I principali principi attivi delle piante medicinali

Circa tre milioni di anni fa la terra era ancora ricca di gas maleodoranti e nocivi, derivate queste  da precedenti intense eruzioni vulcaniche, tempeste magnetiche che rendevano l’ambiente privo di vita organica.

Tuttavia in seguito alcuni minuscoli organismi galleggianti hanno Creato la molecola della clorofilla e attraverso la fotosintesi le alghe, le felci, i muschi e i licheni hanno cominciato a diventare verdi e a insediarsi sulla terra trasformando lentamente l’anidride carbonica dei gas in ossigeno.

Il cielo si è lentamente schiarito e le piante si sono sempre più estese ed evolute producendo attraverso la fotosintesi clorofilliana gli zuccheri e in seguito i primi lipidi e protidi.

L’ambiente è diventato favorevole per la comparsa delle prime forme animali per le quali è indispensabile l’alimento prodotto nelle foglie quanto l’ossigeno prodotto dalle stesse.

Quindi le piante hanno dovuto cominciare a difendersi dalla voracità dei primi animali erbivori sintetizzando a partire sempre dagli zuccheri altre molecole che sono i cosiddetti principi attivi, questi di solito nel volume elevato che è quello assunto a livello alimentare risultano tossiche e invece assunti in quantità limitata svolgono nell’organismo animale e nell’uomo importanti azioni fisiologiche, e costituiscono le virtù curative della pianta.

In questa immagine si vede il LABORATORIO VEGETALE

La clorofilla contenuta nella foglia grazie alla luce solare per fotosintesi produce con l’acqua assorbita dalle radici e la CO2 assorbita dalle foglie i glucidi (zuccheri) e da questi per trasformazione i glucosidi, gli oli essenziali e i lipidi.

E con un altro processo che avviene sempre nelle foglie con l’assorbimento dei sali e dei nitrati operato dalle radici, grazie alla luce del sole vengono prodotti protidi e nelle piante più evolute alcaloidi.

In sostanza dagli zuccheri e grazie al processo fotosintetico si ottengono molecole sempre più complesse come gli amidi, le mucillagini,  le gomme e poi ancora più complesse come i tannini, gli oli essenziali, gli eterosidi,  gli amari  e infine gli alcaloidi.  Nelle piante troviamo altre sostanze come le vitamine, le resine, gli acidi organici, gli antibiotici, ecc che di seguito considereremo.

LE MUCILLAGINI

Sono polisaccaridi eterogenei che in acqua diventano viscose, sono definite anche come idrocolloidi polari, sono quindi in genere idrosolubili, quindi si estraggono meglio con l’acqua che con l’alcol etilico e in infatti in fitoterapia sono poco efficaci. Esse resistono male all’essiccazione e quindi vengono estratte preferibilmente dalla pianta fresca. Essendo alcune di esse termolabili sono generalmente estratte a freddo facendo un macerato acquoso a freddo e prolungatamente. Vengono sintetizzate a spese dell’amido e si riconoscono per esempio quando strizziamo con le dita una bustina di Malva appena utilizzata che al tatto è scivolosa, come lo è la radice di Altea sbucciata o la radice del Sigillo di Salomone, si trovano anche nella Camomilla, Calendula, ecc.

In sostanza assorbendo moltissima acqua si gonfiano e diventano appunto vischiose.

Probabilmente servono alla pianta per accumulare umidità e sostanze nutritive di riserva, e quindi aiutano la pianta a superare i periodi di siccità. Mentre la radice del Sigillo di Salomone per uso interno ( cioè orale) è tossica, la malva invece può benissimo essere mangiata in insalata o bollita e si rivela molto utile nelle gengiviti, stomatiti e per le applicazioni odontalgiche. Quando vengono assunte le mucillaggini si stratificano rivestendo con uno strato protettivo le mucose e attenuano così le irritazioni che possono derivare sia da cause meccaniche, termiche o chimiche.

Risultano così dotate di azione emolliente, antinfiammatoria, proteggono la mucosa gastroenterica, vengono utilizzate nell’ulcera essendo anche vulnerarie e emostatiche. Gonfiandosi con i liquidi intestinali rendono le feci più pesanti e oltre a disinfiammare l’intestino esercitano un delicato effetto lassativo di tipo meccanico e per osmosi. Si potrebbe anche dire che aumentando con l’acqua il loro volume nell’intestino, ne provocano uno stiramento in direzione radiale, da cui per reazione si ha l’inizio di una nuova onda peristaltica.

Dato che disinfiammano e si gonfiano di acqua vengono come impacco impiegate nella scarsa lacrimazione o come lenitive in campo cosmetico.

Sono impiegate anche nella tosse in cui spesso c’è irritazione delle mucose respiratorie, e rendendo il muco dei bronchi più fluido aiutano anche quando si soffre di bronchite, sono ritenute anche balsamiche.

Le mucillagini si trovano  al 10% nei petali di Malva e all’8% nelle sue foglie. Le radici di Altea ne contengono il 40%.

Esse si trovano nella famiglia delle Malvacee,

ma anche nelle Plantaginaceae come la piantaggine;

Laminariaceae come l’alga bruna della Laminaria cloustoni, nel Fucus. vesiculosus; nelle Parmeliaceae ( es Cetraria islandica), nelle Linacee come nei semi di Lino (linum usitatissimum) ecc… 

Esse si distinguono principalmente:

nell Acido Alginico contenuto nelle alghe brune, in esse si gonfiano a contatto con l’acqua di 200 volte rispetto al loro volume iniziale esercitando sull’organismo una certa azione lassativa meccanica, in campo alimentare sono usate come addensanti e in cosmetica come gelificanti.

Carragenina, si tratta delle alghe rosse, contenendo dei gruppi solforici esercitano ulteriormente delle proprietà antinfiammatorie e vengono impiegate nelle gastriti e ulcera gastrica, come bechiche e lassative meccaniche.

Agar Agar, si trova ancora nelle alghe rosse e presentano proprietà bechiche, lassative meccaniche e emollienti delle mucose del tubo gastroenterico.

LE GOMME  

Le Gomme sono essudati che scolano naturalmente o in seguito a ferite del ramo. Dato che in quest’ultimo caso sono molto abbondanti viene da pensare che servano proprio come forma di difesa, e dato l’ambiente e le caratteristiche mucillaginose delle gomme, esse servono proprio  per  proteggere la pianta da perdita di umidità. Chimicamente sono miscele di polisaccaridi eterogenei, vischiose in acqua calda e di PH quasi neutre. Esse possiedono una funzione emolliente – protettiva utile nelle irritazioni delle mucose gastroenteriche.

Sono usate in farmacia per sospendere o emulsionare farmaci non idrosolubili o per dare coesione a compresse, pillole e pastiglie.

Questi essudati possono essere completamente idrosolubili come la gomma Acacia che si trova in Africa ( detta anche Gomma Arabica), la quale forma con l’acqua una mucillagine, un liquido denso inodore e insapore.

Possono essere semi solubili come la gomma Adragante  dell’Astragalus gummifer che si trova nei monti dell’asia occidentale. Con l’acqua si gonfia e forma una mucillagine assai consistente detto gel, incolore e inodore. 

I TANNINI

Si riconoscono dal gusto perché sono allappanti, grazie alla loro astringenza vengono utilizzati per la concia delle pelli dato che legano le proteine, cioè le fanno precipitare e formano con esse dei composti insolubili, cioè un cuoio morbido e imputrescibile all’acqua.

Anch’essi sono prodotti dalla degradazione del metabolismo dei carboidrati e quindi vengono ottenuti a partire dal glucosio.

Sono antisettici dato che bloccano i batteri nella loro struttura proteica. 

I preparati ricchi di tannini non vengono assunti durante la digestione visto che essa ne sarebbe bloccata dato che gli enzimi digestivi sono anch’essi di natura proteica. i tannini sono idrosolubili, ma preferibilmente in acqua calda, quindi si estraggono bene con il decotto o facendo la macerazione come si faceva una volta nel vino rosso, a sua volta ricco di tannini. Quando essi attraverso un estratto vengono assunti internamente in genere sono piuttosto diluiti, vengono cioè estratti con un infuso e mentre si assumono concentrati solo per qualche giorno.

Normalmente essendo cicatrizzanti, vulnerari, emostatici e antisettici vengono impiegati esternamente attraverso impacchi di decotti dove, questi sterilizzati dalla bollitura, si rivelano utili nelle piaghe e nelle ferite.

L’azione astringente provoca una diminuzione della circolazione locale e della secrezione ghiandolare, vasocostrizione locale, riduzione della permeabilità capillare delle membrane cellulari. I tannini pertanto risultano più efficaci quando il tessuto è iperemico, infiammato.

Dato che essi coagulano le proteine ematiche sono validi emostatici.

Somministrati internamente sono utili nelle emorragie dell’intestino, mentre sono meno efficaci verso le emorragie dei polmoni e del rene.

I decotti di Quercia e Salicaria inibiscono molti batteri e quindi risultano antibiotici. I tannini della Quercia e Agrimonia inibiscono i virus dell’influenza, mentre quelli della Rosa chinensis contrastano la crescita dei funghi parassiti. Sulle mucose dello stomaco e dell’intestino le droghe tanniniche esercitano un’azione antinfiammatoria.

