Lo Sciroppo è un estratto reso molto zuccherino con l’aggiunta nell’acqua di zuccheri: in 100g di acqua si sciolgono 180g di zucchero e quindi il rapporto è grossomodo di 2 parti di zucchero in 1 parte d’acqua.
Lo zucchero è un buon estrattore dei principi attivi, ed è anche un buon veicolante dato che li trascina bene nel circolo sanguigno. Esso è anche un buon conservante, oltre a un buon emolliente per le vie respiratorie.
Nel rapporto di 2 a 1 lo zucchero non agisce come antisettico, anzi in quantità basse nutrirebbe i batteri favorendo la fermentazione, mentre nel rapporto di 180/100 di liquido acquoso lo zucchero (sciogliendosi bene in tutta l’acqua dello sciroppo) ostacola per osmosi la riproduzione dei batteri che faticano a moltiplicarsi.
Se invece lo zucchero usato supera il rapporto di 2/1, allora una parte di questo si cristallizza sul fondo del recipiente.
Lo sciroppo può essere ottenuto partendo dagli infusi, (es: fiori di Verbasco) dai decotti (es: Corteccia di Cannella) o dai succhi (es: succo ricavato dalle foglie di Cicoria) sciogliendo in essi 2 parti in peso di zucchero.
L’infuso ed il decotto dovranno essere preventivamente filtrati.
Alcuni autori consigliano di partire dal rapporto zucchero e acqua di 1/1 e di far quindi evaporare metà acqua, fino a raggiungere una consistenza mielosa della soluzione: se, raffreddando il tutto, lo sciroppo rimane liquido, occorre far evaporare ancora un pò d’acqua, in modo da prevenire l’acidificazione.
Se invece l’acqua evapora in eccesso lo sciroppo cristallizza: un accorgimento può essere quello di aggiungere subito il doppio di zucchero all’idrolito, riducendo il tempo di evaporazione e mantendo integri i principi attivi della pianta estratta (anche se termolabili).
Quando si utilizzano semi aromatici per ottenere lo sciroppo diviene molto utile aggiungere allo sciroppo neutro circa un decimo di una tintura alcolica concentrata, ottenuta coprendo i semi frantumati con l’alcool puro, che estrae molto bene gli oli essenziali.
Quindi i rapporti fra tintura alcolica filtrata, l’acqua dell’infuso o del decotto e lo zucchero saranno rispettivamente: 1/3/6
Questo sciroppo al finale, se non viene fatto evaporare l’alcool, ne conterrà circa l’8%.
Si può ottenere anche un mellito, basta sostituire allo zucchero il miele mettendone un po di meno, quindi esempio 300g di idrolito e 500g di miele.
In ognuno di questi casi lo sciroppo deve essere chiuso a barattolo freddo, per evitare che la superficie dello sciroppo, in cui l’umidità è evaporata, acidifichi e formi muffa in superficie.
Se si vuole usare poco zucchero invece lo sciroppo deve essere invasato e chiuso bollente come con le conserve.
In questo caso si può mettere ¼ di zucchero rispetto all’estratto liquido, come si fa nell’infuso di fiori di Verbasco, in cui tra l’altro dopo l’infusione si ha una macerazione a freddo che dura tutta la notte, quindi si filtra, si aggiunge lo zucchero, si porta a bollitura sciogliendo lo zucchero e si invasa in un vaso sterilizzato.
Un altro tipo di sciroppo si può fare con il metodo a strati che consiste nel riempire un barattolo di vetro grande (solo perché la resa sarà inferiore) molti strati di parti di pianta “teneri”, alternati da strati di zucchero. Dopo un giorno, dato che gli strati si saranno assestati, si può aggiungere ancora qualche strato di pianta e zucchero.
Dopo circa due mesi che questa miscela viene messa al sole o al calore medio di una stufa, lo zucchero si sarà sciolto con l’umidità della pianta fresca.
Se si utilizza questo metodo con piante povere di umidità come il Timo, è preferibile lavarle in modo da inumidirle prima di disporle in strati assieme allo zucchero. Con piante ricche d’acqua come lo Zenzero, il lavaggio comporterà invece lo scioglimento della maggior parte dello zucchero in circa 2 ore.
Anche in questo procedimento a strati, il peso dello zucchero deve essere il doppio del peso della pianta, specialmente se la parte della pianta impiegata è molto ricca di umidità come per lo Zenzero. Se le piante impiegate sono secche come il timo, lo zucchero eccedente che non si sarà sciolto, si cristallizzerà.
Questo metodo a strati può essere eseguito grattugiando lo Zenzero, mentre i fiori di Verbasco, le foglie di Piantaggine, le foglie di Farfara, le gemme di Pino mugo, per le bacche di Prugnolo come le bacche di Ginepro e simili vanno prima pestate bene.
In questo caso si può aggiungere anche qualche goccia di olio essenziale di Ginepro o di Pino, per rendere questi estratti ancora più balsamici, antisettici e fluidificanti del muco.
Un altro sciroppo si ottiene portando ad ebollizione 4 manciate di foglie della pianta in 1 litro di acqua, si copre il tutto con un coperchio e si lascia macerare tutta la notte e la mattina si riscalda il tutto, lo si filtra strizzando bene le piante e si sciolgono nell’estratto 1 kg di zucchero, quindi si evapora 500 g di acqua e si invasa; questo procedimento viene seguito per fare lo sciroppo di Tarassaco
Per ottenere un altro tipo di sciroppo aggiungono allo sciroppo, neutro di sola acqua e zucchero, un 5% di estratto fluido.