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In questo articolo affonteremo diversi argomenti:
Sono macerati in olio di:
L’olio deve essere preferibilmente biologico e macerato a freddo, per essere ricco delle sue qualità organolettiche oltre a non contenere pesticidi e per estrarre bene i principi attivi delle piante medicinali.
L’oleolita non va fatto con l’olio di mandorle a meno che non ci si limiti ad aggiungere all’olio un olio essenziale, questo perché l’olio estratto dalle mandorle è già saturo di per sé e perciò non estrae bene i principi delle piante, in più si conserva male come oleolita, cioè irrancidisce velocemente.
L’olio più usato, economico, buono nella conservazione e per le sue qualità valide per tutti i tipi di pelle è l’olio di girasole.
Procediamo sminuzzando la pianta o meglio pestandola anche con un mortaio, la mettiamo nel vaso e la copriamo con l’olio scelto versando anch’esso nel vaso, lasciamo 2-3 dita di spazio libero nel barattolo per la sua agitazione e quindi chiudiamo con il coperchio (solo nella macerazione tradizionale e/o in quella a digestione solare) per iniziare l’estrazione che può durare un tempo variabile (come vedremo fra poco).
Conclusa questa fase di macerazione si separa l’olio dalla pianta usando un colino, il solido viene pressato, anche aiutandosi con un torchietto se possibile e si uniscono i due liquidi oleosi, quindi si lascia decantare il tutto per almeno tre giorni, e lo si filtra questa volta con della carta da filtro e un imbuto, coprendo la superficie dell’imbuto e del filtro pieno di olio con un piatto.
Con la carta da filtro la filtrazione è molto lenta e occorrerà una giornata intera e per ridurre l’ossidazione dell’olio è meglio coprirne la superficie.
Nel versarlo nel filtro non si versa l’ultima parte sul fondo del barattolo, specialmente se si vedono delle bolle di umidità sul fondo, che alla lunga, causerebbero l’irrancidimento dell’oleolita.
Quest’ultima parte sarà la prima da usare.
Per eliminare l’umidità, se una piccola parte di essa si trovasse sul fondo, ci si può aiutare con un imbuto separatore o una siringa che ci permette di estrarre bene l’acqua se l’olio è decantato in un bicchiere a forma conica.
Possiamo scegliere fra tre tipi di macerazione per fare l’oleolita:
La macerazione breve del bagno maria è la più adatta alle piante fresche perché tenendo in questa operazione il vaso di vetro senza coperchio,(ma si può sempre mettere sopra il vaso un telo a trama larga) il calore del bagnomaria in cui è immerso il nostro vaso, favorisce l’evaporazione dell’umidità della pianta fresca.
Dato che il calore a cui è sottoposto l’olio raggiunge i 50-60 gradi centigradi esso deve essere termoresistente come l’olio di Jojoba, Oliva, Riso, Ricino, Girasole, ecc. e ci si può aiutare a mantenere la temperatura bassa mettendo due pentolini uno nell’altro con dentro l’acqua in entrambi e il vaso con l’olio e la pianta nel pentolino soprastante.
Questa digestione dura dalle 2-3 ore e dopo aver decantato e filtrato l’erba impiegata, l’estratto è pronto, ma se vogliamo possiamo ripetere la digestione a bagnomaria con pianta nuova e l’oleolito appena ottenuto per rinforzare di principi attivi l’oleolita come quando si estrae l’olio essenziale dai fiori di Serenella.
Nella macerazione detta digestione solare, si possono usare piante fresche come l’Iperico, l’Arnica, la Melissa, ecc che seccando renderebbero molto meno come efficacia terapeutica ma più frequentemente si usano piante secche, per non irrancidire l’olio.
Si impiegano oli sempre termostabili e anche fotoresistenti come olio di oliva, girasole, ricino, jojoba, burro di karitè, avocado, sesamo, nocciolo, (a questo riguardo ci si può aiutare coprendo il vaso, oltre che con il suo coperchio, con un canovaccio o con della carta argentata che impedisce ai raggi solari di danneggiare l’olio, in questa macerazione non si usa l’olio di Riso che è molto fotolabile).