Molte piante e fra queste soprattutto la Salicaria e la Ratania provocando un rallentamento della peristalsi intestinali sono antidiarroiche, e quì esercitano anche la loro azione antibatterica.

Essi si trovano in alcune ericaceae, rosaceae, fagaceae, poligonaceae, cesalpinaceae, litraceae, hamamelidaceae, juglandaceae, ecc.

Dato che essi precipitano le proteine e gli alcaloidi non bisogna mescolare estratti o piante tanniniche e alcaloidiche.

Invece se una persona è stata intossicata dagli alcaloidi; un estratto di tannini che con gli alcaloidi formano dei tannati insolubili,

 non assorbibili ed eliminabili con le feci, si rivela utilissimo.   

A loro volta vengono precipitati dai sali dei metalli pesanti.

GLI OLI ESSENZIALI

Sono la parte sulfurea, cioè il fuoco combustibile che matura nella pianta sotto L’effetto dei raggi del sole, e quindi si potrebbe dire che esprimono la solarità della pianta e spesso sono antidepressivi. Si è visto inoltre che una pianta aromatica al buio non produce più oli essenziali, anzi li perde progressivamente. Sembrerebbe che li utilizzi come sostanze di riserva normalmente prodotte con la fotosintesi. Si involano al minimo calore salendo verso il Sole, loro” simile” il Fuoco celeste, quindi si estraggono puri per distillazione. Nell’alchimia essi rappresentano l’espressione esterna dell’anima della pianta, che ci arriva attraverso l’odore, il colore, il calore e il sapore della pianta estratti bene dall’alcol che veniva chiamato spirito. In effetti essi condizionano la nostra salute  non solo somatica ma anche psichica.

Le essenze stimolano i sistemi organici potenziando le funzioni vitali.

Esse, nonostante che alcune includono nella loro composizione chimica delle sostanze ormonosimili, tutte quante si comportano da fito-ormoni in noi ( e da ormoni vegetali nelle piante che le contengono), cioè regolano la nostra attività metabolica.

L’osservazione clinica porta a vedere come tutte le ghiandole endocrine sono influenzate dagli oli essenziali e quindi il nostro equilibrio omeostatico.

Esse stimolano; l’attività del nostro sistema immunitario;

il timo, il pino, il sandalo, la camomilla, la lavanda e altri inducono l’aumento di produzione di linfociti rendendo l’organismo più energico nel contrastare le aggressioni batteriche.

Il diametro dei vasi della circolazione cardiaca, nonché i muscoli del cuore interagiscono con le essenze e quindi a seconda della loro azione  vengono scelte per curare l’ipertensione, l’ipotensione o le palpitazioni.

Anche il sistema nervoso viene condizionato dalla loro presenza, con la  azione simpatico – litica o mimetica, parasimpatico litica o mimetica.

In ogni caso si deve tenere conto che, come gli alcaloidi, possono invertire la loro azione se viene superato il dosaggio sufficiente,

come nel caso della camomilla che se viene assunta in estratti concentrati da calmante diviene eccitante.

Anche il solo respirarli può dare degli effetti sull’umore  e sul sistema nervoso. E infine anche l’apparato digerente viene condizionato.

Il loro odore e sapore stimola i sensi del gusto e dell’olfatto favorendo la digestione. Possono rivelarsi antispasmodici, carminativi, anti fermentativi o ancora antiacidi.   Bastano piccole quantità come 2 – 5 gocce per 5 litri di sangue.

Essi vengono comunemente chiamati anche essenze o olii eterici.

La loro costituzione chimica è estremamente complessa e non sappiamo ancora i motivi ma piante della stessa famiglia botanica producono essenze chimicamente abbastanza simili anche se diverse

nella percentuale con cui compaiono i loro costituenti.

DIVERSI TIPI DI ESTRAZIONE DEGLI OLI ESSENZIALI

Essi sono solubili in alcol al 70°- 80°, quindi sono contenuti anche se diluiti in tutte le tinture fitoterapiche preparate con le piante aromatiche.

Possono essere estratti con il vino liquoroso e sciolti bene in uno sciroppo, nel quale svolgono bene la loro azione antibatterica, antivirale ed espettorante dato che vengono eliminati anche attraverso le vie aeree.

Possono essere estratti puri attraverso l’idro-distillazione, in questo caso il fornello che fornisce calore è posto proprio direttamente e sotto la caldaia di distillazione che contiene la pianta aromatica e l’acqua che andrà in ebollizione producendo il vapore acqueo che trascina nella sua ascesa gli oli essenziali. Con questa distillazione alcuni oli rischiano di bruciare e compromettere la qualità di tutto l’olio essenziale ottenuto.

Meglio è la distillazione in corrente di vapore. In questo caso il vapore acqueo viene prodotto in un altro recipiente e poi inoculato nella parte bassa per diffondersi alla base delle piante aromatiche e poi risalire e trascinare con sé anche le molecole aromatiche, che sono volatili.

Quì la distillazione è molto più delicata e rispettosa della qualità dell’olio essenziale quanto minore sarà la pressione e la temperatura di evaporazione. Certo se la temperatura è sui 65-70°C e si vuole ottenere un olio integro di tutte le sue qualità occorre protrarre la distillazione anche per 3-4 giorni successivi.

L’estrazione per spremitura viene effettuata sulle piante del genere citrus, cioè limoni, aranci, mandarini, bergamotto, ecc. 

Quì le scorze ricche di essenza vengono spremute, mentre non sopporterebbero il calore della distillazione dato che i loro costituenti sono facilmente perossidabili.

Oleolito. Le piante aromatiche che li contengono possono essere macerate in olio e l’olio essenziale delle stesse si scioglierà facilmente e per similitudine  migrerà in quest’altro olio producendo un oleolito.

Questo oleolito, ma anche una pomata che li contiene, avrà una maggiore capacità di penetrazione nei tessuti, sarà arricchito di moltissimi principi attivi, acquisirà un certo profumo (importante anche a livello estetico) e data la loro spiccata azione antibiotica, quest’olio avrà una conservazione più lunga.

L’enfleurage è uno dei metodi più antichi, già utilizzato all’epoca degli Egizi per ricavare le fragranze dai petali dei fiori, così delicate che non sopporterebbero il calore della distillazione in corrente di vapore.

L’inconveniente è dato dal lungo tempo e dall’elevato costo di questa procedura, legata al fatto che si basa soprattutto sulla manodopera.

L’enfleurage permette invece di trattare a freddo i fiori delicati come il Gelsomino, la Rosa, le Violette, i fiori di Arancio, e molti altri.

I fiori profumati vengono immersi in un grasso solido ( un tempo animale e adesso soprattutto vegetale come il burro di Karitè),disposto prima su due lastre di vetro, che vengono poi sovrapposte in maniera che il profumo, avendo una componente lipofila, si sciolga e venga catturato dal grasso spalmato sulle lastre.

Poi i fiori esauriti della loro essenza vengono sostituiti anche 30 volte. 

E alla fine si ottiene la pommade, ossia una pomata profumata ricca di oli essenziali, che può essere utilizzata come una pomata molto profumata. Normalmente questo grasso viene poi  “lavato” con solventi come l’alcol etilico. Questo alcol filtrato dal grasso era il primo metodo impiegato per ottenere i profumi.

Gli oli essenziali sono utili all’uomo oltre all vegetale che li produce, per difendersi dai batteri, dai funghi, dai virus e se voi notate allontana gli animali erbivori per difendersi dalla loro voracità, invece la pianta con essi avvicina gli insetti pronubi necessari alla sua fecondazione.

Nell’uomo agiscono come antibiotici assunti internamente, ma comunque anche attraverso le pomate penetrano facilmente all’interno e dall’esterno entrano rapidamente nel circolo sanguigno, quindi in ogni caso devono essere puri e naturali. 

La loro azione è molto sottile e respirati agiscono sulla sensitività umana, cioè sull’astrale della persona influenzando non solo le sue emozioni.

Generalmente le piante aromatiche si distillano appena raccolte allo stato fresco dato che anche poche ore dalla raccolta alle volte compromettono la qualità dell’aroma della loro essenza. 

Va’ detto che questa essenza comunque durante il calore della distillazione subisce una modifica rispetto a quando stava ancora vegetando in campo.

Questo vapore acqueo molto caldo, meglio se non troppo, fa letteralmente scoppiare le piccole ghiandole oleifere.   Per esempio nelle mirtaceae  l’essenza e racchiusa nelle tasche secretrici

nelle conifere e apiaceae si trova nei canali secretori e in entrambi i casi le erbe vanno prima finemente contuse per favorire la distillazione.

 Invece nella Lavanda, Menta e Salvia e in genere nelle laminariaceae e asteraceae l’olio ess. è contenuto nei peli ghiandolari superficiali, e quì le rese maggiori si ottengono distillando la droga ancora integra.

Quando si separa dall’olio essenziale ottenuto l’acqua su cui galleggiava, si nota che una minima parte di questa essenza era idrosolubile e infatti questo idrolito viene chiamato acqua aromatica.

La composizione chimica di un olio essenziale varia in base a fattori climatici, come l’intensità luminosa, l’altitudine e l’acqua.

Ma anche il terreno concorre a determinare la loro variabilità.

