro d’acqua, aggiungervi il preparato, mescolate, imbottigliarlo ben chiuso. Consumare dopo che ha riposato 2 mesi
LIQUORE ALLE NOCI (1° metodo per il NOCINO)
Ingredienti: 1 litro di alcool a 95°, 1 Kg di noci fresche, 800 gr di zucchero, cannella, noce moscata, chiodi di garofano, 500 g di acqua.
Preparazione: Far macerare nell’alcool le noci pulite e frantumate in un recipiente chiuso, esporlo al sole per 2 mesi, agitando di tanto in tanto. Sciogliere perfettamente lo zucchero col ½ litro d’acqua, filtrate bene il preparato e aggiungetelo insieme ad un pizzico di noce moscata, i chiodi di garofano e ad un pezzettino di cannella. Mescolate, rimetterlo nel recipiente e disponetelo di nuovo sotto al sole per altri 15 giorni. Filtrate nuovamente, imbottigliatelo ben chiuso. Consumare dopo che ha riposato 3 mesi minimo
LIQUORE ALLE NOCI (2° metodo per il NOCINO)
Ingredienti: 33 noci verdi ancora nel mallo e tenerissime( così da poterle passare da parte a parte con uno spillo) tagliate in quattro parti . 1 litro di alcool a 95°, 500 g. di zucchero, 6 chiodi di garofano, una stecca di cannella, 500 g di acqua.
Preparazione: Metto le noci, i chiodi di garofano e la cannella in un vaso ben pulito ed asciutto e le copro con l’alcool ; chiudo ermeticamente e faccio macerare per 35 giorni ; tengo il vaso per quanto più possibile esposto al sole , i primi 20 giorni lo scuoto tre volte al giorno. Aggiungo uno sciroppo preparato con lo zucchero e con 500 g. di acqua e mescolo con un cucchiaio di legno ; chiudo ermeticamente e faccio macerare 15 giorni; tengo il vaso quanto più possibile esposto al sole e lo scuoto due volte al giorno . Filtro il nocino con carta da filtro per una o due volte sino ad averlo sufficientemente limpido; lo verso in bottiglie , le chiudo con tappi nuovi di sughero . Per maggior garanzia di tenuta ricopro i tappi immergendo i colli delle bottiglie in paraffina sciolta a caldo . Le conservo in luogo fresco, asciutto , buio e ben areato . E’ pronto dopo 60 giorni . ( le noci rimaste assai gustose, vanno conservate , in vaso ben pulito ed asciutto sotto alcool).
LIQUORE ALLE 13 ERBE
Ingredienti: n. 4 foglie di limoncina, n. 4 foglie di alloro o lauro, n. 4 foglie di menta, n. 4 foglie di salvia, n. 4 foglie di basilico, n. 8 foglie di rosmarino, n. 4 bacche di ginepro, n. 4 chiodi di garofano, 1 pezzetto di cannella, ½ cucchiaino di semi di finocchio, ½ cucchiaino di the, ½ cucchiaino di camomilla, buccia di limone (solo la parte gialla o verde), ½ litro acqua, ½ litro alcool a 95°, 400g. zucchero.
Preparazione:Mettere tutte le erbe a bagno nell’alcool, lasciare macerare per 5 giorni, scuotendo ogni tanto. Trascorsi 5 giorni aggiungere lo sciroppo ancora caldo, preparato con il ½ l. di acqua ed i 400 g. di zucchero. Lasciare raffreddare e dopo 24 ore filtrare.
LIQUORE DI CAMOMILLA
Ingredienti: 2 manciate di fiori freschi e interi di camomilla matricaria (almeno 70 g), 700 g di acqua, 700 g di zucchero, 1 litro di alcool a 95°
Preparazione: Macerate la camomilla sbriciolata nell’alcool per 40 giorni. Scuotete il vaso due volte al giorno. Trascorso questo tempo preparate a caldo uno sciroppo con l’acqua calda e lo zucchero. Filtrate l’alcool attraverso una tela, spremete bene il residuo vegetale per recuperare tutta l’essenza. Unite lo sciroppo raffreddato, mescolate e lasciate riposare un giorno. Se vi sembrerà un po’ velato filtrate prima di imbottigliare. Questo liquore è ottimo per digestivo e gli antispasmodico.
LIQUORE ALLA SALVIA
Ingredienti: n. 30 foglie di salvia, n. 3 chiodi di garofano, ½ litro alcool a 95°, ½ litro vino bianco, 500g. zucchero.