Questa macerazione dura circa 2-3 settimane e ogni giorno il vaso deve essere ritirato quando va via il sole.
Infine vediamo la macerazione tradizionale, cioè quella più lunga ottenuta mettendo la pianta secca nell’olio e il tutto tenendolo per 2-3 mesi al buio in un luogo fresco e asciutto e agitando il barattolo 2-4 volte alla settimana, come si fa anche in quella solare, e in questo tipo di macerazione viene consigliato l’olio di Vinaccioli molto resistente all’irrancidimento ma non al calore, né ai raggi del sole come alcune piante ricche di vitamine e principi attivi termolabili.
Potrà essere utilizzato anche l’olio di oliva, jojoba, girasole, ecc.
Il rapporto droga / olio è ⅓ per la droga secca, ½ per la pianta fresca, ma l’importante è coprire sempre l’erba con tre dita di olio, e lasciare in questa fase uno spazio libero nel barattolo per permettere l’agitazione, ovviamente con barattolo chiuso, 2-3 volte a settimana, questo, nella macerazione solare e nella macerazione lunga al buio.
L’olio ottenuto si conserva bene per sei mesi-un anno, quando scade lo si avverte subito dall’odore dell’olio che irrancidisce, ma può conservarsi efficace anche per due anni se vengono aggiunti dei conservanti naturali come ⅓ – ¼ di olio di Jojoba, o il 10% di Benzoino, o lo 0,25% di vitamina E, o un olio essenziale messo in misura dello 0,5 a 1,5% per gli oleoliti estetici e 1,5-3% per aumentare l’effetto curativo dell’oleolita.
L’olio essenziale migliora la penetrazione, la conservazione, l’odore specialmente se si impiega l’olio di oliva che alla lunga non ha un odore raffinato e aumenta notevolmente l’effetto erboristico del macerato.
L’oleolita viene quindi versato in un barattolo di vetro del suo stesso volume, oppure lo si può rabboccare un poco con altro olio.
I nemici nella conservazione dell’olio sono l’umidità che è la prima causa dell’irrancidimento, l’intensità del calore, le radiazioni luminose, l’ossigeno che ossida e che ci porta a rabboccare il barattolo.
Si possono mescolare più oli, arricchendo le qualità organolettiche dell’oleolita.
Con l’oleolita si possono poi fare le pomate anidre, idroalcoliche e i saponi.
Le pomate idroalcoliche sono arricchite non solo dalle qualità organolettiche, che spesso provengono dalla mescolanza di più oli.
Sono arricchite dalle proprietà molto concentrate degli oli essenziali, e dagli estratti idroalcolici della tintura madre che con l’oleolita estraggono praticamente tutto della pianta.
Con le pomate anche la conservazione risulta prolungata, un oleolita trasformato in pomata idroalcolica prolunga la sua azione da 6 mesi-1 anno dell’oleolita, a 2-3 anni della pomata(rispettivamente per le pomate idroalcoliche e poi anidre.
Certo la preparazione è più complessa dovendo allineare le proprietà degli oli utilizzati come solvente con quelle degli oli essenziali e delle piante utilizzate nell’oleolita, oltre a quelle della tintura madre.
Anche le qualità organolettiche dell’olio scelto devono essere adatte al tipo di pelle che viene curata.
Si scaldano a bagnomaria 90ml di un oleolito e poi si sciolgono dentro 14g di cera d’api grattugiata e quando la cera si è sciolta si toglie il tutto dal calore e prima che si solidifichi, si aggiungono 1- 4 ml di olio essenziale che si devono ben mescolare con il resto, quindi si versa in qualche barattolo per pomate e quando la pomata è solida si chiude il barattolo.
Questa pomata anidra si conserva 3 anni fuori dal frigo.
Nella pomata si può aggiungere anche una tintura idroalcolica per completarla ulteriormente di proprietà e si procede in questo modo: Si scaldano 70ml di un oleolita con il bagnomaria, ci si scioglie 2g di lecitina di soia in polvere, e poi si sciolgono nel tutto sempre 14g di cera d’Api.