Ho fatto l’esperienza trapiantando nel sud America il Basilico e nel giro di poco tempo il suo profumo era completamente cambiato.

L’olio essenziale integrale spesso è più attivo del suo componente principale e agisce sull’organismo in modo più equilibrato.

L’olio essenziale non deterpenato si conserva meglio,  ma alcune volte alcuni ingredienti dell’essenza vengono necessariamente separati, come per esempio i terpeni che irriterebbero le vie respiratorie, gli occhi e le mucose in genere.

L’olio essenziale di Niaouli deve per forza essere purificato con la distillazione frazionata da alcuni componenti per non irritare le mucose.

LE RESINE,  LE  OLEORESINE E GOMMORESINE

Le RESINE sono solide, presentano un proprio odore e colore, non sono solubili in acqua ma in solventi tipo alcool,  etere, acetone. Derivano dagli oli essenziali, anche se la pianta le può produrre direttamente, ma a differenza di questi O.ess. esse non sono volatili.  Si fondono al calore e se sono sciolte in alcool precipitano in seguito all’aggiunta di acqua.

Normalmente nel mondo vegetale si trovano combinate con gli oli essenziali formando le oleoresine, particolarmente abbondanti nelle conifere per esempio come la Trementina del pino e larice; o le gommoresine, come la Mirra, se invece sono combinate con le gomme.

Le resine si ottengono per distillazione delle oleoresine.

Esse si ritrovano nei canali resiniferi della corteccia, nello xilema e floema e nelle foglie delle gimnosperme. 

Probabilmente la loro funzione è di difesa, quando infatti alcuni tessuti vegetali diventano, in seguito a traumi, vulnerabili, il vegetale si affretta a proteggere i tessuti lesi da  eventuali attacchi microbici e marcescenza con questi essudati vegetali essendo antisettici e cicatrizzanti e ricoprendo interamente la ferita la isolano anche dall’umidità.

Nell’uomo possono essere, espettoranti, aperitive, digestive, purgative, balsamice, revulsive e  antisettiche.

Possono essere formate da acidi aromatici, reseni, resinoli, ecc…  

La resina Podofillina estratta dalla radice del podofillo,regola l’intestino e favorisce l’attività epatica, anche nei casi in cui il fegato sia ammalato e si impiega per uso esterno i alcuni tumori essendo antimitotica.

La resina prodotta dalla corteccia della pianta incisa del Benzoino facilita l’eliminazione del catarro cronico, però occorre molta moderazione per la sua azione irritante sull’intestino.

Essa esternamente è utile per alcune malattie della pelle come ragadi,  screpolature, geloni, rivelandosi antisettica e risolutiva per le stesse.

Le OLEORESINE dette anche BALSAMI, di consistenza sciropposa, non solubili in acqua ma in solventi organici come alcool, etere, cloroformio e negli oli fissi.Sono espettoranti, battericide, antisettica e antiparassitaria. 

Come antisettiche sono utili nelle cistiti e uretriti e fluidificanti del catarro, ma anche antisettiche, quindi le oleoresine vengono eliminate per via renale e polmonare. A piccole dosi aumentano la diuresi, mentre ad alte la diminuiscono e possono provocare le cistiti.

Sotto forma di pomate e oleoliti le oleoresine vengono impiegate ampiamente esternamente essendo cicatrizzanti, antisettiche per la cura delle ulcere, piaghe atone, dermatosi infette ed eczemi. Si ricavano abbondanti dalla corteccia del pino silvestre e pino marittimo, ma fra le conifere la più pregiata è  costituita dalla trementina del larice, chiamata Trementina di Venezia, le altre due sono dette trementina di Bordeaux e poi c’è quella di abete.Le soluzioni alcoliche di balsami di pino, sono leggermente acide, quelle di larice >.

Se venissero distillate queste trementine solidificherebbe la Colofonia.

Il legno del pino silvestre e marittimo distillati a secco forniscono l’oleoresina detta  Catrame vegetale, valido balsamico delle vie respiratorie e urinarie, invece per uso esterno essa agisce da blando revulsivo e risolvente delle malattie croniche della pelle, come eczema, erpes, impetigine, psoriasi, ecc…

La resina della Cannabis sativa causa fumata allucinazioni e sonno.

Altra resina è convolvulus arvensis, nella cuscuta, nella euphorbia resinifera, nella Brionia dioica, ecc..la cui resina è purgativa.  

Il Balsamo del Perù ricavato dall’incisione del tronco da un albero di leguminosa, esso facilita l’eliminazione del catarro ma purtroppo causa problemi renali e del tratto digerente.Invece esternamente non irrita minimamente la pelle, uccide l’acaro della scabbia e le sue uova.

Il Balsamo di Tolù, oleoresina, anch’essa ricavata dal tronco di una leguminosa facilita l’espettorazione ed’è impiegata in farmacia.

E infine la GOMMORESINA della Mirra, ottenuta incidendo il tronco, elimina le atonie gastriche, oggi usata solo esternamente come astringente e antisettico utile per stomatite, gengivite e glossite.

GLI AMARI

Sono una classe di composti amari, con struttura chimica eterogenea, aventi in comune una sola proprietà: il sapore amaro.

Le sostanze amare stimolano la produzione di succo gastrico e quindi favoriscono la digestione, l’appetito, facilitano la demolizione e l’assimilazione degli alimenti oltre alla eliminazione delle scorie intestinali.

L’aumento di secrezione digestiva avviene attraverso due meccanismi:

1) quello nervoso riflesso che si ha per stimolazione grazie a terminazioni   nervose di organi lontani dallo stomaco come il palato e la lingua, ( per fibre sensitive afferenti e efferenti).

Ne sono un esempio la Genziana, il Trifoglio fibrino,  la Centaurea minore, o il Quassio, i quali con il semplice contatto con le mucose della bocca migliorano la digestione. 

2) quello misto in questo caso l’aumento di secrezione gastrica è data dall’insieme del meccanismo di azione diretto provocato nella bocca dall’azione irritante degli oli essenziali e del meccanismo riflesso per stimolazione dei recettori nervosi, ( e quindi per il puro gusto amaro)..

Questi amari sono da considerarsi stomachici completi dato che oltre a essere amari sono aromatici.

Ma l’influenza delle droghe amare si estende oltre il processo digestivo.

Il sapore amaro può causare veri shock endocrini utili nell’astenia.

Altri amari agiscono sul fegato attivando sia l’azione coleretica

(aumento di secrezione), sia l’azione colagoga (deflusso biliare).

Altre ancora sono diuretici e febbrifughi, come la Genziana che sostituisce benissimo la China nella sua azione antipiretica.

Fin dai tempi lontani si usava dire: ” l’amaro tienlo caro”.

Si considerava l’assunzione degli amari spiacevole ma salutare.

Mentre il dolce indebolisce, l’amaro rinforza e produce un’azione tonificante generale. Oggi si sa che lo shock dell’amaro produce cambiamenti ghiandolari e degli umori.

Anche il loro dosaggio è molto importante, come anche l’ora di assunzione degli stessi. Prima dei pasti e dosi deboli esercitano una spiccata azione aperitiva, un amaro forte prima dei pasti è utile nell’inappetenza, ma se molto forte può rallentare la digestione.

I principi amari più importanti possono essere distinti in:

Eterosidi, la Genziana contiene per esempio un glucoside amaro nella droga fresca, il Genziapicroside.

Esteri di acidi Fenolici, è il caso del Carciofo che contiene nelle sue foglie il principio amaro detto Cinarina. 

La Cinarina oltre a essere una preziosissima droga epatorenale ha una azione diretta sulla coleresi, sulla diuresi, sul metabolismo del colesterolo e sull’urea.

Alcaloidi, nella corteccia della china è contenuto l’alcaloide Chinina.

Spesso gli alcaloidi sono amari, e gli animali erbivori in genere vengono 

allontanati dal loro sapore. 

Lattoni terpenici, come la Marrubina contenuta nella sommità fiorita del Marrubio.

Lattoni sesquiterpenici, esempio la Cnicina contenuta nel Cardo benedetto.

Sono ricche di principi amari la famiglia botanica delle:

 Asteraceae;  Artemisia absinthium, Cychorium intybus, Cnictus benedictus, Taraxacum officinalis, Silybum marianum.

Gentianaceae; Gentiana lutea, Erythraea centarium.

Cannabaceae; Humulus lupulus.

Meniantaceae; Menyanthes trifoliacea.

Gli amari sono anche classificati in base al loro potere amaricante il quale si riferisce alla percezione di sostanza amara diluita generalmente in acqua. L’amaro considerato come punto di riferimento è il cloridrato di chinino e un grammo dello stesso corrisponde a 2000 unità di amaro, a cui fanno riferimento le altre droghe.

Cioè diluendo questo amaro 2000 volte in acqua si sente ancora il gusto amaro. 

GLI ALCALOIDI

Con gli alcaloidi le piante più evolute, come le leguminose, le genzianacee, le papaveracee, le solanacee, le rutacee, ecc hanno inserito nel loro processo fotosintetico l’azoto.

Queste sostanze hanno permesso alla pianta notevoli espansioni territoriali dato che con esse aumenta la difesa verso la voracità degli erbivori e nei confronti delle aggressioni microbiche.

E’ stato osservato che il sapore amaro degli alcaloidi è un avvertimento per gli erbivori i quali di conseguenza evitano queste piante.