Preparazione: Lavare ed asciugare le foglie di salvia. Mettere in un vaso tutti gli ingredienti; lasciare macerare per circa 2 mesi. Trascorsi i 2 mesi, filtrare e raccogliere il liquido in una bottiglia; chiudere con un tappo e con della ceralacca. Lasciare riposare per 6 mesi.
LIQUORE D’ERBE AL MIELE
Ingredienti: 800 ml di alcool a 95°, 800 ml d’acqua, 700 g di zucchero, 120 g di miele, 6 foglie di basilico, 6 foglie di erba di San Giovanni, 6 foglie di salvia, 3 foglie di rosmarino, 6 foglie di menta, 6 foglie di tè, 6 foglie di limone, 6 foglie di alloro, 6 fiori di camomilla, 6 bacche di ginepro, 2 chiodi di garofano, 3 g di zafferano e cannella.
Preparazione: Mettete in infusione per 6 giorni nell’alcool tutti gli aromi e le spezie, ricordandovi di scuotere dolcemente il recipiente un paio di volte al giorno. Aggiungete quindi lo sciroppo preparato con acqua e zucchero, a cui avrete incorporato a freddo anche il miele. Filtrate, ed è pronto. Liquore dalle notevoli proprietà tonificanti.
LIQUORE da foglie o bacche di ALLORO (Laurus Nobilis)
Ingredienti:1 litro di alcool a 95°, 40 foglie fresche,( lavate e asciugate), 1 litro di acqua, 800 g di zucchero, una corteccia intera di cannella, ¼ o ½ di barretta di vaniglia, 1 chiodo di garofano, la buccia di ½ limone, senza la parte bianca.
Preparazione: metti in un vaso le foglie di Alloro insieme alle altre spezie e l’alcol lasciando macerare per 40 giorni e agitando il tutto ogni 2 giorni. Dopo far bollire nell’acqua lo zucchero fino allo scioglimento totale. Lasciare raffreddare, filtrare la tintura che viene aggiunta allo sciroppo, mescolare bene e imbottigliare. Può essere bevuto freddo o bollente come un ponc.
LIQUORE da bacche di LAURO (LAURO CERASO) LAURINO
Ingredienti: 1 litro di alcool a 95°, 500 g di bacche di lauro ceraso, 1 litro d’acqua, 1 Kg di zucchero.
Preparazione: Lavate e asciugate 500 g. di bacche di lauro ceraso e mettetele in un vaso con chiusura ermetica , unite 1 litro di alcool a 95° e lasciare riposare per un paio di giorni. Trascorsi questi due giorni far bollire1 Kg. zucchero in 1 litro d’acqua; quando e’ freddo, mescolare lo sciroppo con il contenuto del barattolo . Agitare una volta al giorno per un paio di settimane e riporre in luogo chiuso , lontano dalla luce poi filtrare, sempre con dischi enologici, e imbottigliare , consumare dopo un mese o due. Le bacche non vanno mangiate né schiacciate dato che i semi contengono acido cianidrico e in questo caso sono tossiche, ed del liquore è meglio berlo con moderazione.
LIQUORE DI FINOCCHIO
Ingredienti: 120 g di alcool a 95°, 1 litro di vino bianco secco, 50 g di zucchero, 10 g di semi di finocchio, 10 g di semi di anice, 10 g di semi di cumino, 10 g di semi di coriandolo.
Preparazione: Pestate in un mortaio di marmo le droghe e mettetele a macerare per 20 giorni in un vaso assieme all’alcool. Agitate due volte al giorno e, dopo aver filtrato, aggiungete il vino bianco nel quale avrete fatto sciogliere i 50 grammi di zucchero. Amalgamate il tutto, lasciate riposare mezza giornata e mettete in bottiglia. Prendetene mezzo bicchierino un’ora dopo i pasti come carminativo e diuretico. Consumate fresco.
LIQUORE BENEDETTINO
Ingredienti: 25 g di coriandoli, 3 g di macis, 12,5 g di scorze di limone, 12,5 g di menta piperita, 10 g di melissa, 12,5 g di fiori di arancio, 10 g di issopo, 750 g di alcool a 95°, 7,5 g di radice di angelica, 500 g di acqua, 5 g di calamo aromatico, 875 g di zucchero, 1,5 g di ginepro, 1 g di fiori di cannella, tintura di zafferano q.b.