Quando anche la cera si è sciolta si aggiungono lentamente 10-20 ml di tintura alcolica scaldata a parte, si frulla per mescolare bene il tutto e prima che si solidifichi si aggiungono da 1 a 4 ml di olio essenziale, quindi si versa nel barattolo e quando la pomata è abbastanza solida è fredda si chiude bene con il suo coperchio.
Questa pomata idroalcolica si conserva bene per 2 anni.
Negli oleoliti si utilizzano principalmente piante ricche di oli essenziali, resine o glucosidi, seguirà un elenco di alcune piante che li concentrano in una parte della pianta indicata da usare come secca o fresca.
Achillea | sommità fiorita | fresca o secca |
Alloro | foglie e bacche | fresche o secche |
Arnica | fiori | FRESCHI |
Basilico | foglie | fresche o secche |
Calendula | capolini | secchi |
Camomilla | capolini | secchi |
Carota | fittone | FRESCO |
Consolida | radice | fresca o secca |
Elicriso | fiori | freschi o secchi |
Erica | fiori | freschi o secchi |
Eucalipto | foglie | secche |
Fieno Greco | semi | polvere |
Finocchio | semi | polvere |
Ginepro | bacche | FRESCHE |
Iperico | fiori | FRESCHI |
Lavanda | fiori | freschi o secchi |
Ligustro | fiori | FRESCHI |
Luppolo | coni | FRESCHI |
Maggiorana | foglie | fresche o secche |
Melissa | foglie | FRESCHE |
Origano | foglie | fresche o secche |
Malva | fiori e foglie | FRESCHE |
MIELE | ||
Noce | mallo | FRESCO |
Peperoncino | frutti | secchi |
Pino | gemme | FRESCHE |
Pioppo | gemme | FRESCHE |
Rosa Gallica | fiori | FRESCHI |
Rosmarino | fiori e foglie | freschi o secchi |
Salice | corteccia o linfa | FRESCA |
Salvia | foglie | fresche o secche |
Santoreggia¹ | foglie | fresche o secche |
Serenella | fiori | FRESCHE |
Tiglio | fiori | freschi o secchi |
Timo | sommità fiorita | fresca o secca |
Verbasco | foglie | fresche o secche |
Verbena | parte aerea | fresca o secca |
Zenzero | rizoma | secco |
¹ Le piante idrosolubili sempre utili in cosmetica, vengono emulsionate nelle pomate come Alcoliti o Tinture Madri.
² Le altre piante con principi prevalentemente idrosolubili ma sempre utili in cosmetica vengono emulsionate nelle pomate attraverso gli Alcoliti o le Tinture Madri.
Seguiranno alcune piante aromatiche di cui si utilizzano gli olii essenziali con le relative proprietà cosmetiche ed il tipo di pelle a cui si prestano meglio.
Questi oli essenziali puri possono essere aggiunti agli oleoliti, anche se di solito vengono soprattutto aggiunti alle creme e alle pomate anidre e idroalcoliche.
ALLORO, utile nella pelle grassa, acne e foruncoli.
ARANCIO AMARO, utile nella pelle avvizzita e atonica.
BASILICO, utile nella pelle mista e come schiarente e drenante.
BENZOINO, per pelli aride, fissurate e con prurito.
CAMOMILLA, per pelli sensibili, fragili o infiammate o con dermatosi.
CANNELLA, per pelli miste e come astringente.
CAROTA, per pelli devitalizzate, con macchie, rughe e dermatiti.
CIPRESSO, per pelli miste, disidratate e impure.
CITRONELLA, adatta a pelli grasse e iperseborroiche o con ispessimenti, E’ un ottimo repellente per insetti.
ELICRISO, per pelli fragili, ecchimosi, acne e dermatiti.
L’Elicriso agisce come dermopurificante, antiinfiammatorio, lenitivo, protettivo e riepitelizzante.
EUCALIPTO, è utile a pelli grasse, a curare le micosi, le dermatiti e le congestioni cutanee.
FINOCCHIO, per pelli grasse e come detergente e tonico. Agisce da dermopurificante.