E’ curioso e probabilmente non casuale, che queste sostanze, essenzialmente vegetali, gli animali non siano in grado di produrle e che dimostrano specialmente su di essi una elevata attività fisiologica.

La forte basicità di queste molecole permette loro di superare la barriera encefalica e di interagire con i recettori sinapsici determinando modifiche notevoli, anche in piccolissime dosi, nell’equilibrio della nostra salute.

Gli alcaloidi hanno influenzato la storia di diversi popoli.

Essi sono stati fonte di potentissimi veleni per  i Greci e Romani.

E dato che spesso esercitano un forte effetto psichico, e alcune molecole provocano vere e proprie allucinazioni, definite queste ultime come percezioni senza oggetto.

Le piante che le contengono sono state impiegate nei riti iniziatici da parte di popoli primitivi, o in Messico nell’epoca precolombiana le cerimonie religiose erano guidate da sacerdoti che masticavano piccoli pezzi di Peyote con lo scopo di raggiungere un pieno stato di esaltazione religiosa e di stimolare le capacità percettive così importanti ai fini delle predizioni.

Dal 1840 al 1842 in Cina a causa degli alcaloidi ci fu la guerra dell’oppio e molti importanti farmaci li contengono in dose molto precisa, dato che essi agiscono in un delicato equilibrio fra i benefici della dose terapeutica e i pericoli dell’abuso.

Gli alcaloidi sopra una certa dose possono invertire l’azione, esempio l’infuso di Camomilla se concentrato ha un effetto stimolante e non più calmante, il lattucario della Lattuga virosa in piccole dosi è anafrodisiaca altrimenti diventa afrodisiaca, la piperina del pepe nero in alte dosi causa l’ipertiroidismo altrimenti diminuisce l’attività di questa ghiandola ma anche la Noce moscata in piccole dosi aumenta la concentrazione mentale e agisce come antispasmodico, in dosi alte invece è un convulsivante e induce allucinazioni.

In genere sono ben solubili in alcool a 70°, mentre in presenza dell’acidità degli zuccheri formano dei sali diventando solubili in acqua.

Anche col vino bianco vengono estratti bene, invece quello rosso contenendo molti tannini li farebbe precipitare e andrebbero persi nella fase di filtrazione. 

GLI ANTIBIOTICI

Alcuni tipi di vegetali come i funghi, le muffe e i licheni producono gli antibiotici, questi si trovano anche in alcune composite come la Bardana, la Carlina e la Pelosella, ugualmente si trovano nel Nasturzio, come nella Cetraria islandica, o la Usnea barbata e in altri licheni. Il primo antibiotico, la penicillina è stato ricavato da una vegetale,  la Muffa.

OLI VEGETALI FISSI

Molte piante possiedono sostanze grasse ed esse costituiscono la massima riserva di energia. Un grammo di grasso ha più del doppio di Kilocalorie degli zuccheri e delle proteine. Esse si trovano negli animali e nelle piante, specialmente nei semi, e questi ultimi  per pressione sprigionano i loro oli vegetali di cui parleremo.

Spesso vengono utilizzate nella cosmetica dove risultano nutrienti, cicatrizzanti, rigeneranti, elasticizzanti e lenitive. Fra i vari oli troviamo:

Olio di Oliva

Ricco di vitamina E, antiossidante, regge bene al calore e alla luce e difficilmente irrancidisce, quindi si presta a tutte e tre le preparazioni: 

Breve, di 2-3 ore con il bagnomaria, adatto anche alla pianta fresca.  

Media, con la digestione solare, che avviene in 14 – 21 dì.

Lunga che dura dai 2-3 mesi e avviene in luogo buio e fresco.  

L’olio di oliva si presta bene ai massaggi per i dolori reumatici, essendo disinfiammante e rigenerante.

Si presta ottimamente anche nelle preparazioni cosmetiche, specialmente in caso di pelli sensibili e delicate o danneggiate essendo ricco in vitamina A, E ( questa vitamina è l’antiossidante più potente).  Esso è antirughe lenitivo in caso di arrossamenti e scottature, idratante, elasticizzante, nutriente ed emolliente, indicato per pelle e capelli secchi e unghie fragili, ai capelli ridona lucentezza..L’unico inconveniente è l’odore marcato che però può essere mascherato con l’aggiunta di olio essenziale.   Viene considerato un olio leggero.

Olio di Girasole

Resiste alla luce e rispetto al calore meno dell’olio di oliva, di riso e di  jojoba e comunque si presta ai tre tipi di preparazioni degli oleoliti.

Ha proprietà liscianti ed è particolarmente adatto per tutti i problemi della pelle dei bimbi,  pelli infiammate, irritate, arrossate e dermatitiche.

Quindi utile per tutti i tipi di  pelle, anche secche, danneggiate dal sole.

Contiene molta vitamina E, e D, A, K, F e insieme nel rapporto 2/1 con l’olio di ricino elimina molto bene le cellule morte e le impurità cutanee ammorbidendo la pelle.

Si ricorre spesso a quest’olio negli oleoliti casalinghi.

Olio (di crusca) di Riso

 E’ un olio leggero, resiste molto bene al calore, ma non alla luce quindi è indicato nella preparazione a bagnomaria e tradizionale all’oscuro ma non nella digestione solare. Protegge  ottimamente la pelle filtrando benissimo i raggi u.v. del sole, (scottature) è un buon antiossidante ed è adatto alla pelle dei bambini, ma soprattutto per le smagliature, elasticizzando bene la pelle. Spesso viene adoperato per curare i capelli mettendosi una cuffia durante la notte. Esso è economico ed è meglio quello spremuto a freddo, anche se per la sua estrazione, con solventi chimici, l’olio di riso è poco biologico.

Olio di Jojoba

E’ più una crema liquida che un olio,  molto simile alla pelle e perciò molto penetrante.

Resiste incredibilmente all’irrancidimento anche scaldato ripetutamente e per questo motivo viene aggiunto agli altri oli per migliorarne la loro conservazione aggiungendone ⅓ -¼.

Protegge la pelle dagli agenti esterni, previene le rughe sul viso e sul collo, nutre la pelle e i capelli. E’ leggerissimo.

E’ adatto alle pelli miste, grasse, secche, sensibili e devitalizzate. 

Olio di Vinaccioli

Olio leggero, rassodante e idratante. Impiegato nei cedimenti della pelle, (interno coscia, glutei, braccia, collo e decoltè) e per l’invecchiamento precoce. Esso si adatta bene alle pelli miste.

Stimola la microcircolazione e cura le varici.

Resiste un poco al calore e poco alla luce e quindi è più adatto alla macerazione lunga buia e fresca.

Non contiene vitamina E ma polifenoli antiossidanti, è indicato per pelli sensibili e delicate essendo nutriente ed emolliente.

E’ considerato fra i migliori olii contro l’irrancidimento.

Olio di Lino

E’ un olio termolabile, specifico per le infiammazioni e per le allergie e adatto alla cura dei capelli. E’ un olio pesante.

La Maria Treben nell’oleolito di Iperico per le bruciature lo consiglia al posto dell’olio di Oliva. Sicuramente non resiste alle temperature del bagnomaria, cioè nella digestione breve che dura da una a tre ore, lo useremo invece nella macerazione lunga e al buio

Essendo ricco di omega 3 è fortemente antiossidante, internamente nell’alimentazione contrasta l’azione delle prostaglandine agendo bene come antinfiammatorio, ma contrasta anche la crescita delle cellule del tumore della prostata.

Olio di Rosa mosqueta 

Ricco in acidi grassi essenziali e tocoferolo.

Adatto a pelli secche con eczemi e cicatrici, danneggiate e irritate e per pelli mature.

Rigenera le cellule della pelle, è antirughe e idratante.

E’ un olio termolabile, e rispetto agli altri è molto costoso.

Olio di Avocado

E’ indicato soprattutto per pelli secche e mature, sensibili, atone e spente, esso è altamente emolliente e grazie alle sue vitamine penetra bene nella pelle, la nutre e le dona elasticità.

Ha proprietà riepitelizzante e restitutiva, contiene la vitamina B e D. 

Quest’olio è termoresistente, quindi si presta alla preparazione degli oleoliti a bagnomaria e nella digestione o macerazione solare.

Olio di Sesamo

Questo olio invece viene raccomandato soprattutto per pelli grasse dalle quali è assorbito molto bene, pelli secche, miste o danneggiate.

Esso è emolliente, elasticizzante, nutriente e ricco di calcio, magnesio, zinco, potassio e fosforo; Inoltre è termostabile.

Olio di Nocciolo

Utile a pelli miste o acneiche e soggette a punti neri.

Tonifica e astringe agendo sulle smagliature e sulle cicatrici.   Elasticizza, nutre, rigenera e idrata la pelle curandola. Inoltre è ottimo sui capelli, è leggero e termoresistente.

Olio di Argan

Esso contiene molta vitamina E, A oltre a diversi acidi grassi essenziali ed è adatto per pelli mature, secche e normalizza la pelle grassa contrastando l’invecchiamento della pelle.E’ considerato un antirughe naturale, preziosissimo nella sua composizione inoltre si fatica a estrarlo

Lo impiegano le popolazioni del nord d’Africa per contrastare i danni causati dal loro clima caratterizzato dal vento spesso ricco di sabbia.