Preparazione: Questa è una buona imitazione dell’autentico Bénédictine dei monaci di Fécamp. Pestate tutte le droghe e ponetele a macerare con l’alcool in un vaso a tenuta ermetica. Lasciatelo in un luogo fresco e buio per 10 giorni, ricordandovi ogni tanto di scuotere il vaso con il suo contenuto. L’undicesimo giorno preparate, con l’acqua e lo zucchero, uno sciroppo a caldo, lasciandolo bollire dieci minuti e facendolo poi raffreddare. Quando sarà ben freddo filtrate l’alcool aromatizzato, unitelo allo sciroppo, coloratelo con gocce di tintura di zafferano fino a raggiungere un bel colore brillante. Mescolate il tutto e poi imbottigliate, tappando con cura.
LIQUORE MILLEFIORI
Ingredienti: 180 g di alcool a 95°, 500 g d’acqua, 500 g di zucchero, 1 g di fiori di lavanda, 1 g di fiori di timo, 1 g di menta piperita, 1 g di cardamomo, 1 g di chiodi di garofano, 1 g di maggiorana, 1 g di vaniglia, 1 g di dittamo, 1 g di macis, 1 g di coriandolo.
Preparazione: Frantumate le droghe in un mortaio e ponetele a macerare con l’alcool in un vaso chiuso per 10 giorni,avendo cura di agitare due volte al giorno. Filtrate finché il liquore sarà perfettamente limpido, poi aggiungete l’acqua e lo zucchero rimestando in modo da ottenere un amalgama perfetto. Imbottigliate con sughero e ceralacca e stappate dopo aver atteso 6 mesi. Farete la felicità degli ospiti servendolo in piccoli bicchieri colmi di fragranza.
DIGESTIVO DI CARCIOFO
Ingredienti: 500 g di foglie di carciofo 1 litro di alcool a 70° (alcool a 95° allungato con acqua).
Preparazione: Si devono soltanto mettere a macerare le foglie di carciofo nell’alcool per 12 giorni , quindi si filtra con carta enologica , e si imbottiglia . Considerate che il liquore e’ abbastanza fortino , oltre ad essere amaro come e più del fernet , quindi potete eventualmente aggiungere un po’ di sciroppo di acqua e zucchero (max 150 g di acqua e 150 g di zucchero) se volete renderlo un po’ più leggero e meno amaro Comunque io lo consiglio al naturale, un mezzo bicchierino fa digerire anche i sassi .
AMARO DI GENZIANA
Ingredienti: 60 g di radice essiccata e grattugiata di genziana maggiore (genziana gialla), 1 litro di vino bianco secco, 500 g di zucchero vanigliato.
Preparazione: Mettere le radici di genziana in infusione nel vino bianco assieme allo zucchero vanigliato per 30 giorni e filtrare. Digestivo meraviglioso ma molto amaro.
ELISIR DI PRIMAVERA
Ingredienti: 500 ml di alcool a 60° (ricavarlo diluendo quello a 95°), 500 ml d’acquavite stagionata, zucchero, frutta fresca(primaverile e non), 10 chiodi di garofano, un pezzetto di cannella.
Preparazione: In un vaso di vetro, a bocca larga e a chiusura ermetica versate l’alcool assieme ad alcuni cucchiai di zucchero, quindi mettete a macerare la prima frutta che compare in primavera in quantità non eccessiva, ma sufficiente per aromatizzare il liquore. Successivamente aggiungerete i frutti delle altre stagioni, che completeranno così lo straordinario elisir (fragole, ciliegie, pesche, albicocche, noci acerbe sminuzzate, fichi, lamponi, mirtilli, prugne, pere, uva, more, ribes, uva spina, arance ecc.). Dopo diversi mesi, alla fine di novembre o di dicembre, aggiungete al composto l’acquavite e riponete il vaso, chiuso ermeticamente, in luogo buio e caldo per almeno 2 mesi. Agitatelo ogni tanto con molta delicatezza. Potrete servire il liquore assieme alla frutta o da solo, utilizzando la frutta per guarnire torte, decorare una coppa di gelato o insaporire una macedonia. Ricordatevi che la frutta deve essere lavata e ben asciugata, ma non sbucciata; dovrete invece togliere gli eventuali noccioli. Tra uno strato e l’altro di frutta è indispensabile stendere un leggero velo di zucchero.