GELSOMINO, per pelli sensibili e irritate.
GINEPRO, per pelli grasse, con macchie, iperseborroiche, e impure. Esso è dermopurificante e riepitelizzante.
LAVANDA, adatta a pelle mista e grassa.
La Lavanda cura l’acne, le abrasioni, le irritazioni. E’ antisettica e antibatterica. dermopurificante e stimolante.
LIMONE, cura la pelle mista e grassa.
Protegge i capillari ed è schiarente oltrechè fotosensibilizzante.
MELISSA, per pelli grasse, impure o con smagliature.
MENTA PIPERITA, per pelli miste, pruriti e arrossamenti.
ORIGANO, per pelli grasse, miste, infette.
PEPE NERO, per pelli miste, grasse o con smagliature.
PINO MARITTIMO, adatto a pelli grasse.
PINO MUGO, per pelle mista e dermatosi.
PINO SILVESTRE, adatto a pelli miste, irritate o con congestione cutanea.
ROSA, per pelle secca, sensibile, per senescenza e da decongestionare.
ROSMARINO, per pelle grassa.
Stimola la circolazione ed’ è astringente.
SALVIA, per pelli miste, dermatitiche, con pori dilatati o con abrasione.
TIMO, per pelle mista e grassa, infetta o acneica.
VANIGLIA, per pelli miste, impure o con rughe.
VERBENA, per pelle mista e grassa.
Adatta a impurità, acne e abrasioni.
ZENZERO, per pelli miste o con capillari dilatati.
MIELE, aggiunto agli oleoliti ha proprietà emolliente, idratante, lenitiva, cicatrizzante sebo regolatore e decongestionante.
Ricco di vitamina E, antiossidante, regge bene al calore e alla luce e difficilmente irrancidisce, quindi si presta a tutte e tre le preparazioni:
L’olio di oliva si presta bene ai massaggi per i dolori reumatici, essendo disinfiammante e rigenerante.
Si presta ottimamente anche nelle preparazioni cosmetiche, essendo ricco in vitamina A, E ( questa vitamina è l’antiossidante più potente), lenitivo in caso di arrossamenti, idratante, elasticizzante, nutriente ed emolliente, indicato per pelle e capelli secchi, ai capelli ridona lucentezza..L’unico inconveniente è l’odore marcato che però può essere mascherato con l’aggiunta di olio essenziale. Viene considerato un olio leggero.
Resiste alla luce e rispetto al calore meno dell’olio di oliva, di riso e di jojoba e comunque si presta ai tre tipi di preparazioni degli oleoliti.
Ha proprietà liscianti ed è particolarmente adatto per tutti i problemi della pelle dei bimbi, pelli infiammate, irritate, arrossate e dermatitiche.
Quindi utile per tutti i tipi di pelle, anche secche, danneggiate dal sole.
Contiene molta vitamina E, e D, A, K, F e insieme nel rapporto 2/1 con l’olio di ricino elimina molto bene le cellule morte e le impurità cutanee ammorbidendo la pelle.
Si ricorre spesso a quest’olio negli oleoliti casalinghi.
e’ un olio leggero, resiste molto bene al calore, ma non alla luce quindi è indicato nella preparazione a bagnomaria e tradizionale all’oscuro ma non nella digestione solare. Protegge la pelle dai raggi u.v. del sole,(scottature) è un buon antiossidante ed è adatto alla pelle dei bambini, ma soprattutto per le smagliature, elasticizzando bene la pelle.Spesso viene adoperato per curare i capelli mettendosi una cuffia durante la notte. Esso è economico ed è meglio quello spremuto a freddo. Anche se per per la sua estrazione, con solventi chimici, l’olio di riso è poco biologico.
E’ più una crema liquida che un olio, molto simile alla pelle e perciò molto penetrante.
Resiste incredibilmente all’irrancidimento anche scaldato ripetutamente e per questo motivo viene aggiunto agli altri oli per migliorarne la loro conservazione aggiungendone ⅓ -¼.