Gli acidi grassi insaturi rendono molto emolliente ed esso non unge la pelle perchè la penetra in profondità.Viene consigliato anche per la cura di psoriasi,eczemi e pruriti.

Olio di Macadamia

E’ ricco di un acido presente nel sebo umano e quindi è adatto alle pelli che non producono più sebo perchè cominciano a invecchiare, anch’esso penetra bene nella cute che lascia vellutata.

GLI ACIDI GRASSI

Gli animali e i vegetali producono fra i loro lipidi grassi di natura acida, denominati appunto acidi grassi, e questi ultimi possono essere distinti in acidi grassi saturi e insaturi. Gli acidi grassi insaturi si presentano generalmente sotto forma di oli vegetali liquidi, mentre gli acidi grassi saturi si trovano solitamente nel grasso animale solido. 

Acidi grassi Saturi

Vengono distinti dagli altri perché nelle loro lunghe catene di atomi di carbonio presentano solo legami semplici.Essi presentano un alto valore energetico ma nell’uomo tendono a depositarsi sulle pareti delle arterie e innalzano il livello di colesterolo nel sangue, come il burro e gli altri grassi animali in genere.

Acidi grassi Insaturi

Questi acidi grassi possono essere anche catene corte di atomi di carbonio, ma per dirsi insaturi devono contenere 1 o più legami doppi.

Il nome degli stessi è collegato  alla posizione dei legami doppi partendo dall’ultimo carbonio della catena, esempio: vengono chiamati omega 3 o 6 quando il primo doppio legame è posto rispettivamente a 3 o 6 atomi di distanza dal gruppo carbossilico finale (COOH) della catena.

Le proprietà di queste sostanze sono che sostengono il sistema immunitario, entrano a far parte della membrana cellulare, prevengono l’arteriosclerosi, evitano la formazione dei trombi, influenzano positivamente il tono vascolare.

Gli acidi grassi sono gli ingredienti costitutivi di quasi tutti i lipidi complessi e dei grassi animali e vegetali.   

Generalmente i vegetali contengono più acidi grassi insaturi degli animali.

Acidi grassi Essenziali

Alcuni acidi grassi insaturi vengono definiti essenziali dato che se non vengono introdotti con l’alimento si incorre in alcune malattie; si squilibra la sintesi delle prostaglandine, si altera l’equilibrio della membrana, ecc. Questi sono presenti nel pesce azzurro, nell’olio di fegato di merluzzo, e in moltissimi oli vegetali come, l’olio di Colza ( il più ricco) e di Lino, Mais, Oliva, Noce, Cartamo, Girasole, Soia, Borragine, Enotera, Ribes Nero,  ecc…

Acidi Organici (o ac. carbossilici)

Questi acidi si formano a partire dagli zuccheri e una volta dissociati, risultano nel loro gruppo dissociato (COO) altamente polari, e quindi solubili in acqua.

Nelle foglie, nei calici fiorali, nei fusti, nei germogli e nelle radici di molte piante li possiamo trovare ma sono abbondanti nella verdura e nella frutta.Le parti della pianta che sono ricche in acidi organici hanno un sapore acerbo, da acer” che significa aspro, brusco.

In genere i frutti immaturi sono molto aspri e il loro contenuto in acidi organici prima è massimo, poi esso diminuisce nel corso della maturazione dato che questi acidi sono impiegati nella sintesi dei glucidi.

Alcuni acidi organici partecipano al ciclo di Krebs, quindi svolgono un ruolo importantissimo nel metabolismo cellulare, essi sono:

l’acido citrico, malico, succinico, fumarico, cis-aconitico e acido isocitrico.

Insieme con la catena respiratoria, il ciclo di Krebs rappresenta la fonte energetica principale del metabolismo della cellula.

Somministrando l’acido citrico, ac. malico, ac. succinico, ac. fumarico notarono nel 1935 un aumento della respirazione muscolare.

Il blocco di una tappa qualunque di questo ciclo, e quindi della respirazione cellulare, ne provoca il rallentamento a cui fanno seguito stati degenerativi, fasi precancerose, neoplastiche e fenomeni di senescenza.

Acidi organici con importanza farmacologica:

Acido Tartarico 

Si trova nel succo del frutto della Vite, nella polpa del frutto del Tamarindo e in quello della Cassia. Il succo d’uva è diuretico, lassativo, favorisce l’eliminazione dell’acido urico, e provoca una ipersecrezione biliare. L’assunzione di molto succo d’Uva quindi è utile nella insufficienza epatica, nella litiasi biliare, agli obesi, agli stitici e ai dispeptici,(dal 1/2 kg ai 2 kg di uva, da assumere fuori dai pasti x 3-4 dì). 

Acido Ossalico

Nei vegetali l’acido ossalico si lega al potassio formando l’ossalato di potassio e conferisce il caratteristico sapore alle erbe brusche”, cioè: Acetosella, Acetosa e Romice, esso si può legare anche al calcio, sequestrando gli ioni di calcio circolanti nel sangue e riducendo la calcemia e di seguito, in casi di eccesso, danneggiando il cuore e il processo della coagulazione.

Altro danno è che l’acido ossalico quando si lega al calcio precipita nelle urine formando calcoli da ossalato di calcio.

ENZIMI 

Senza enzimi la vita è impossibile perché non esiste una sola reazione chimica del mondo organico che non avvenga con l’aiuto di questi catalizzatori biologici. 

Essi aumentano la velocità delle reazioni che avvengono nelle cellule, reazioni che avvengono solitamente in ambiente acquoso, che ha un PH generalmente neutro, alla temperatura di 37°C e alla pressione compatibili con la vita.

Gli enzimi per questo, forse, costituiscono il gruppo più importante fra le sostanze vitali, ma anche quello al quale si dedica la minore attenzione.

Le proteine enzimatiche sono contenute in abbondanza in tutti gli alimenti vegetali (frutta, verdura, erbe alimurgiche),che se consumati crudi, risultano di gran lunga più digeribili,( non scaldati oltre i 60°C.).

Bisognerebbe consumare durante i pasti in media il 50% di vegetali crudi

Le reazioni enzimatiche che avvengono negli animali e nei vegetali in genere sono identiche avendo in comune l’origine filogenetica.

Gli enzimi chimicamente sono delle proteine semplici o coniugate di elevato peso molecolare.

Quando la pianta viene separata dal terreno, gli enzimi catabolici cominciano a distruggere quello che gli enzimi anabolici hanno costruito.

E dato che essi hanno bisogno di acqua per muoversi e agire, seccando la pianta vengono conservate le sue qualità officinali.

Alcuni enzimi utilizzati anche in campo terapeutico sono:

La Maltasi E’ contenuto in tutti i semi dei cereali e particolarmente in quelli dell’orzo,tradizionalmente si estrae dai semi germogliati e poi essiccati al sole, cioè dal cosiddetto malto.La maltasi si usa nelle dispepsie amilacee, cioè nei casi di insufficiente potere digestivo della saliva verso i carboidrati.       In questo caso il malto si prescrive alla dose di 2-4 g sia solo, sia mescolato agli alimenti.

La Papaina E’ la proteasi della Papaia, è contenuta nel succo lattiginoso che si ottiene incidendo il frutto immaturo di Papaia. La papaina possiede una forte attività proteolitica, ha le stesse indicazioni della pepsina ma è da preferire nelle forme dispeptiche con insufficiente secrezione di acido cloridrico.Coagula il latte. Nell’uso esterno si impiega come detergente  spennellata (al 5%) sulle piaghe e sulle ulcere al posto della pepsina.

La Bromelina  Un enzima proteolitico che si trova nel frutto dell’Ananas.

Questo enzima è in grado di digerire in pochi minuti 1000 volte il suo peso.Essa rappresenta anche il primo enzima proteolitico di origine vegetale dotato di un elevato potere antinfiammatorio e antiedemigeno.

La Ficina

E’ una proteasi contenuta nel latice del fico. 

VITAMINE

Le vitamine come gli ormoni e gli enzimi sono catalizzatori di reazioni biologiche nella cellula, ne bastano piccolissime quantità, ma mentre gli altri vengono sintetizzati autonomamente la maggioranza delle vitamine devono essere assunte dall’esterno con gli alimenti.

Le piante, al contrario, sono autosufficienti perché possono sintetizzare tutte la vitamine di cui necessitano.

Esse non sono una riserva energetica, nè l’organismo le impiega per la costruzione dell’edificio tissutale, ma sono indispensabili per una vita sana e purtroppo la nostra società punta più alla quantità che alla qualità del cibo. Secondo statistiche ufficiali in europa una persona su tre muore per una cattiva alimentazione.

I cibi attuali sono poveri di sostanze vitali ( vitamine, oligoelementi, enzimi) e da questo deriva una vasta parte delle malattie della civilizzazione come le turbe del ricambio, l’arteriosclerosi, l’infarto miocardico e il cancro.