Il sapone
LA SAPONIFICAZIONE A FREDDO CON LA SODA CAUSTICA
La preparazione del sapone implica una reazione chimica fra basi molto forti come la soda caustica ed un acido molto debole come il grasso vegetale o animale.
Finita la trasformazione si ottiene un sale con delle caratteristiche particolari, il sapone appunto.
Se adoperassi, al posto della soda caustica (NAOH), la potassa (KOH) otterrei dei saponi liquidi.
Al termine del processo non ci saranno più gli ingredienti di partenza tali e quali, ma un sapone sodico o potassico del tutto non caustico, inerte.
Il sapone lava bene perché con il lato apolare si lega ai grassi e con l’altro, polare, invece si lega all’acqua trascinando con essa il grasso, cioè lo sporco. Durante la saponificazione verrà prodotto anche il glicerolo, detto anche glicerina, che rende il sapone al tatto un po meno solido e per avvicinarci alla solidità occorre stagionare il sapone casalingo almeno otto settimane.
Nella saponificazione industriale invece esso viene separato e venduto essendo il glicerolo assai richiesto dalle industrie chimiche, cosmetiche e farmaceutiche.
Ecco la reazione chimica, che avviene in presenza di acqua che serve per ben combinare i grassi agli alcali:
CH2 – OOC – R CH2 – OH
|
CH – OOC – R + 3 NAOH > CH-OH + 3R – CO2 – NA
| (SODA C.) ( IL SAPONE)
CH2 – OOC – R CH2 – OH
(IL GRASSO) (GLICERINA)
L’origine della saponificazione risale a tempi lontani come la caseificazione del formaggio e la lievitazione del pane.
Nel 2200 a.C. è stata incisa una tavoletta sumera che parlava della preparazione del sapone partendo da acqua, sostanze alcaline e olio di Cassia. La parola SAPO sembra derivi da sebum, grasso.
Il sapone di Aleppo, richiesto ancora oggi , cominciò a essere conosciuto nel IX secolo e viene ottenuto con il metodo a caldo, in cui oltre all’olio di oliva si utilizza un 5-10% di olio di bacche di Alloro.
Con l’avvento dell’industrializzazione la saponificazione divenne oggetto di studio dal punto di vista chimico, in particolare grazie a Ernest Solvay e da altri chimici dell’800.
Regole importanti da seguire nel preparare il sapone
Prima di saponificare munirsi sempre di mascherina, occhiali protettivi e guanti in gomma.
Pesare la soda con estrema precisione. Non lasciarla mai incustodita, dato che se venisse ingerita provocherebbe ustioni gravissime (tenerla quindi fuori dalla portata dei bambini e degli animali domestici).
La soda va versata nell’acqua e mai il contrario
Usate recipienti che resistono al calore poichè essa al contatto con l’acqua sviluppa moltissimo calore e la miscela si scalda fino agli 80 °C.
Prima di procedere occorrono:
- due pentole in acciaio inox
- un cucchiaio di legno o plastica resistente
- uno o due termometri in grado di misurare temperature fra i 10 e i 100 gradi
- una bilancia elettronica, con divisione a 1 o 2 grammi
- un frullatore a immersione
- guanti in gomma
- occhiali da piscina o simili
- una mascherina specifica o un foulard pesante
- una vecchia coperta o stracci , per isolare il sapone quando lo avrete versato nello stampo
- il sapone preparato ma ancora caldo può essere versato in stampi in legno, in silicone, in tetrapack o altro evitando come materiali formine in polistirolo, acciaio, rame, terracotta, e vetro.
- evitare pentole o contenitori ricoperti di materiale antiaderente o che contengono alluminio, stagno, ferro, rame o ghisa.
Il metodo a freddo rappresenta il sistema più semplice per preparare il sapone in casa. Preparare tutto il materiale necessario sul piano di lavoro, possibilmente ricoperti tela cerata o carta di giornale.
E’ importante pesare in modo esatto tutti gli ingredienti, un esempio dei rapporti:
- 300 gr di acqua distillata
- 128 gr di soda caustica per il sapone corpo,(132 gr sapone bucato)
- 1000 gr Olio di Oliva, extravergine o olio di sansa
- 20 – 30 ml di o. essenziale per ogni kg di olio o anche ometterlo se non si vuole la profumazione
Fasi del procedimento:
Versare la soda lentamente nell’acqua, mai fare il contrario!
Se inavvertitamente ci si dovesse schizzare, versarsi addosso in quel punto dell’aceto.