Protegge la pelle dagli agenti esterni, previene le rughe sul viso e sul collo, nutre la pelle e i capelli.E’ adatto alle pelli miste, grasse, secche, sensibili e devitalizzate. E’ leggerissimo.
Secondo alcuni autori questo olio non si presta molto bene a utilizzarlo per preparare un oleolita sia per la veloce tendenza all’irrancidimento sia per la sua ridotta tendenza ad assorbire altri principi attivi oltre ai propri essendo esso già saturo di per sé. Questo olio contiene acido oleico, linoleico e acidi grassi soprattutto miristico
Ma indipendentemente da queste considerazioni esso possiede molteplici proprietà.
Rinnova molto bene la pelle, nutre sia il corpo che i capelli, e si rivela eccelle per le smagliature. Si presta bene a curare le pelli secche, sensibili, delicate e danneggiate o con smagliature. E’ un olio leggero e termolabile.
Anch’esso è un olio termolabile,con elevate percentuali di acido linoleico, oleico, e insaponificabili come tocoferolo, fitosteroli e fosfolipidi; è ricco di vitamina E, lecitina, vitamine A e D e si rivela un ottimo antiossidante e riequilibrante consigliato per pelli secche alla fine dell’estate, danneggiate o macchiate. Come doposole o sui capelli fragili inariditi o con forfora dona un miglioramento immediato. Esso è emolliente, restitutivo e idratante.
E’ un olio termostabile e quindi adatto per fare oleoliti con la digestione solare e con il bagnomaria. E’ un olio pesante ottimo per capelli e ciglia grassi, secchi, fragili e sfibrati, li rinforza, li nutre, e ne favorisce la crescita. E’ adatto a pelli danneggiate e irritate.
Viene impiegato nella produzione dei rossetti rendendoli molto luminosi.
E’ un olio termolabile, specifico per le infiammazioni e per le allergie e adatto alla cura dei capelli. E’ un olio pesante.
Maria Treben nell’oleolito di Iperico per le bruciature lo consiglia al posto dell’olio di Oliva. Sicuramente non resiste alle temperature del bagnomaria, cioè nella digestione breve che dura da una a tre ore, lo useremo invece nella macerazione lunga e al buio
Essendo ricco di omega 3 è fortemente antiossidante, internamente nell’alimentazione contrasta l’azione delle prostaglandine agendo bene come antinfiammatorio, ma contrasta anche la crescita delle cellule del tumore della prostata.
Olio leggero, rassodante e idratante. Impiegato nei cedimenti della pelle, (interno coscia, glutei, braccia, collo e decoltè) e per l’invecchiamento precoce. Esso si adatta bene alle pelli miste.
Stimola la microcircolazione e cura le varici.
Resiste un poco al calore e poco alla luce e quindi è più adatto alla macerazione lunga buia e fresca.
Non contiene vitamina E ma polifenoli antiossidanti, è indicato per pelli sensibili e delicate essendo nutriente ed emolliente.
E’ considerato fra i migliori olii contro l’irrancidimento.
E’ indicato soprattutto per pelli secche e mature, sensibili, atone e spente, esso è altamente emolliente e grazie alle sue vitamine penetra bene nella pelle, la nutre e le dona elasticità.
Ha proprietà riepitelizzante e restitutiva, contiene la vitamina B e D.
Quest’olio è termoresistente, quindi si presta alla preparazione degli oleoliti a bagnomaria e nella digestione o macerazione solare.
Questo olio invece viene raccomandato soprattutto per pelli grasse dalle quali è assorbito molto bene, pelli secche, miste o danneggiate.
Esso è emolliente, elasticizzante, nutriente e ricco di calcio, magnesio, zinco, potassio e fosforo; Inoltre è termostabile.
Utile a pelli miste o acneiche e soggette a punti neri.
Tonifica e astringe agendo sulle smagliature e sulle cicatrici. Elasticizza, nutre, rigenera e idrata la pelle curandola. Inoltre è ottimo sui capelli, è leggero e termoresistente.
Ricco in acidi grassi essenziali e tocoferolo.