La sostanza morta non è in grado di alimentare la vita; la vita si alimenta dalla vita. E purtroppo la carenza vitaminica crea danni dopo molto tempo  difficili da ricondurre al cibo impoverito, si parla di “latenza dei vent’anni”.Ci sono molti fattori che provocano la perdita di vitamine negli alimenti, alcune di essi sono per esempio la cottura del cibo, le vitamine più sensibili al calore sono quelle idrosolubili ( in particolare  la C e la B1) e si è visto che una cottura bassa e prolungata è più deleteria di una cottura nella pentola a pressione. Anche le perdite dovute alla conservazione, cioè con il passare del tempo il contenuto vitaminico si riduce specie nella frutta e nella verdura per decomposizione enzimatica.  La surgelazione nella fase di scongelamento le distrugge quasi totalmente.

Molte piante officinali sono ricche di vitamine, penso al crescione, ma più o meno tutte quante, specialmente se sono fresche, spontanee e primaverili. Queste ultime sono le più ricche di vitamine ed essendo le vitamine termolabili è meglio non fare un decotto, il succo sarebbe l’ideale ma anche il macerato freddo. Purtroppo sembra che l’alcol della tintura le danneggi, come pure l’essiccazione, forse si potrebbero conservare nell’acetolito, comunque le piante fresche ne sono più ricche e forse anche per questo che esse sono più efficaci a livello curativo.    

Le vitamine in base alla loro solubilità si distinguono in

1 liposolubili (ADEK) e

 2 idrosolubili ( gruppo B e C).

 Le prime si trovano specialmente in alimenti contenenti grassi come i frutti oleosi, gli oli vegetali, l’embrione dei cereali, il burro, l’ollio di fegato di merluzzo, la panna e il latte non trattato.

Vitamina A o Retinolo

Tal quale si trova solo nei grassi animali (burro, formaggi grassi, nel tuorlo d’uovo e nel fegato di alcuni pesci di mare), invece come precursore della vitamina A ( il carotenoide) si trova in maggiorr misura  nei vegetali, caratterizzati da pigmenti giallo arancio, quindi nei vegetali verdi, foglie di tarassaco, carote, pomodori, peperoni, rosa canina, arance, albicocche, frutti oleosi e tutta la frutta gialla, poi si trova nel piumaggio particolarmente vistoso come quello di fenicotteri e canarini.

La vitamina A come tutte le vitamine liposolubili in sovradosaggio si accumula nei tessuti adiposi, e provoca  dolore e gonfiore alle articolazioni, pelle secca e ruvida e disturbi al fegato. Nei soggetti sani il fegato contiene una quantità di vitamina A  sufficiente per 1-2 anni.

Le malattie del fegato favorirebbero la senescenza, dato che questo organo non riesce a distribuirla ai tessuti ed essa se presente ostacola l’attività dell’enzima collagenasi particolarmente attivo nella fase senile della vita e causa di alterazioni cutanee di varia natura.

Inoltre, come antiossidante, protegge tutte le cellule del corpo, e i recettori della visione localizzati nella retina, si oppone a una moltiplicazione cellulare incontrollata come accade nei tumori, ecc….la sua carenza causa la diminuzione della percezione della luce.

Nei vegetali la loro funzione è sconosciuta ma certamente hanno un ruolo nella fotosintesi. 

Vitamina D

Essa fissa i calcio nelle ossa, garantendo una buona struttura scheletrica durante la crescita e mantiene la solidità della stessa per tutta la vita. Viene prodotta all’80-90% sotto la pelle durante l’esposizione ai raggi solari e in minima parte con gli alimenti, (10-20%).

Assorbimento importante nei neonati e bambini altrimenti soggetti al rischio di rachitismo, nelle donne l’assunzione è utile in gravidanza, lattazione e soprattutto in menopausa per evitare il rischio dell’osteoporosi. L’adulto in esposto normalmente alla luce, ne produce a sufficienza per il suo fabbisogno. Ma anche negli animali, l’esposizione al sole delle mucche e delle galline d’estate fa aumentate moltissimo questa vitamina nel latte e nelle uova. La vitamina antirachitica la troviamo nel burro, nei formaggi grassi, nel latte, nelle tuorlo d’uova,  nel fegato del merluzzo e nella carne dei pesci grassi come salmone, pesce spada, tonno, aringa. Si trova anche nelle cellule vegetali irradiate (lievito e funghi), essa svolge anche altre funzioni:tonificante muscolare, antidepressiva, immunomodulante, protettiva a livello cardiovascolare e antitumorale. 

Vitamina E o Tocoferolo

Essa si comporta come un potente antiossidante, protegge le membrane cellulari, insieme alle vitamine A e C, preserva gli acidi grassi e neutralizza i radicali liberi. I tocoferoli sono sintetizzati quasi esclusivamente dalle piante.Si trovano nella lattuga, negli spinaci, nel cavolo, nel succo di aloe, nella papaia fermentata, negli oli spremuti a freddo, nei semi oleosi e soprattutto nell’embrione dei semi dei cereali. L’eccesso di vitamina è eliminato con le feci e la carenza si verifica quasi esclusivamente nei bambini prematuri alimentati con una dieta sbagliata

Vitamina K (dalla parola scandinava Koagulation)

Essa rinforza le ossa prevenendo le fratture del femore e delle vertebre.

Una dei principali funzioni e che partecipa alla coagulazione del sangue e quindi la sua carenza provoca emorragie.Localizzata nei mitocondri partecipa alla produzione di energia, sotto forma di ATP.

Normalmente non si và in carenza dato che essa e ampiamente diffusa nel regno vegetale e animale, in più essa viene sintetizzata dal nostro organismo dalla flora batterica intestinale.Potrebbe esserne compromessa la produzione intestinale dagli antibiotici e nel dicumarolo si trova il suo principale antagonista. Essa si trova nelle parti verdi delle piante, nell’erba medica, negli spinaci, nel cavolo, nei pomodori verdi, negli aghi di pino, nei piselli, nei fagioli, nel tuorlo d’uovo, nel latte vaccino, ec….

Vitamina F o omega3 o denominata vitamina della pelle

E’ composta da una miscela di acidi grassi essenziali (AGE), 2 tipi di acido linoleico e l’acido arachidonico. Non prodotta dall’organismo essa viene necessariamente assunta dall’esterno, ma dato che viene immagazzinata in abbondanza e rilasciata in piccole dosi al bisogno essa non deve essere assunta regolarmente. Essendo termolabile l’alimento che la contiene e migliore fresco o cucinato brevemente.

 Avendo anche una funzione plastica alle volte non è fra le vitamine.

Essa previene l’arteriosclerosi ostacolando il deposito di trigliceridi e colesterolo all’interno delle arterie, favorisce la riduzione del peso corporeo e l’integrità di pelle e capelli. Essa è presente soprattutto negli oli vegetali di girasole, mais, arachidi, soia e alcuni tipi di frutta oleosa (mandorle e noci). Fra i prodotti animali è contenuta nel grasso bovino, nel latte e nel burro. Ne contiene parecchia anche la pianta di portulaca.

E ‘ contenuta anche in alcuni pesci. L’assunzione di acidi grassi insaturi dovrebbero essere assunti in proporzione agli acidi grassi saturi, circa da assumere l’1% rispetto alle calorie totali. La carenza è piuttosto rara, può interessare soprattutto i bambini provocando desquamazione e secchezza della pelle. Essa invece nutre la cute, rigenera le cellule, mantiene la membrana cellulare. Il suo eccesso non crea pericoli.

VITAMINE IDROSOLUBILI

Asparago selvatico contiene quasi tutte le Vitamine B.

B1 o Tiamina detta anche Aneurina

Nota per la sindrome orientale del beri-beri, nelle popolazioni povere asiatiche che si nutrivano solo di riso privo del tegumento. Detta anche aneurina per la sua azione sul sistema nervoso periferico e centrale.

Ma è essenziale anche per la produzione di energia partendo dagli zuccheri e dai grassi.  La sua attività è resa possibile dalla compresenza delle altre vitamine del gruppo B e dal magnesio. I sintomi di carenza sono legati al sistema nervoso, come neuropatie, parestesie

 ( formicolio), debolezza muscolare, e del muscolo  cardiaco. 

Molto diffusa nell’alimento vegetale ( miele, tè, caffè, zucchero di canna grezzo, succo di frutta, la pappa reale ne è particolarmente ricca), ma anche animale (nel burro e nel brodo di carne). Viene prodotta anche dalla flora intestinale e non viene messa in riserva dall’organismo. La sua carenza causa nell’uomo depressione, indebolimento della memoria, della capacità di concentrazione, ipotonia, irritabilità, anoressia, ipocloridria e assenza della peristalsi.

Durante la cottura dei vegetali si perde il 20-30% di tiamina che passa in soluzione, mentre la cottura del riso integrale comporta la perdita con l’acqua poi allontanata  del 60% di tiamina.

Vitamina B2 o Riboflavina

Cristallizza in aghi di colore giallo arancio con fluorescenza verde. Resiste al calore  e all’ossigeno ma non alla luce, nè al congelamento rapido. Il latte esposto alla luce solare ne perde in due ore l’85%. Il fabisogno aumenta  in gravidanza( 2 mg), durante l’allattamento (2,5mg) e nelle fasi di rapido accrescimento (2-2,5mg).

La riboflavina gioca un ruolo importante nel metabolismo delle proteine, lipidi e carboidrati. La carenza di vitamina B provoca sempre una diminuzione nella sintesi proteica con la comparsa di lesioni cutanee

( cheiliti, glossiti, stomatiti, dermatiti seborroiche), disturbi neurologici e sintomi oculari ( fotofobia, ipervascolarizzazione della congiuntiva), ragadi agli angoli della bocca, calo delle difese immunitarie.