Dopo aver mescolato lentamente, attendere che la temperatura scenda ai 45 °C, aiutandosi con del ghiaccio ed una bacinella di acqua fredda in cui immergeremo parzialmente la nostra pentola riscaldata dalla soda caustica che sta reagendo con l’acqua demineralizzata.
Meglio in questa fase areare l’ambiente e coprire la pentola con la soda, anche con un telo, e non adoperare il minipimer o la frusta.
Mentre la soda raggiunge la temperatura richiesta scaldare a fiamma bassa la pentola contenente l’olio e preparare gli stampi.
Quando la temperatura dell’olio raggiunge i 45°C e anche quella della soda, versare acqua e soda nell’olio e frullare con il minipimer.
Dopo qualche minuto, quando il sapone raggiunge la consistenza simile alla besciamella ( chiamata la fase del nastro), aggiungere oli essenziali all’impasto a vostro piacere, se volete un sapone profumato.
Gli oli essenziali, per fissarne meglio l’aroma andrebbero, prima di tutto il processo, mescolati alla farina di amido utilizzando un semplice mestolo.
Nell’utilizzo degli oli essenziali mescolarne 40 ml a un cucchiaio di amido
Quindi rovesciare negli stampi, isolarli con vecchie coperte e attendere che la saponificazione avvenga ( circa 24 ore).
Questo isolamento termico è molto importante affinché la reazione chimica abbia sufficiente “energia” per procedere ed il suo calore non si disperda.
Dopo 24 ore il sapone è pronto per essere tagliato.
Deve seguire, prima di essere utilizzato ancora un tempo di stagionatura che minimo è di 8 settimane, questo tempo serve anche per solidificare.
Una volta stagionato, potete tenere il sapone ( non in ambiente umido altrimenti rischia di irrancidire) in scatole di cartone o sacchetti di carta in modo che la profumazione si mantenga.
Per la pulizia degli attrezzi impiegati, di solito si ricorre alla carta o a stracci che andranno poi lavati in lavatrice il giorno dopo, quando è già avvenuta la prima reazione di saponificazione.
Se volete colorare in modo naturale il sapone potreste preparare dell’oleolita di curcuma o calendula che trasmettono un bel colore rossasto e arancio per la calendula. Per avere il verde si può aggiungere al momento della profumazione la polvere di alga come la spirulina.
O al posto dell’acqua impiegare infusi concentrati e filtrati di Robbia tintoria o Alcanna tintoria che forniscono un sapone di colore rosa.
L’olio normale di per sé colora il sapone di giallino sbiadito, mentre l’olio extravergine fornisce un colore giallo verdino.
Si possono impiegare vari tipi di grassi o olii, ognuno apporta al sapone caratteristiche organolettiche differenti.
Si possono mettere nell’impasto anche alcuni petali di fiore, la Calendule si presta bene a questo mentre i fiori di Lavanda nel sapone risultano scuriti.
Possiamo aggiungere anche i semi di Chia o Papavero per fare lo scrub.
Il sapone un tempo veniva prodotto anche utilizzando la liscivia ricavata dalla cenere di legna. Per adesso l’unico sapone in commercio che prevede questo procedimento è un sapone africano che si chiama DUDU-USUN.
Tecniche e procedimenti
Lo sciroppo
Lo Sciroppo è un estratto reso molto zuccherino con l’aggiunta nell’acqua di zuccheri: in 100g di acqua si sciolgono 180g di zucchero e quindi il rapporto è grossomodo di 2 parti di zucchero in 1 parte d’acqua.
Lo zucchero è un buon estrattore dei principi attivi, ed è anche un buon veicolante dato che li trascina bene nel circolo sanguigno. Esso è anche un buon conservante, oltre a un buon emolliente per le vie respiratorie.
Nel rapporto di 2 a 1 lo zucchero non agisce come antisettico, anzi in quantità basse nutrirebbe i batteri favorendo la fermentazione, mentre nel rapporto di 180/100 di liquido acquoso lo zucchero (sciogliendosi bene in tutta l’acqua dello sciroppo) ostacola per osmosi la riproduzione dei batteri che faticano a moltiplicarsi.
Se invece lo zucchero usato supera il rapporto di 2/1, allora una parte di questo si cristallizza sul fondo del recipiente.
Lo sciroppo può essere ottenuto partendo dagli infusi, (es: fiori di Verbasco) dai decotti (es: Corteccia di Cannella) o dai succhi (es: succo ricavato dalle foglie di Cicoria) sciogliendo in essi 2 parti in peso di zucchero.