Adatto a pelli secche con eczemi e cicatrici, danneggiate e irritate e per pelli mature.
Rigenera le cellule della pelle, è antirughe e idratante.
E’ un olio termolabile, e rispetto agli altri è molto costoso.
Sesamo, Argan, Borragine, Germe di Grano, Rosa Mosqueta, Mandorle Dolci, Cotone, Cartamo, Ribes Nero, Camelia.
Jojoba, Melone, Neem, Ribes Nero.
Jojoba, Vinaccioli, Sesamo, Cocco, Nocciole, Camelia.
Albicocca, Baobab, Borragine, Camelia, Cotone, Enotera, Jojoba, Mandorle dolci, Melone, Oliva.
Albicocche, Baobab, Camelia, Germe di Grano, Rosa Mosqueta, Mandorle Dolci, Melone, Oliva, Ribes Nero, Sesamo, Tè Bianco, Ricino.
Germe di Grano, Macadamia, Calophille.
Argan, Borragine, Camelia, Canapa, Lampone, Rosa Mosqueta.
Le spezie sono ricche di quella che potremmo chiamare l’Anima della pianta per il loro sapore, l’odore, il colore, il calore; cioè di tutti quegli aspetti della pianta come anche la sua forma, che vanno a toccare il nostro stato d’animo.
I “profumi”, per esempio raggiungono attraverso l’olfatto l’ipotalamo ed il sistema limbico, e attivano le nostre emozioni e i nostri ricordi in un istante, a partire dal semplice odore e sapore di una spezia, senza che il fatto passi attraverso il controllo della ragione.
Così mangiare saporito nutre positivamente il nostro animo, mentre alimentiamo il nostro corpo.
Le spezie oltre a “condizionare” il nostro umore possono essere volatilizzate nella loro parte oleosa, cioè gli oli essenziali, per disinfettare l’aria negli ospedali, aumentare la concentrazione ed il dinamismo sul lavoro e rendere più accogliente e rilassante la nostra casa.
Ma indipendentemente dalla loro sottile azione psicologica, le spezie con i loro aromi esercitano anche un’azione farmacologica, che giustifica il loro impiego in fitoterapia. Tutte le spezie, adoperate comunemente nelle nostre case per insaporire i cibi, possono anche essere opportunamente impiegate per preparare enoliti, oleoliti, acetoliti, elettuari, alcoliti senza per questo sostituire la preparazione e gli strumenti dell’attuale medicina ufficiale, senz’altro più adatta ai mali acuti perché agisce tempestivamente, concentrando i principi attivi spesso di origine vegetale. Ma è anche vero che l’ indagine scientifica applicata alle piante detta farmacognosia può investigare solo analiticamente e quindi parzialmente la complessità delle erbe che agiscono sulla salute umana con il loro fitocomplesso, il quale essendo meno deciso e aggressivo del farmaco convenzionale, gode di una azione armoniosa, complessa (cioè a più livelli contemporaneamente) e molto più dolce.
Non è casuale se la pianta mette in mostra alcune sue porzioni piuttosto che altre. In un precedente articolo abbiamo brevemente considerato i frutti e i fiori della rosa, ma in altre piante vengono messe in mostra le foglie: pensate ad esempio al rosmarino quello che ci attira di più di questa pianta non sono nè le radici, ne i fiori ma le sue profumatissime foglie.
Mentre in piante come il rafano, valorizziamo la piccantezza della radice.
Ebbene, se la pianta mette in mostra una sua parte, analogicamente ci sta parlando delle sue possibili potenzialità terapeutiche.
Le proprietà della pianta sono influenzate oltre che dal suo tipo di vitalità anche dalla specifica parte della pianta impiegata.
Esiste una corrispondenza analogica tra le radici, le foglie e i fiori della pianta e la testa, il petto e l’addome dell’uomo.
La radice e la testa sono le parti più dure, essendo le più ricche di sali minerali.
La radice si radica immersa nell’oscurità del terreno e alcuni suoi principi attivi, gli alcaloidi, attraverso il cervello agiscono sul polo razionale, sul sistema nervoso e sulla sfera più oscura e profonda dell’uomo, ovvero il suo inconscio, penso alla radice profumatissima di primula, che agisce proprio per liberare le tensioni che partono da questo livello e ridare la spensieratezza di chi è volatile e leggero o solare.