Alimenti ricchi di B2 sono: il polline, il succo puro al 100% di Aloe, lievito di birra, germe dei cereali, nei legumi verdi, nelle foglie verdi, nei cavolfiori, nelle noci, nocciole, ribes, fave, lenticchie, ecc….

Vitamina B3 (o Niacina) e PP ( pellagra preventing)

La vitamina B3 e la PP sono due forme diverse con la stessa azione e quindi sono la stessa vitamina con 2 forme diverse

.La sua carenza causa la pellagra e si ha dermatite, (malattia della pelle, la pelle esposta si arrossa e forma vescicole desquamanti)

 demenza( dato che attacca il sistema nervoso, con contratture muscolari, riflessi tendinei e sintomi psichici come irritabilità, apprensione, perdita della memoria, fobie, manie suicide, ecc…)  e  colpisce il sistema digerente ( lingua gonfia scarlatta e diarrea). Era diffusa un tempo nelle popolazioni venete e lombarde che si nutrivano soprattutto di polenta.

E’ solubile in acqua e alcol, resistente al calore, alla luce e all’ossigeno atmosferico ( dopo la cottura del vegetale si trova una perdita dall’8 al 25%. Essa è presente in natura, sia nel regno animale che vegetale,  in modo ubiquitario ed è in misura moderata sintetizzata anche dalla flora batterica dell’organismo.

L’alga Laminaria è molto ricca di B3, essa è ovunque ma è abbondante solo in alcuni nutrienti come semi oleosi, cereali integrali, pomodoro, verze, carote, patate, lievito, i fichi, i datteri,il limone,il latte, e alcune carni. Fegato, germe di grano, legumi e pesce presentano V. B3 3 triptofano, aminoacido da cui si sintetizza parte della B3, che trasformato permette all’organismo di creare ⅔ della niacina necessaria. 

L’uovo ne contiene poca ma molto triptofano e rende più del mais che ne è più ricca.    La sua  presenza  protegge dalle intossicazioni da pesticidi, alcol, farmaci.   Essa è’ necessaria per la sintesi di serotonina, importante per la calma interiore e melatonina utile per un buon sonno.

Oggi non c è più la pellagra ma rimane utile nelle glossiti, gengiviti, gastriti, stomatiti, enteriti e diarree

Vitamina B5 o acido Pantotenico

Questa vitamina è ubiquitaria, è presente in tutte le piante e animali, e in tutte le cellule viventi.  Pan” significa ogni, thena significa luogo.

E’ sintetizzata anche dalla flora batterica intestinale, quindi è molto difficile trovare casi di carenza e non si conoscono danni da eccesso. 

Essa si trova abbondante nel lievito di birra secco, crusca di riso, succo di melagrana, arachidi tostate, crusca di frumento, funghi, cavolo, ecc… Insieme alla Biotina è considerata le vitamina della pelle e dei capelli.

Essa aiuta ad avere una vita più longeva, aumenta la resistenza alle infezioni, è utile nei crampi muscolari, stanchezza, inappetenza, stress, stitichezza, aiuta a controllare il digrignare dei denti, aiuta alla produzione degli anticorpi, ecc…

Vitamina B8 o vit. H ( da Haut che significa pelle in tedesco).

Fa bene alla pelle, ai capelli e ai muscoli.

I sintomi da carenza sono la dermatite, colorito grigiastro della pelle perdita di appetito, dolore ai muscoli, depressione. 

La carenza di B 8 è molto rara, ma quando è presente si manifesta con dermatosi seborroiche, caduta di capelli, secchezza della pelle, pallore, dermatite esfoliativa. 

La sua carenza si può manifestare solo dopo una assunzione esagerata e prolungata di albume d’uovo crudo, oppure in seguito all’uso di farmaci capaci di sterilizzare la flora batterica fisiologica. Anche il fumo ne riduce l’assorbimento.  Essa si trova nel polline, nel lievito di birra, nel fegato, nella lattuga, nei cavolfiori, nelle carote, nei legumi verdi, ecc… 

Vitamina B9 o acido folico

La sua denominazione deriva da folium che significa foglia e infatti essa è presente in tutte le foglie verdi; si trova negli spinaci, nei legumi verdi, nei cavoli, nei cavolfiori, nell’erba del buon Enrico, nella colza, spirulina, ortica, nel lievito di birra, nella pappa reale, polline, nell’uovo, nei formaggi, nel fegato, Portulaca, ecc… La cottura dei cereali provoca un’altissima perdita di questa vitamina (70-90%).

E’ particolarmente importante nei periodi di forte crescita, come in gravidanza, nell’infanzia e nell’adolescenza .Fa aumentare l’appetito, stimola la produzione di acido cloridrico che aiuta a prevenire i parassiti.

In carenza si possono avere malformazioni fetali, malattie mentali, mancanza di memoria, leucemia, infiammazione della lingua, lesioni agli angoli della bocca, tuttavia nei paesi ad alto sviluppo essa è rara. ecc..Essa protegge dal cancro.

Il suo assorbimento è ridotto dallo stress, dal caffè, da alcolici, tabacco. 

Vitamina B12 o cobalamina

Essa è buona per entrambi, madre e figlio in grembo. Dato che interviene nella replica del DNA, nella moltiplicazione delle cellule dei tessuti, che si rinnovano rapidamente,( utero, intestino tenue e sangue) la crescita e la divisione delle cellule necessitano della VB12.

La sua carenza può portare il feto a malformazioni, invece l’adulto può andare in contro a anemia o disturbi neurologici.

Le persone che assumono poca vitamina B12 invecchiano rapidamente, diventano stanchi, smemorati e pesanti.

Essa assicura l’integrità del sistema nervoso (mielina), ma anche la produzione di globuli rossi. 

Riguardo al sistema nervoso, essa è coinvolta, nelle malattie mentali, nella balbuzie, nelle vertigini, nelle nevriti, nei riflessi lenti, negli spasmi muscolari, nella mancanza di equilibrio, nella lentezza mentale, nella formazione della guaina dei nervi (la mielina), nel nervosismo,nella difficoltà a camminare, a parlare, rigidità, depressione mentale, debolezza delle braccia e gambe, perdita dell’appetito, debolezza, stanchezza, stress, metabolismo dei carboidrati, proteine e grassi. 

E’ una vitamina energizzante, utile per la longevità.

Essa è utilissima nel caso di anemia perniciosa,

( gli eritrociti, cioè i globuli rossi, appaiono più grandi).

Essa non può essere sintetizzata chimicamente ma viene prodotta da microrganismi, e un tempo si trovava nei vegetali non igienizzati,

 ( i nostri progenitori la assumevano attraverso il vegetale di cui si nutrivano).  Si accumula fortemente nel fegato degli animali che la assumono nella loro alimentazione ed esso può erogarla all’organismo anche per 2-5 anni.

Solitamente oggi la si trova in cibi di origine animale come fegato, carne, pesce, uova, latte. Nei vegetali di oggi se ne trova poca ed  è concentrata nel polline, pappa reale, alga Klamath e lievito.

Vitamina C o acido ascorbico

Mentre gli animali la sintetizzano l’uomo da deve assumerla tutta dall’esterno. Essa è importante per il sistema di difesa, favorisce la resistenza verso lo stress, migliora l’umore, agisce contro il raffreddore, contribuisce alla lotta contro i tumori, ritarda l’invecchiamento dei tessuti, neutralizza le sostanze tossiche, favorendone l’eliminazione.

Esercita una funzione tonica sull’organismo e sul sistema immunitario.

Aumenta anche la resistenza alle infezioni, ed e indispensabile al cuore.

Grosse quantità si trovano nei surreni ( che subentrano nello stress).

Essa si trova specialmente nella frutta fresca, acerola, olivello spinoso, rosa canina, papaia, kiwi, ortica, prezzemolo, ribes nero, crescione, rafano, peperoncino, arancia, limone, cavolo, tarassaco, ecc…

L’eccedenza viene eliminata naturalmente.

E’ molto instabile al calore, all’aria e alla luce viene quasi totalmente danneggiata.

ZINCO

Minerale traccia oligoelemento. A livello biofisico partecipa al rinnovamento delle cellule, del tessuto cutaneo, ha ruoli sia nella sintesi proteica che in quella degli acidi nucleici, è un nutriente prezioso per la pelle e per il cuoio capelluto, necessaria per il mantenimento del senso del gusto e dell’olfatto, favorisce l’attività del pancreas, ha una azione antiossidante.

Si trova nel lievito di birra, funghi, ostrica, aringa, avena, crusca di grano, germe di grano, noci, semi di girasole, spinaci, pesce, ecc….

SELENIO

Il Selenio, quando si trova nel terreno, viene assorbito dalle piante e di seguito dagli animali che se ne nutrono.  Agisce come antiossidante e antinfettivo, contrasta l’infarto miocardico, i fenomeni involutivi senili e alcune forme di cancro. Esso disintossica dai metalli pesanti come piombo, cadmio e mercurio e potrebbe essere utile anche per disintossicare dal fumo, alcol e droghe.  Sostiene la tiroide nel suo buon funzionamento e stimola il sistema immunitario.Aumenta la potenza sessuale maschile.