L’infuso ed il decotto dovranno essere preventivamente filtrati.
Alcuni autori consigliano di partire dal rapporto zucchero e acqua di 1/1 e di far quindi evaporare metà acqua, fino a raggiungere una consistenza mielosa della soluzione: se, raffreddando il tutto, lo sciroppo rimane liquido, occorre far evaporare ancora un pò d’acqua, in modo da prevenire l’acidificazione.
Se invece l’acqua evapora in eccesso lo sciroppo cristallizza: un accorgimento può essere quello di aggiungere subito il doppio di zucchero all’idrolito, riducendo il tempo di evaporazione e mantendo integri i principi attivi della pianta estratta (anche se termolabili).
Quando si utilizzano semi aromatici per ottenere lo sciroppo diviene molto utile aggiungere allo sciroppo neutro circa un decimo di una tintura alcolica concentrata, ottenuta coprendo i semi frantumati con l’alcool puro, che estrae molto bene gli oli essenziali.
Quindi i rapporti fra tintura alcolica filtrata, l’acqua dell’infuso o del decotto e lo zucchero saranno rispettivamente: 1/3/6
Questo sciroppo al finale, se non viene fatto evaporare l’alcool, ne conterrà circa l’8%.
Si può ottenere anche un mellito, basta sostituire allo zucchero il miele mettendone un po di meno, quindi esempio 300g di idrolito e 500g di miele.
In ognuno di questi casi lo sciroppo deve essere chiuso a barattolo freddo, per evitare che la superficie dello sciroppo, in cui l’umidità è evaporata, acidifichi e formi muffa in superficie.
Se si vuole usare poco zucchero invece lo sciroppo deve essere invasato e chiuso bollente come con le conserve.
In questo caso si può mettere ¼ di zucchero rispetto all’estratto liquido, come si fa nell’infuso di fiori di Verbasco, in cui tra l’altro dopo l’infusione si ha una macerazione a freddo che dura tutta la notte, quindi si filtra, si aggiunge lo zucchero, si porta a bollitura sciogliendo lo zucchero e si invasa in un vaso sterilizzato.
Un altro tipo di sciroppo si può fare con il metodo a strati che consiste nel riempire un barattolo di vetro grande (solo perché la resa sarà inferiore) molti strati di parti di pianta “teneri”, alternati da strati di zucchero. Dopo un giorno, dato che gli strati si saranno assestati, si può aggiungere ancora qualche strato di pianta e zucchero.
Dopo circa due mesi che questa miscela viene messa al sole o al calore medio di una stufa, lo zucchero si sarà sciolto con l’umidità della pianta fresca.
Se si utilizza questo metodo con piante povere di umidità come il Timo, è preferibile lavarle in modo da inumidirle prima di disporle in strati assieme allo zucchero. Con piante ricche d’acqua come lo Zenzero, il lavaggio comporterà invece lo scioglimento della maggior parte dello zucchero in circa 2 ore.
Anche in questo procedimento a strati, il peso dello zucchero deve essere il doppio del peso della pianta, specialmente se la parte della pianta impiegata è molto ricca di umidità come per lo Zenzero. Se le piante impiegate sono secche come il timo, lo zucchero eccedente che non si sarà sciolto, si cristallizzerà.
Questo metodo a strati può essere eseguito grattugiando lo Zenzero, mentre i fiori di Verbasco, le foglie di Piantaggine, le foglie di Farfara, le gemme di Pino mugo, per le bacche di Prugnolo come le bacche di Ginepro e simili vanno prima pestate bene.
In questo caso si può aggiungere anche qualche goccia di olio essenziale di Ginepro o di Pino, per rendere questi estratti ancora più balsamici, antisettici e fluidificanti del muco.
Un altro sciroppo si ottiene portando ad ebollizione 4 manciate di foglie della pianta in 1 litro di acqua, si copre il tutto con un coperchio e si lascia macerare tutta la notte e la mattina si riscalda il tutto, lo si filtra strizzando bene le piante e si sciolgono nell’estratto 1 kg di zucchero, quindi si evapora 500 g di acqua e si invasa; questo procedimento viene seguito per fare lo sciroppo di Tarassaco
Per ottenere un altro tipo di sciroppo aggiungono allo sciroppo, neutro di sola acqua e zucchero, un 5% di estratto fluido.