Forse non è casuale che proprio questa radice produce moltissimo olio volatile e questo olio essenziale esprime la solarità della pianta.
La radice , talvolta, agisce sulla causa della malattia, sulla sua “ radice”, tanto che se venisse ridotta in ceneri, attraverso il fuoco, e reintrodotta nella sua tintura, se la pianta è stata scelta bene potrebbe favorire alcuni sogni che aiutano a vedere la causa della malattia.
Nella radice si vedono ricongiunti i 3 cervelli: razionale, emozionale e rettiliano.
La pianta incamera attraverso la radice il suo nutrimento più macroscopico cioè i sali minerali e l’acqua e noi uomini assumiamo questi stessi elementi attraverso la bocca posizionata nella testa.
La radice generalmente è la parte più dura della pianta, e talvolta viene chiamata radica, quando viene impiegata per fare le pipe o gli intarsi.
La radice serve alla pianta a darle stabilità, soprattutto quando il vento fa presa sulla sua chioma.
Analogicamente anche il “capo” di una ditta, deve avere la “testa sulle spalle” , cioè deve avere buon senso di fronte agli inevitabili contraccolpi del mercato. La radice radicando la pianta la fissa al terreno, e parlando in termini alchemici, essa contiene il “sale di coscienza” da cui viene estratto lo spirito fisso, che fissa appunto.
Riguardo all’evoluzione, se paragonata al fiore che è invece molto raffinato, la radice è la parte più grezza e quindi meno evoluta, un pò come la nostra testa quando fa tante “ cavolate” e forse non è casuale che in noi uomini essa è sotto i raggi del sole, forse per essere illuminata.
Anche il cervello, come la radice, funziona meglio quando la persona è al fresco, provate a ragionare dopo un’ora che siete stati sotto il sole dell’equatore! al freddo si studia meglio, si è più lucidi.
Le foglie permettono alla pianta i suoi scambi gassosi di ossigeno e anidride carbonica e prana o energia vitale e lo stesso scambio avviene fra i nostri polmoni e l’ambiente.
Nelle foglie grazie alla luce del sole si producono gli zuccheri e da questi per trasformazione la maggior parte dei principi attivi, che vengono considerati le principali virtù curative della pianta.
Quindi i principi attivi chimici hanno una origine solare, di fatto attraverso alcuni strumenti manifestano una certa fluorescenza, cioè sono vivi, e ci ricordano per analogia le qualità della nostra anima, che è la nostra parte più solare.
Fra i polmoni pulsa il cuore che rappresenta bene la solarità che è in noi.
Se facessimo fermentare gli zuccheri contenuti nelle foglie otterremo quello che viene chiamato lo spirito o alcol, che tra l’altro è molto calorico, come anche lo zucchero e il sole da cui derivano entrambi.
Mentre per la radice si parlava di spirito fisso, le foglie contrariamente alla radice si muovono con il vento e sono ricche di spirito volatile.
Pensate al momento in cui un uomo viene al mondo, cioè è di vitale importanza il primo attimo quando il neonato inspira e altrettanto drammatico è il momento quando un vecchio espira l’ultima volta. Tornando ad aspetti più pratici, la foglia potrà agire sul petto, cioè sul cuore o sulla circolazione, come sulla respirazione.
Per farvi un esempio, mi viene in mente l’edera.
La prima cosa che notate sarà sicuramente la ricca massa fogliare.
Ecco essa agisce sulla via respiratoria contro il catarro e la tosse e sulla circolazione sanguigna, dove è indicata per combattere la cellulite.
Le sue foglie, se le osservate, presentano delle venature chiare molto ben delineate, che potete collegare alla circolazione sanguigna.
Questa pianta dalla scienza viene considerata un buon vasocostrittore e anche qui l’analogia è chiara, se la osservate essa si arrampica sulle altre piante stringendole, e spesso riesce a soffocarle e a privarle della luce. Se pensate al suo fusto potreste ricollegarlo ad una vena varicosa troppo vaso-dilatata ed l’edera come abbiamo detto agisce come vaso costrittore.