Esso è contenuto nell’aloe, nelle verdure, nelle noci brasiliane, nelle alghe, nelle noci, nel burro, nel salmone, nei funghi.

ANTIOSSIDANTI 

Il radicale libero è una molecola molto reattiva perché presenta uno o più elettroni spaiati , quindi liberi di reagire, sull’orbitale più esterno.

Questa molecola è chiamata radicale libero ed innesta una serie di reazioni a catena, la quale a sua volta,  tende a formare altri radicali liberi in un processo ossidativo, che se non viene fermato in tempo diventa esponenziale.

L’ossigeno è alla base della vita, sia animale che vegetale, è il nutrimento più importante per ogni cellula, però può diventare chimicamente instabile e ossidare le molecole vicine, danneggiandole. Fortunatamente nel nostro organismo intervengono sostanze antiossidanti in grado di bloccare il tutto.

Le principali sono la vitamina A, C, E, il beta-carotene ( precursore della V. A) e i minerali dello zinco e selenio.

Sarebbe utile una moderata attività fisica quotidiana, e una adeguata alimentazione biologica.

Il processo di ossidazione che si instaura per generare energia vitale è naturale, fa parte dell’equilibrio omeostatico, Quindi ogni processo che conduce alla produzione di un radicale libero viene equilibrato da antiossidanti che lo bloccano. Quando invece prevale l’azione dei radicali liberi si accelera l’invecchiamento e la produzione della malattia.

Gli elementi che causano la produzione dei radicali liberi sono :

 i processi di scarto del metabolismo, il fumo di sigarette, l’alcol,

 i farmaci, i raggi ultravioletti solari, l’esposizione ai raggi X, pesticidi, esercizi fisici molto pesanti, antibiotici, la frittura, la cottura alla brace degli alimenti, il gas di scarico, ecc…

Le malattie causate dai radicali liberi sono i tumori, l’alzheimer, le malattie cardiovascolari, la cataratta, il diabete, l’ipertensione, la degenerazione maculare del cristallino, malattie mentali,  artrite reumatoide, infertilità, infezioni respiratorie, ecc…

Da studi recenti è confermato che molte malattie derivano da

 un’alimentazione moderna povera di antiossidanti e la somministrazione giornaliera degli stessi allunga la vita del 40%.  

ALCUNI SALI MINERALI CONTENUTI NELLE PIANTE

POTASSIO

Migliora L’attività muscolare, soprattutto quella cardiaca.

L’ipopotassiemia si trova nell’insufficienza renale, nella disidratazione elevata e in situazione di shock. 

Le piante che ne sono ricche sono la parietaria, l’ortica, l’aglio orsino, la borraggine, la melagrana, ma dato che è importante nello sviluppo di tutte le piante esse lo assorbono specialmente dai terreni argillosi e la sua presenza in loro è abbastanza ubiquitaria.

SILICIO

E’ l’elemento chimico più abbondante della crosta terrestre (25%).

Comunica fertilità alla terra, solidità ai vegetali e resistenza alla struttura scheletrica ossea. Utile nelle fratture ossee, nell’osteoporosi.

Il silicio favorisce la formazione del callo osseo, contrasta la fragilità dei capelli e unghie, invecchiamento della cute ed è utile nelle ferite, ulcere, afta del cavo orale, arteriosclerosi ( x ipercolesterolemia).

Frutta e legumi consumati senza buccia, pane bianco, zucchero raffinato sono poveri di Silicio. Rende la pianta più resistente a condizioni climatiche avverse ed è fondamentale per l’autodifesa nelle piante da funghi, batteri, insetti e acari.

Il Silicio lo troviamo abbondante nell’Equiseto, miglio bruno, Bambù, Polmonaria, nel grano, nelle fragole.

FERRO 

Pur  essendo contenuto nel nostro corpo in misura minima (4-5 g) esso è fondamentale nei processi energetici della respirazione cellulare. 

I sintomi di carenza sono: la stanchezza, tendenza allo svenimento, palpitazione, fragilità di unghie e capelli, fiato corto, vertigini, capogiri.

Le risorse naturali sono in genere la carne e il pesce dato che contengono un ferro facilmente assorbibile.

Il ferro contenuto nei vegetali viene reso facilmente assorbibile se nell’alimentazione sono incluse fonti di vitamina C come le arance, i limoni, i mandarini, fragole, kiwi, pompelmi, ma anche verdure come peperoni, cavolfiori, pomodori, rucola, ecc…Ne ostacolano invece l’assorbimento i tannini contenuti nel tè, caffè,  alimenti ricchi di calcio come i latticini, polifenoli presenti nel vino rosso, alcune fibre dietetiche.

Gli alimenti più ricchi di ferro vegetale sono:il cacao, il succo di barbabietola, i semi di sesamo, il germe di grano, fagioli, lenticchie,ceci, ma anche le spezie, le alghe, equiseto, l’ortica, centaurea minore, finocchio, frassinella, marrubio, polline, genziana, fumaria, fieno greco, carpio bianco, romice.Il ferro viene assorbito bene anche in presenza di acido folico e vitamina B12.

ZOLFO

Assolve a una funzione di detossificazione, energetica, e plastica.

Aiuta per esempio nell’aglio a eliminare la nicotina dai polmoni, i metalli pesanti come il piombo, le tossine che infiammano la pelle,

Un tempo ma ancora oggi si brucia lo zolfo per purificare gli ambienti. 

Dal punto di vista strutturale lo zolfo rappresenta  una sostanza essenziale alla costruzione del tessuto connettivo.. Lo zolfo viene impiegato come oligoelemento per curare malattie, come acne, eczema, orticaria, rinite,asma bronchiale, affezioni reumatiche, degenerative, dismetaboliche, infezioni a livelli respiratorio, urinario. 

 Fra i vegetali più ricchi di zolfo troviamo l’aglio, cipolle, cavoli, porri, le crucifere, per esempio, il crescione d’acqua, la colza, l’erisimo, l’erba di santa barbara, ma anche l’alliaria  e l’erba cipollina. 

IODIO

Lo iodio è importante nella tiroide che senza di esso non può sintetizzare i suoi ormoni, i quali regolano il metabolismo basale, il livello energetico, la crescita dell’organismo e lo sviluppo mentale. 

La carenza può causare il gozzo, il cretinismo, ecc..

 A livello vegetale esso è ben contenuto nell’alga bruna marina il Fucus vesiculosus, l’aglio, la cipolla, il crescione, ma è particolarmente presente anche nelle alghe alimentari come l’alga Kelp  , i frutti di mare, l’acqua di mare, potremmo considerare il mare come il regno dello iodio la barbabietola, gli spinaci.

FOSFORO

Il fosforo è fondamentale per regolare l’eccitabilità neuro-muscolare, si trova in ogni cellula ma insieme al calcio, come fosfato di calcio, nelle ossa e  nei denti se ne trova l’80%. Esso assicura il ricambio energetico cellulare. La sua carenza causa difficoltà dell’attenzione, della concentrazione e della memoria, dolore muscolare, intestino irritabile, palpitazioni, tutti sintomi legati da un disturbo dell’eccitabilità.

Fra le piante lo contengono troviamo: il tubero della Maca peruviana, Mandorla, noce,  nocciola, germe di grano, cavolo, lievito di birra, pappa reale, polline, castagne, fico, avena,ecc…

RAME 

Il rame è più che necessario dove ci sono infezioni virali e in questi casi esercita proprietà antipiretica, mentre nei reumatismi è un valido antinfiammatorio. E’ un costituente di enzimi dotati di funzione di difesa.

e’ utile nella leucemia, previene alcune malattie cardiovascolari, regola i neuromediatori, protegge dallo stress, favorisce il benessere dei capelli, del cuoio capelluto, è utile nella calvizie e la carenza causa apatia.

Si trova nella curcuma, nel cioccolato, nella noce, nei funghi, nel tarassaco, nel carciofo, nell’ alga laminaria, nel ribes, ecc…

CALCIO

Il calcio è un macroelemento minerale, è l’elemento chimico più presente nel corpo umano, contenuto quasi interamente nelle ossa e nei denti, sotto forma di fosfato di calcio, ma è contenuto in dosi costanti anche nel sangue dove garantisce la contrazione del muscolo cardiaco e la sua conduzione nervosa. Ha bisogno della vitamina D per essere assorbito e trasferito nelle ossa. Il carbonato di calcio è una delle forme più assimilabili. Forme  alimentari di calcio sono l’alga Lithotamnium, polverizzata contiene  il 30% di calcio, la dolomite, la conchiglia d’ostrica, il lievito di birra, la melassa, il polline, l’alga kelp, i semi di sesamo non scorticati, tarassaco, fico, mandorla, noce, nocciola, crescione.

SODIO

il Sodio è un minerale che regola i liquidi corporei, esso si trova in molti alimenti sia vegetali che animali, ma è contenuto in maggior parte nel sale da cucina, ma la sua assunzione eccessiva favorisce la ritenzione idrica, l’ipertensione e predispone al cancro gastrico.

Se ne dovrebbe consumare giornalmente non più di 6 gr.

 E per insaporire i cibi senza usare sale, o poco comunque, è bene rivolgersi  alle spezie.