Quando arriva il vento le foglie si muovono come tante mani che vi salutano,e se vi ricordate, rappresentano il cuore con la sua vitalità instancabile che non si stanca mai di battere o dei polmoni che pulsano incessantemente. ( respiro e battiti sono chiamati il polo ritmico) .
Infine Fiori, Frutti e Semi rappresentano l’addome e in genere agiscono sull’apparato riproduttivo e digestivo. Quando l’ovario viene fecondato si ingrossa e pian piano si producono il frutto e i semi, che maturano anche grazie al calore del sole, diventando la parte più evoluta e raffinata.
Anche qui la corrispondenza con gli organi genitali umani, con la maternità è chiara. Spesso i frutti che corrispondono agli organi digestivi dell’addome costituiscono per noi un vero e proprio alimento o se pensate ai semi caldi” tipo finocchio, cumino, anice, ecc apportano alla digestione il calore di cui ha bisogno per facilitare la sua funzione.
Quando arriva il vento i fiori come le foglie, al contrario delle radici, si muovono, e guardando la cosa in maniera analogica, il fiore con il suo profumo o la sua forma aggraziata muove in noi le emozioni.
I fiori con il nettare creano movimento anche nel mondo delle api.
Il fiore è l’organo riproduttivo ed è risaputo che sotto l’influenza del fuoco sessuale siamo disposti a fare molti chilometri senza nemmeno pensarci, e quando un uomo dona ad una donna un fiore trattandosi della parte sessuale della pianta, sotto sotto le sta dicendo che la desidera, ma il fiore è anche la parte più evoluta della pianta quindi le sta dicendo anche che il suo sentimento è nobile.
Il fiore, rispetto alla radice si prende tutti i raggi del sole che riesce, ma anche in noi l’addome e la sessualità sono la zona più calda, si dice spesso nella cultura italiana di non fare un bagno freddo subito dopo aver mangiato abbondantemente per non rischiare una congestione.
Riguardo all’evoluzione, il fiore è la parte più raffinata di tutta la pianta e anche in noi i primi tre chakra sono i più evoluti
Nell’addome gli elementi nutritivi vengono scomposti ed elaborati trasformandosi nel seme, oppure così scomposti sono pronti a nutrire anche le parti più sottili e nobili dell’essere umano.
Come è evidente l’uomo e la pianta hanno in comune lo stesso scopo, cioè raffinare la materia e sono l’uno lo specchio rovesciato dell’altro.
Quindi, come avete visto se capovolgete l’immagine della pianta, mettendo sopra le radici, in mezzo le foglie e sotto il fiore noterete all’istante le corrispondenze di cui ho parlato che spesso non sono slegate dalla loro azione medicinale.
Questa relazione analogica e azione curativa a volte è palese, altre volte non lo è affatto, ma ho voluto comunque parlarne, per stimolare la fantasia ad andare più a fondo nella comprensione del valore della pianta.Questa corrispondenza è esatta ma alcune piante essendo portate ad agire su un piano più sottile non la manifestano chimicamente, se non attraverso la segnatura.
Penso che, il conoscere queste sottili corrispondenze tra l’uomo e la natura che lo circonda, sia un invito a interagire con essa maggiormente e a considerare la pianta non solo come un insieme di molecole naturali, ma come un essere vivente che può donare armonia alla nostra salute anche con la sua vitalità.
ESEMPI
Quando la luce del sole crea l’arcobaleno si distinguono bene i sette colori contenuti nella luce bianca del sole, che corrispondono a sette tipi di energia, che vengono assorbite diversamente dai vegetali e che ne caratterizzano la qualità curativa di ognuno di essi.
Questi tipi diversi di vibrazione energetica caratterizzano anche il bisogno specifico di energia vitale di ogni organo del nostro corpo.
Queste sette energie vengono chiamate con i nomi dei sette pianeti e adesso vedremo insieme le loro qualità.